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martedì, dicembre 26, 2006

PANICO E....


Ho trovato interessante il suo sito,anche per le belle immagini. Ebbene, sono un pò sconfortata perchè da anni convivo con ansia e attacchi di panico, tenendo però la situazione sotto controllo: farmaci, psicoterapia a mediazione corporea, molta riflessone e preghiera, arte 8dipingo porcelana e icone) danza, massaggi ecc. Solo chela vita è veramente, oggettivamente stressante, la mia come quella di altri. nel mio caso anni ed anni ad accudire genitori malati con limitati mezzi economici e quindi poche possibilità di avere aiuti, genitori con malattie neurologiche progressive che forse mi hanno trasmesso geneticamente un sistema nervoso più fragile. un lavoro, l'insegnamento, che detesto ogni giorno di più e che risucchia le mie energie e da cui non posso prescindere perchè rappresenta la mia sussitenza, una età, 46 anni, in cui si fanno bilanci ed iniziano le turbative ormonali della menopausa...tutto fa. per fortuna la vita affettiva e di relazione va bene ma... mi sento murata viva in una vita che non è certo quella che vorrei e che cerco di arricchire con hobby, interessi, cose positive, che contrastino il resto. Tant'è mi sento imprigionata, come un albero che non riesce a fiorire, che non ha terreno favorevole.C'è da meravigliarsi se soffro di claustrofobia? Veramente sono nata con la claustrofobia e la nictofobia perchè già da lattante non sopportavo il buio, dormivo di giorno e vigilavo di notte a quanto dicono i genitori, sono n ata ansiosa e paurosa, in una famiglia funestata da malattie e disgrazie, con un forte senso di insicurezza e una fede cattolica calvinista, dove si pensava che siamo nati solo per soffrire. un pessimismo di fondo, tipico di certo mondo contadino, che ho assorbito con il latte materno. Eppure io sono socievole di carattere, amo gli altri, mi adatto facilmente, mi piace stare in gruppo, sono abbastanza assertiva e piena di interessi. La claustrofobia mi ha dato poco fastidio fino ad alcuni anni fa perchè vivo in campagna e quindi non ho ascensori da prendere e dispongo di ampi spazi e la folla non mi dà troppo fastidio. dal 1987 non ho èpiù preso ascensori, così, da un giorno all'altro... ma ripeto, non è stato un grosso problema. Gli attacchi di panico peggiori che ho avuto comunque all'aperto, risalgono al 2002, dopo un'estate tremenda ed insonne per il peggioramento di mio padre, parkinsoniano. il primo è stato terribile, pensavo che sarei morta lì sul balcone di casa mia, tra i gerani e le peonie, mentre finivo di diopingere l'icona di
Silvana la ringrazio per la significativa testimonianza che pubblicherò nel blog nei prossimi giorni. Circa la sua ansia, per la durata e l'intensità con cui si manifesta, deve conviverci e cercare un equilibrio con essa. Quello che le è successo in treno è solo un "pretesto" che ha trovato il suo "panico" per uscire fuori. Esso arriva quando uno meno l'aspetta e nelle occasioni più insolite. L'unica soluzione in questi casi, per quanto dura sia, è lasciarlo manifestarsi perchè comunque và via. Le auguro un buon Natale ed un anno nuovo con meno panico (anche se mi auguro per lei il miracolo che il panico scompaia del tutto.) Saluti.

lunedì, novembre 20, 2006

ANSIA E DEPRESSIONE


Mi scuso già in partenza perchè il mio messaggio sarà prolisso e logorroico. soffro di ansia e depressione da circa 7 anni.
tutto è cominciato un'estate, l'estate dei miei 20 anni, quando avevo deciso di andare all'università e di fare un viaggio ad Ibiza con amici e fidanzato. Vabbè, solita storia, attacchi di vomito, che cos'è. gastroscopia, e via dicendo. Università a Milano uno schifo, mollo l'appartamento e torno a casa da mammà. Prima psichiatra dell'usl, poi privato, grosse spese (circa 60 euro a seduta); stavo meglio, poi ricaduta nell'estate del 2003, poi psicologa, ipnosi, rilassamento, yoga etc etc etc
Mollo il ragazzo dopo 7 anni, mi riiscrivo all'uni e genova, passo uno splendido anno, poi trovo l'amore. Finisco l'uni (devo laurearmi tra 13 giorni) e via con gli attacchi di panico...
adesso devo cominciare a vivere...ma come?
sottolineo il fatto che ho preso ansiolitici e antidepressivi per ben 7 anni, sebbene dosi minime.
quest'estate ho deciso di smetterli e sto uno schifo; e quasi tutti i giorni uno xanax da 0.25 me lo devo prendere.
io lo so quali sono i miei problemi:
non riesco a staccarmi da mia madre
mi attacco troppo alle persone
non ho voglia di vivere e mi arrendo subito
che faccio?

Quello che non ha fatto fino ad adesso. Cercare di non dipendere più dagli altri. Impossibile mi dirà. Almeno inizi le rispondo. E questa volta non deleghi tutto a farmaci e terapeuti, ma prenda in mano la sua vita. La saluto con un significativo aforisma che le sarà utile:

"La lezione più importante che l'uomo possa imparare in vita non è che nel mondo esiste la paura ma che dipende da noi trarne profitto e che ci è consentito tramutarla in coraggio. (R. Tagore)"


E' GELOSIA

mario N° di riferimento: 210362969 Età: 39 Caro Dottore ho seguito sempre con interesse le varie tematiche sul suo sito e credo sia arrivata l’ora di aggiungere anche la mia vicenda alle tante narrate soprattutto per avere un consiglio/aiuto per fare un po’ di chiarezza nella confusione in cui mi dibatto. Mia moglie un anno piu’ piccola di me, sposato da 14, abbiamo 4 stupendi bambini. Bambini venuti al mondo per caso ma una volta scoperta la gravidanza mia moglie ha tentato senza riuscirci di abortire (mi sono opposto in ogni modo soprattutto standole vicino e rassicurandola per qualsiasi cosa) vivendo un dramma ogni volta che aveva notizia di essere incinta, e addossandomi la colpa per “l’incidente”. Ma non è questo il punto. Oltre ad essere diversi come vedute veniamo da due storie differenti: mentre lei che ha una mentalità piu’ libertina proviene da una serie di vicissitudini sentimentali basti considerare che appena conosciuti era legata ad un ragazzo pur frequentando me, io avevo fatto un particolare e profondo cammino spirituale e nessuna vera esperienza sentimentale. L’ho amata da subito, la prima volta che l'ho vista mi è sembrata così piccola ed indifesa, da proteggere ed amare, lei al contrario distaccata nel rapporto meno coinvolta emotivamente, anzi quando stava con me non disdegnava di guardarsi intorno, dando un’occhiata accurata ai ragazzi di passaggio, e questo mi mandava il sangue alla testa e cominciavano le prime litigate. Avevo paura di perderla e nello stesso tempo chiedevo a lei spiegazioni di questi comportamenti e lei puntualmente negava e accusandomi di gelosia improvvisava delle scenate che non facevano altro che accrescere il mio disagio, sopportavo quindi giorni di musi e di silenzi aspettando che gli passasse il nervosismo per potermi riappacificare. La storia è andata avanti per un po’ di mesi fino a quando è rimasta incinta della prima figlia: dramma assoluto per lei (comprensibile se si pensa che stava studiando fuori sede ed i genitori nemmeno sapevano della mia esistenza). In quel particolare momento mi sono dimostrato fortemente vicino rassicurandola che avrei sistemato ogni cosa e di non preoccuparsi che ci saremmo sposati quanto prima, ma nell’esternarle queste mie intenzioni vedevo che rimaneva sempre piu’ turbata e meno convinta. A dire il vero non ero convinto nemmeno io dei suoi comportamenti ma siccome in fondo l’amavo andava bene così. Gli anni successivi le cose non migliorarono anche se nelle varie litigate ed in particolari momenti di rottura ci ha molto aiutato un comune amico frate (da un po’ di anni defunto) per risolvere le crisi. Siamo andati avanti quindi a litigate, riappacificazioni e figli. A rigor del vero c’è da dire che dopo le litigate ero sempre io che l’andavo a cercare per fare pace anche spingendola a fare l’amore, avevo un bisogno fisico di sentirla, mentre lei al momento della discussione minacciava sempre di andarsene e di volersi separare, a tale scopo una volta ha chiamato anche una sua amica avvocato. Voglio bene anche ai bambini ed ho il terrore di perdere anche loro. Credo che il problema per il quale chiedo un aiuto sia chiaro: l’atteggiamento di mia moglie. Quando vede un uomo che gli interessa và come in ipnosi lo fissa insistentemente fino a cercare lo sguardo e tutto questo anche in mia presenza. Credo puo' capire il mio disagio e l’umiliazione che provo quando vedo l’altra persona che vistasi così bersagliata non solo ricambia conpiacere gli sguardi ma comincia anche ad avvicinarsi. Ora ultimamente cerca di stare un po’ piu’ attenta quando usciamo insieme evitando magari di farsi accorgere di questi suoi atteggiamenti, ma resta comunque in me il dubbio di cosa succede quando non ci sono. Io naturalmente continuo a vivere un incubo tanto che sono terrorizzato dall’idea si uscire insieme, poi la notte sogno continuamente suoi tradimenti e quando cerco ancora oggi di fargli capire il mio stato d’animo e di avere una spiegazione per questi suoi atteggiamenti, la risposta è sempre la stessa e cioè che sono malato di gelosia e devo farmi curare. Sono arrivato a 14 anni di matrimonio e mi trovo a constatare che ancora questo dilemma non sono riuscito a (o forse non ho voluto) risolverlo, amaramente devo ammettere che non conosco ancora mia moglie. Come faccio a capire se è un mio problema o un suo, sento comunque che quel sentimento di amore che era in me sta a poco a poco spegnendosi fiaccato dalla troppa sofferenza, sono piu’ i giorni che siamo litigati che quelli in pace, facciamo l’amore molto raramente e sono sempre io che vado a cercarla e ad insistere.Ultimamente temo proprio che abbia un altro uomo, anche se prove non ne ho.Preferirei, mi creda, sapere che il problema è la mia gelosia, sarebbe tutto piu’ semplice, mi farei curare per salvare il matrimonio. Capisco che non si puo’ con queste due righe inquadrare la situazione perfettamente, ma la prego dottore mi aiuti.
Mi scuso per il ritardo con cui la rispondo. Sono d'accordo con lei quando afferma che sarebbe preferibile se fosse solo un problematica di gelosia. Ma non è così. Sua moglie col proprio atteggiamento seduttivo verso gli altri uomini, vuole inconsciamente vendicarsi di lei. Vuole vendicarsi per averla costretta ad un matrimonio ed alle conseguenti ripetute gravidanze che sua moglie non desiderava. Mi permetta, forse lei, inconsciamente, usava le garvidanze al fine di non perderla. Deve trovare il coraggio d'affrontare, insieme a sua moglie, il futuro della vostra relazione. Continuare ad incentrarsi solo sulla gelosia, serve esclusivamente a prolungare l'agonia. Cordiali saluti.

CAMMINO CON LA TESTA ABBASSATA

Nico N° di riferimento: 339619696 Età: 18 Salve dott, ho un problema che penso sia di carattere psicologico!!! Allora, quando cammino ho sempre la testa abbassata, la postura inclinata verso il basso!! ho letto sul un libro che questa postura, è tipicadella persona insicura che ha paura degli altri ecc!! Lei concorda?? Un altra cosa, quando sono in tensione, ho emozionato per qalsiasi cosa, ho una speciedi tic nervoso, cioè tendo ad alzare le spalle verso l'alto!! Mi può aiutare a risolvere questi disagi? la ringrazio della risposta!!!
I sintomi che descrivi sono tipici delle persone timide, ansiose, insicure. Per risolvere questi disagi devi prima combattere le cause che ne sono alla base. Inoltre utile è compiere un percorso assertivo. Al riguardo ti consiglio di leggere l'articolo http://www.iltuopsicologo.it/Assertivit%E0.asp. Saluti.

NON RIESCO AD ANDARE A SCUOLA

Rocco N° di riferimento: 606368869 Età: 17 Salve dotto, le scrivo perchè ho un problema, serio!!! Cioè no riesco a studiare, no riesco a mettermi con la testa sui libri, spesso non vado a scuola!!! La cosa grave è questa, cioè che sento il bisogno di interessarmi allo studio, cioè mi piacerebbe avere una bella carriera da studente, e ogni giorno dico: " dalla prossima settimana inizio a studiare", ma all'atto pratico, niente!!!( c'è da dire anche che il rapporto con la classe non è del tutto positivo, ma non penso sia questa la causa prinicipale!!! Non riesco, preferisco fare altro, la cosa ancora più strana, è che quando marino la scuola, dico: " oggi non vado, ma da domani inizio a studiare sul serio", e invece il giorno dopo, niente!!! Come mai dico queste cose? forse quando marino la scuola mi sento in colpa, e per consolare il mio incoscio dico: "da domani inizio a studiare"??, la ringrazio della sua risposta, che credo mi aiuterà certamente!!! Ma lei come ha fatto a diventare psicologo? lo sa che è il mio sogno?? Ma se continuo così addio con lo studio addio!!! Invidio il suo lavoro, siete dei grandi, soprattutto lei lo è, che sfrutta il suo tempo per aiutare persone che hanno bisogno!!! Grazie dicuore!!!
Rocco probabilmente oltre a non essere motivato sufficientemente allo studio, come hai già individuato, ci sono anche problematiche relazionali colla classe. Questo connubbio può essere molto forte da superare. Devi trovare altre motivazioni. Inizia, ad esempio, a studiare le materie che più t'interessano. Quelle umanistiche, ad esempio, che potrebbero essere vicine al tuo modo d'essere. Parla di questo tuo disagio con qualche professore con cui hai un rapporto migliore. Potrebbe aiutarti ad riavvicinarti alla scuola. Saluti.

MASTURBAZIONE INFANTILE

Gaia N° di riferimento: 157013899 Età: 8 Ho una bimba di otto anni che spesso a scuola ha atteggiamenti riconducibili ad una masturbazione. La pediatra ha confermato che non ha sintomi di pubertà precoce. Lo psicologo ha constatato , dopo colloqui e test, che la bimba non ha altri problemi che l'ansia da prestazione. Dato che l'atteggiamento della bimba dà fastidio alle maestre che l'hanno isolata mettendola in fondo alla classe, mi consiglia cosa posso dire alle maestre e come devo comportarmi nei confronti di mia figlia? Grazie, Franca
Và comunicato alle insegnanti di sua figlia che la masturbazione infantile non è da considerare una malattia o qualcosa di "riprovevole". E' un comportamento che può avvenire nel bambino anche molto piccolo a fini di autoesplorazione ma soprattutto di autoproduzione di sensazioni piacevoli, calmanti. Un comportamento "punitivo" da parte delle insegnanti può solo rafforzare il comportamento della bambina. Inoltre vale la pena di domandarsi che funzione può avere mettendolo in relazione con altri comportamenti del bambino stesso (ricerca di relazioni con figure affettive, pianto, etc). In questo caso è utile instaurare un diaologo aperto con sua figlia al fine d'individuare, appunto, problematiche sottese al comportamento masturbatorio. Cordiali saluti. Dott.ssa Rosalia Cipollina

mercoledì, novembre 01, 2006

MI SEMBRA TUTTO COSI' NERO E DISASTROSO

Valentina N° di riferimento: 633733748 Età: 21 ...sono una ragazza di 21 anni che si sente una merda, un'incapace... odio questa vita... non faccio che pensare al suicidio come unica soluzione (1> volta ci ho già provato tentando di avvelenarmi).... lavoro da più di 2 anni in una fabbrica come progettista, ho un ragazzo da quasi sei anni che dice di amarmi ma non ne sono sicura per niente.... non c'è mai per me, nemmeno nel momento del bisogno... è un egoista che pensa solo a se stesso ed hai suoi hobby... tutti mi ritengono fortunata... ma io questa fortuna proprio non la vedo! la mia famiglia: 7 persone...1 sorella con un figlio, 2 fratelli, mia madre e mio padre anziano ... mia sorella mi odia, mi invidia...e io da quando sono nata sono la sua schiavetta... vivo in un piccolo paese dal quale vorrei andarmene... non mi va più questa situazione... a casa non si fa che litigare...con il mio ragazzo non faccio che litigare ma non riesco a lasciarlo... sono sempre seria educata a posto... non sgarro mai sempre ubbidiente.... mai nessuno però mi guarda negli occhi e mi dice : "ti voglio bene" mai nessuno e ora che ho trovato la persona giusta della mia vita...cosa faccio? non riesco a lasciare Cristian e allora facccio solo guai e casini...quindi meglio morire.... è l'unica soluzione... sono sempre triste... " vorrei volar come volan le rondini"... non so più nemmeno quello che voglio dala vita... Valentina N° di riferimento: 633733748 Età: 21 Argomento: > ...sono una rgazza di 21 anni che si sente una merda,un 'incapace... odio questa vita... non faccio che pensare al suicidio come unica soluzione (1> volta ci ho già provato tentando di avvelenarmi)....> lavoro da più di 2 anni in una fabbrica come progettista, ho un ragazzo da> quasi sei anni che dice di amarmi ma non ne sono sicura per niente.... non c'è mai per me, nemmeno nel momento del bisogno... è un egoista che> pensa solo a se stesso ed hai suoi hobby...> tutti mi ritengono fortunata...ma io questa fortuna proprio non la vedo! la mia famiglia: 7 persone...1 sorella con un figlio, 2 fratelli, mia madre e mio padre anziano ... mia sorella mi odia, mi invidia...e io da quando sono nata sono la sua schiavetta... vivo in un piccolo paese dal quale vorrei andarmene... non mi va più questa situazione... a casa non si fa che litigare...con il mio ragazzo non faccio che litigare ma non riesco a lasciarlo... sono sempre seria educata a posto... non sgarro mai sempre ubbidiente.... mai nessuno però mi guarda negli occhi e mi dice : "ti voglio bene" mai nessuno e ora che ho trovato la persona giusta della mia vita...cosa faccio? non riesco a lasciare Cristian e allora facccio solo guai e casini...quindi meglio morire.... è l'unica soluzione... sono sempre triste... " vorrei volar come volan le rondini"...non so più nemmeno quello che voglio dala vita...mi sembra tutto così nero e disastroso... bo...
Le sembra tutto nero e disastroso, ma in lei una tenue luce c'è. E' questo anelito di vita che l'ha spinta a scrivermi ed a chiedere, attraverso un apparente sfogo aiuto. Trasformi il suo dolore in una "risorsa". In tal senso le invio un significativo aforisma:
"Un'uomo può compiere imprese stupefacenti e assimilare una grande quantità di conoscenze, eppure non avere alcuna comprensione di sé. Ma la sofferenza spinge un uomo a guardarsi dentro. Se vi riesce, ecco che là, dentro di lui, comincia il suo apprendimento. (S.Kierkegaard)

OSSESSIONE PER LO SPECCHIO

francesca N° di riferimento: 926136096 Età: 24 Salve, sono una ragazza di 24 anni ossessionata dallo specchio..mi specchio in continuazione per ricevere conferme. Per un pò sto bene, poi sento il bisogno di riandarci. .a volte capita che non mi piaccio, allora mi resta una sensazione di tristezza che condiziona i miei comportamenti e tutta la mia giornata...la prego di darmi un consiglio e nell'attesa di una sua risposta la ringrazio infinitamente.Francesca
La sua ossessione potrebbe originare da una cattiva "percezione" corporea e da una bassa autostima. Queste due cause la conducono a guardarsi ripetutamente allo specchio per avere conferma del suo "corpo" e trovare conferma alla sua bassa autostima. L'alternativa è solo un rafforzamento della propria autostima e della percezione "interna" del proprio corpo non di quella "esterna". Purtroppo la limitatezza della consulenza online m'impedisce di darle ulteriori indicazioni. Saluti

LA FINE DI UNA TERAPIA E' SEMPRE UN ABBANDONO?

Max N° di riferimento: 945506444 Età: 30 Ho avuto una bella storia d'amore con una ragazza. Da qualche mese siamo entrati in crisi e adesso ci troviamo nella tristemente famosa fase chiamata "pausa di riflessione". Siamo d'accordo entrambi che il nostro rapporto filava liscio, avevamo i nostri spazi insieme e quelli per noi, c'era complicità, affetto profondo, armonia (non abbiamo praticamente mai litigato!). Ad un certo punto, lei è entrata in un leggero stato depressivo ed ha iniziato una terapia con uno psicologo. Nel giro di pochi mesi tutto è cambiato: da che diceva che non aveva nessun problema con me, ha messo in dubbio il sentimento che prova nei miei confronti. E' possibile che la depressione abbia influito sul nostro rapporto così profondamente? Oppure lo stato depressivo ha in qualche modo celato un malessere esistente e mai dichiarato? In un film di Leconte, "Confidenze troppo intime", ad un certo punto lo psichiatra afferma: <>. E' normale?
E' normale che una terapia metta tutto in discussione. Una relazione, alla fine della terapia, può finire sia con un abbandono che con un legame più stabile e duraturo. Che cosa abbia causato l'abbandono della sua ragazza, ritengo che sia un connubio fra i fattori delineati da lei nell'email. Saluti.

LIEVE DEPRESSIONE

deborah N° di riferimento: 882683927 Età: 33 Ho fatto il test e soffro di depressione moderata. Mi sento stanca e i problemi sul lavoro mi sembrano non risolvibili anche se di fatto forse non sarà così. Sono mamma di 2 bambini e ho paura di perdere il controllo e avere reazioni violente anche con loro. Dovrei temere questa cosa? O comunque anche se la depressione dovesse peggiorare si riesce sempre a controllare il proprio comportamentamento con le persone più care?
Vista la sintomatologia che avverte, che al momento è lieve, si muova in maniera preventiva. Effettui un consulto specialistico che l'aiuterà a delineare una diagnosi più precisa ed eventualmente la rassicurerà sul suo stato. Cordiali saluti

ANSIA DELLA MIA RAGAZZA

angelus N° di riferimento: 553429366 Età: 27 Salve, sono un ragazzo di 27 anni che è molto preoccupato per lo stato d'animo della propria ragazza! la mia ragazza ha 22 anni, da circa due mesi soffre di stati d'animo ansiosi e sta molto giù moralmente! fin da piccola ha avuto rapporti difficili con la mamma che ancora oggi si manifestano... infatti litigano spesso! mia suocera è insopportabile, litiga con ogni componente della famiglia! In famiglia non c'è molto dialogo, e ci sono molti problemi tra cui quello più presente è quello economico! Lei va a scuola privata a pagamento che le paga il fratello...in più il suo desiderio è quello di sposarsi...: i problemi che si pone sono : si sente in colpa perchè il fratello le paga la scuola e in più ha paura di creare problemi e di mettere in difficoltà il padre quando un giorno dcideremo di sposarci! un altro problema che si crea è quello del fatto che non si piace fisicamente, perchè 5 anni fa era magra ed ora è diventatata più in carne ed ha il problema della cellulite! la madre essendo una persona molto particolare e non capisce mai lo stato d'animo della figllia non fa altro che mettere altri problemi in testa! per il suo stato d'animo che a me è riuscita solo a confidare appena una settimana fa, non fa altro che darle tormenti, e in più anche tra noi in intimità le cose no vanno affatto bene perchè lei non ci riesce...e anche di questa si crea il problema! io l'amo moltissimo...vale più della mia vita stessa per me... vorrei tanto vederla sorridere e che tutti queste ansie e questi problemi scomparissero dalla sua mente e rivederla sorridere...ma come? mi dia un consiglio...grazie
La situazione della sua ragazza che lei delinea nell'email coinvolge anche la cerchia familiare. In questi casi un'intervento "singolo" lascia il tempo che trova. L'intervento andrebbe fatto sulla "rete familiare" o la sua ragazza dovrebbe svincolarsi da essa. Nel frattempo l'unica "terapia" che lei può attuare è di sostegno, attraverso un ascolto empatico e non giudicante. Ascolti semplicemente, senza "dispensare" consigli. E' già molto. Saluti.

domenica, ottobre 22, 2006

PROBABILE ABUSO

STELLA N° di riferimento: 174233913 Età: 27 HO UNA BAMBINA DI TRE ANNI CHE MI HA RIFERITO DI ESSERE STATA TOCCATA DALLO ZIO DEVO CREDERCI HO PENSARE CHE SIA SOLO UNA BUGIA MI SENTO TRISTE E CONFUSA.
E' necessario indagare attraversi disegni e giochi all'uopo predisposti. Cio lo può fare solo una psicologa esperta in questo campo. Queste sitauzioni richiedonon molta prudenza per non sbagliare in un senso o nell'altro. Nel frattempo con discrezionalità osservi se lo zio cerca occasioni per stare solo con la piccola. Dott.ssa Rosalia Cipollina.

MUTISMO SELLETTIVO

Dani N° di riferimento: 982040691 Età: 35 Ho un figlio di 5 anni con il mutismo selettivo. Siamo su una lista d'attesa per iniziare un trattamento presso il distretto sanitario della nostra provincia. Nel frattempo, insieme alla sua insegnante d'asilo, (che è molto interessata e motivata ad aiutare il nostro figlio al più presto), vorremmo sapere cosa possiamo fare, specialmente nell'ambito scolastico; se lei sa dell'esistenza di pubblicazioni anche a livello internazionale in lingua italiana che possono darci dei suggerimenti o degli aiuti, le saremmo grati.
Le invio quest'articolo http://www.mariodambrosio.it/pdf/ATT54.pdf che pur riguardando un trattamento in ambito psicoteraputico del mutismo selettivo, offre utili indicazioni da applicare anche in ambito scolastico e familiare. Cordiali saluti Dott.ssa Rosalia Cipollina

VAGARE

Flavio N° di riferimento: 988099361 Età: 22 Non ho mai concluso nulla nella mia vita. Studio all'università (lettere), ma non riesco a prenderla a fondo. Sono all'albore della carriera giornalistica, ma mi chiedo: "é giusto ciò che faccio?". Ho abbandonato una strada sicura nella ditta di famiglia per seguire questa strada, ma ora è ciò che voglio?Quando mi fermo a pensare a me stesso, cado in uno stato di tristezza assoluta. Ho lasciato una ragazza d'oro dopo tre anni e mezzo, si progettava già il futuro (bambini, casa insieme....) e l'ho abbandonata così, perchè mi sentivo oppresso, chiuso... Ho voglia di fuggire da tutto, abbandonare questa realtà, andarmene lontano, viaggiare e raccontare con degli scritti le mie esperienze. Sono stanco della mia vita attuale. Ho paura che sia tutto legato al mio essere "svogliato", ma è qualcosa di più credo, spero, ho voglia di vagare e raccontare tutto delle mie esperienze... Che casino....
Forse quello che vuole fare è appunto "vagare". Ciò la fà sentire in colpa e confuso perchè le convenzioni sociali e le persone che le stanno intorno le chiedono di progettare diversamente la sua vita. Ci conceda, a questo punto, un tempo per "vagare". Vedrà che poi ritornerà con le idee chiare sul suo futuro. Saluti

ANSIA SE VIAGGIO IN TRENO

EriKa N° di riferimento: 110474958 Età: 22 Salve, sono EriKa, ho 22 anni e abito in provincia diCremona. 2 anni fa mi sono iscirtta all'accademia di belle arti a brescia e da li è iniziata la mia vita da pendolare... il primo anno tutto è andato bene...anche se a volte la mattina mi svegliavo molto presto ed ero subito colpita a attacchi di vomito nervoso. L'inizio del secondo anno però è stato davvero insostenibile... non riuscivo a resistere più di mezz'ora su un treno...stavo bene solo se il treno andava nella direzione di casa...questo problema non mi succede invece quando vado a scuola in macchina...da qui ho dedotto che non è un problema legato alla scuola... ma è proprio legato al viaggio in treno. L'anno scorso ho lasciato l'accademia dopo due mesi ma quest'anno ho deciso di riprendere solo che mi si sta ripresentando lo stesso problema ma io non voglio mollare..però ho bisogno di un aiuto per capire quello che ho...Grazie 1000 per l'ascolto. EriKa
E' probabile che non le succeda in auto perchè l'auto le permette di ritornare quando vuole e se la guida lei, ne ha anche il controllo. Cose che non può fare col treno. In ogni caso sono presenti processi ansiosi e di separazionbe che debbono essere oggetti di una più attenta analisi. Saluti

domenica, ottobre 15, 2006

ATTACCHI DI PANICO

Con tanti problemi più seri che ha certa gente, spero di non rubare una mano d'aiuto a chi ne ha di bisogno più di me... Ho 25 anni ed un carattere introverso.Nell'inverno scorso ho attraversato un brutto periodo, ma proprio quando tutto stava andando per il meglio, è arrivato un ATTACCO DI PANICO (la troppa serenità mi ha portato a credere di essere in punto di morte)... in estate ho avuto un piccolo problema di salute fisicamente, risoltosi in pochissimi giorni, ma da quel momento, è rimasta la PAURA.. Paura di stare da sola in un qualsiasi luogo, paura di andare da sola a fare la spesa, paura di andare in spiaggia con gli amici, paura che potesse arrivare la mia ora...un pò di sicurezza la trovavo solo quando ero vicina a mia madre (con la quale dall'infanzia all'adolescenza ho vissuto un rapporto di AMORE-ODIO). Per lavoro, da 6 anni, mi sono trasferita a 1600Km da casa, e questo stato d animo si è fatto ancora più presente da quando è morto un conoscente...Per caso mi sono imbattuta in questo sito e, leggendo la voce "attacco di panico", mi sono un pò risollevata, finalmente ho scoperto che il mio problema forse non è fisico. Quando ho questi momenti, si fanno più insistenti i ricordi negativi... Come potrei superare tutto ciò (ansia, paura...per niente) ? Quando ho questi particolari periodi, mi consiglia di prendere dei tranquillanti leggeri? Non ho trovato un forum , se c'è. Spero di non averle fatto delle domande frequenti e banali. Grazie per la cortesia
Non si preoccupi, domande sugli attacchi di panico sono sempre ben accette, perchè purtroppo è una delle patologie più diffuse. Circa l'uso dei tranquillanti ne deve parlare col suo medico di fiducia e seguire le sue indicazioni, cercando di non abusarne. Ma sopratutto deve cercare di capire le possibili cause dei suoi attacchi. Prendere un ansiolitico è un metodo rapido e sbrigativo per risolvere gli attacchi ma non ne cura le cause. Utile sarebbe oltre a consultare un terapeuta anche frequentare un gruppo d'auto-aiuto su tale patologia. Ce ne sono molti in quasi tutte le città. Legga anche le precedenti email su tale argomento. Cordiali saluti.

USCIRE DA UNA DIPENDENZA AFFETTIVA

Flavia N° di riferimento: 975541155 Età: 36 Caro dottore,è da tanto che vi seguo. Non è la prima volta che Le scrivo, ma ci sono altri tasselli alla mia avventura che dopo tre mesi si sono aggiunti. Mi siete stati d'aiuto per capire che soffrivo di una dipendenza affettiva e che questa è un'ombra che offusca la mia anima, ma che per il futuro imparerò a leggere.Questa consapevolezza non mi fa paura, anzi mi rassicura perché mi consente di capire perché ho sbagliato. Le scrivo, tuttavia, per rendere una testimonianza. Per far conoscere fin dove può arrivare la miseria delle persone che instaurano le dipendenze affettive e come chi ha il ruolo della vittima possa finire con il rimanere schiacciato dagli eventi. Ma le scrivo anche per riconoscere che grazie ad un maggiore distacco si può provare a lasciare che le azioni degli altri non siano motivo di disperazione. La storia è lunga e non voglio indugiare. Ne riassumerò i tratti salienti. L'avevo già raccontata ma ora sono accadute nuovi eventi e conosco altri elementi, prima a me ignoti. Sono stata fidanzata con una persona per due anni. Si è trattata di una storia che è iniziata da subito con delle complicazioni. Lui è una persona che nella vita si è sempre fatto travolgere dagli eventi piuttosto che dominarli. Ha paura delle relazioni, ma si fidanza continuamente, non consente alle sue donne di avvicinarsi fino in fondo, e poi quando le perde si chiede se è un pazzo.Quando avrebbe potuto sposarsi si è spaventato e l'ha persa. Quando avrebbe potuto avere un figlio l'ha fatta abortire e poi ha proseguito il rapporto anche in virtù di quella che poi ha vissuto come una tragedia. Quando non voleva niente ha messo incinta una donna che lo ha incastrato per tutta la vita in quanto si è tenuta il bambino. Un bambino che lui non voleva e che in due anni non è mai riuscito ad amare, né in fondo ha mai provato ad avvicinarsi a lui seriamente.Come si capisce bene è il profilo di una persona, diciamo, complicata. Sono arrivata io. Proprio a ridosso della nascita del bambino. Lui peraltro si era rifiutato di assumere notizie sulle scelte della madre, sicché io non sapevo, e lui non ne era cosciente, che da lì a poco sarebbe diventato padre. Sono rimasta accanto a lui, pur facendomi molta paura la sua situazione psicologica. E sono stata la classica donna devota. Devota a lui in tutto, pur covando un malessere di fondo che non mi ha mai abbandonato. In breve, sono passati i mesi, talvolta, ci siamo anche allontanati. Lui succhiava da me tutto il mio amore. Mi manipolava, mi spingeva ad esprimermi al massimo, mi metteva alla prova perché in fondo voleva conferme. Perché pensa che in fondo nessuno può amare candidamente. Come ha riconosciuto lui stesso da recente, ha cercato sempre il mio limite. Voleva conferme sul fatto che io non fossi realmente la persona che aveva accanto, che fossi sporca e isterica come tutte le donne. Voleva la dimostrazione che prima o poi gli avrei fatto del male, lo avrei tradito, non tanto fisicamente, ma nel modo in cui ero e nei valori di onestà, dialogo, serenità e comprensione, in cui fermamente manifestavo di credere e per i quali spendo la mia vita con tutti. Ma questo limite non lo ha mai trovato. Al contempo, ha cominciato a distruggere il nostro rapporto. Non mi voleva, non mi amava e pur chiedendomi e manifestandomi una grande felicità per quello che giorno per giorno gli dimostravo, ringraziandomi per questo amore dolcissimo, facendomi sentire una persona unica, tramava alle mie spalle. Si è entusiasmato della "amica" con la quale aveva un rapporto morboso da ventanni. Lavoravano insieme, lui era il suo punto di riferimento, colmando i vuoti della sua vita, e lei aveva il ruolo che non potevano avere le sue fidanzate, tenute sempre ad una distanza di sicurezza. Ciascuno aveva l'arroganza di non sentire mai il vuoto sotto i piedi, quel vuoto che l'amore quando è vero spesso ti fa sentire.Sono stati insieme, dapprima in un periodo in cui noi eravamo lasciati e lei era sola: ma poi lei lo ha lasciato in asso senza una parola rimettendosi con il suo fidanzato di dieci anni. Poi dopo circa sette mesi, non so se prima o dopo che lei si lasciasse nuovamente, hanno ricominciato a stare assieme, agendo non so per quanto tempo alle mie spalle. Mentiva e lo faceva in modo che ora mi appare spudorato, che mi fa paura perché perverso.Nel frattempo abbiamo vissuto il periodo più intenso e dolce della nostra storia, dove lui talvolta sembrava mi amasse. Durante il quale faceva progetti, sia pur timidamente e con una grande ritrosia. All'improvviso - un mese - ha cambiato atteggiamento e mi ha lasciata, dicendo che non mi amava, che era incapace di arrivare al fondo delle sue storie; che arriva sempre allo stesso punto e al momento della svolta distrugge tutto. Io ho sempre avvertito tutte le sue paure. Sono riuscita a leggere quell'inquietudine che annida nel suo cuore, vivendo un sentimento empatico che mi avvolgeva e mi riempiva della profonda conoscenza del suo animo. Ho sofferto ma speravo che avrebbe fatto un percorso quanto meno per capire meglio il suo animo. Esattemente come ho cercato di fare io. Bene, dopo soli tre mesi, lei è incinta, la notizia l'ho appresa da poco. Ed è chiaro che ciò è successo a ridosso dalla fine del mio rapporto. La cosa che mi ha fatto più male non è il tradimento, ma il fatto che mentre io lo difendevo agli occhi di un mondo che lo ha sempre criticato, dicendo che era una persona negativa, io lo ho sostenuto e gli ho dato un amore puro. Lui orami ha detto che invece non avrebbe dovuto ricominciare la storia con me dopo lei e che ha agito per sgretolare il nostro rapporto, volendo così vendicarsi delle donne.Ma non è finita. Ora ha paura di ciò che gli sta accadendo, del bambino, di questa donna che infondo non conosce come compagna, non sa quanto lo ama, e peraltro aveva una granfretta di avere un figlio (ha 40 anni). Ora dice che si rende conto che il mio era un amore sincero, crede in chi sono e pensa che una persona come me, capace di accogliere e sostenere, di andare al fondo delle cose e di volere andare oltre, non la potrà più avere, che mi ha voluto e ora che mi ha perso mi vorrà moltissimo.Ho mille pensieri e mille convinzioni. Ancora una volta penso a lui: la sua miseria mi fa una profonda pena. Non riesco ad odiarlo, ancora lo guardo con il cuore che si stringe. E' come se lo guardassi dall'alto e lui mi fa una tenera tristezza.Alla fine, sono distrutta perché il mio amore candido è stato oltraggiato nel peggiore dei modi. Sento, però, di stare bene. Mi sento forte; a pezzi maforte; perché ho forte dentro di me la consapevolezza che la mia fortuna è il mio essere una persona buona e capace d'amare. Mi sento forte perché adesso conosco anche quali erano i miei problemi. Vorrei che la vita mi desse un'altra chance, ma allo stesso tempo non mi spaventa stare da sola. Mi nutro del mio equilibrio e della ricerca di me. Non cercherò quello di cui ho bisogno negli altri. Non avverto il bisogno degli altri, ma - questo sì, lo devo ammettere - avverto la voglia di avere la possibilità di amare in modo ancora più maturo di quanto non abbia mai fatto. Chissà se alla fine la vita darà anche a me questa occasione. Certo, non nascondo che ho paura di ricadere nei miei errori, soprattutto perché mi sono sempre innamorata di persone che mentalmente erano stimolanti ma che psicologicamente si sono rivelate dopo un po' fragili. A volte dottor Cavaliere vorrei che qualcuno mi dicesse che lui sarà un infelice, vorrei che qualcuno mi dicesse che nella vita la cattiveria e la perversione si paga. Lei cosa pensa? Ciò non toglie che il dolore è la manifestazione più lampante di insensatezza!
Flavia la ringrazio per la significativa testimonianza. Lei ha iniziato un percorso di "guarigione" che è ancora lungo e doloroso ma se sarà determinata e tenace riuscirà. Ed il dolore che prova non è insensatezza ma lo consideri il più saggio dei consigliereri, l'unico che può dare la forza di compiere un percorso d'uscita dalla dipendenza affettiva. Cordiali saluti.

ASTENIA

Lucia N° di riferimento: 83389934 Età: 20 Buon giorno, ho un’opinione da chiedere. Ultimamente sono sempre stanca, stressata, nervosa e non riesco a capire il motivo. Sento che non dipende dal fisico ma c’è qualcosa di psicologico ma non riesco a capire cosa. Fatico a dormire, mi sveglio molto durante la notte e al mattino mi sveglio che sono più stanca della sera. Premetto che il lavoro che faccio non mi soddisfa per nulla ma non ho la forza di cercare di cambiare, ma altri problemi che mi turbano non mi pare ce ne siano. Quando sento il mio fidanzato la conversazione finisce sempre per irritare entrambi, non capiamo cosa non va, forse sempre per il mio stato d’animo. Non voglio che si rovini il rapporto per questo.Non so che fare..potete aiutarmi? Grazie.
Innanziutto è il casi che fai qualche accertamento diagnostico per questa tua "astenia". Solo dopo che si può escludere una causa fisica è il caso di pensare ad una causa psicologica. In quest'ulitmo caso potrebbe essere sia un malessere transitorio che nascondere un disagio più profondo. Saluti

venerdì, ottobre 13, 2006

BISOGNO DI TAGLIARSI

Joe N° di riferimento: 161779731 Età: 14 Vorrei sapere perchè mi taglio, io non capisco ne sento il bisogno se non lo faccio di notte sogno di farlo ci penso continuamente lo voglio, amo vedere il sangue, non sento dolo amo sentirmi viva, io amo i tagli, ma perchè?
Il tuo bisogno di tagliarti può rappresentare una forma di autolesionismo (vedi http://www.iltuopsicologo.it/autolesionismo.asp) E' necessario, anche se non vuoi, che ne parli con i tuoi genitori. E' difficile che riesci a superare il tutto da sola, sopratutto alla tua età. Saluti

CENTRI PER IL MUTISMO SELETTIVO

dibodi N° di riferimento: 495240910 Età: 42 Mia figlia Clara, di tredici anni, è affetta da tempo da mutismo selettivo e, nonostante sia stata seguita fin dall'inizio da personale qualificato, a tutt'oggi non ha risolto il suo problema. Vorrei sapere se esistono centri o professionisti specializzati nella cura di tale disturbo.Grazie.
Non mi risultano in Italia centri o prodessionisti specializzati per il mutismo selettivo. Sicuramente sono presenti all'estero e li può trovare al seguente indirizzo: http://www.selectivemutism.org/. Cordiali saluti. Dott.ssa Rosalia Cipollina

SBALZI D'UMORE

malia N° di riferimento: 834398876 Età: 28 Penso di soffrire di ciclotimica. Ho continui sbalzi dumore passo dalla felicità assurda alla tristezza quasi apatica. Sono triste il più delle volte mi alzo e vado a lavorare nn mi va di uscire a volte ho anche paura e poi piango per ogni cosa ma sopratutto quando si parla d amore o sentimenti. Comunque sto malissimo
Lei non mi fornisce molti elementi per poterle dare una risposta. Comunque ritengo utile che abbia un cosnulto specialistico. Cordiali saluti.

sabato, ottobre 07, 2006

INSICUREZZE ED INDECISIONI


Rita N° di riferimento: 573297117 Età: 28 Gentile Dottore, approfitto di questo mio momento di decisione per scriverLe ringraziandoLa in anticipo per la risposta e i consigli che spero mi possa dare. Il mio problema credo sia una grande insicurezza che mi accompagna da una vita e che io chiamerei anche indecisione (non so esattamente se psicologicamente parlando le due cose possano considerarsi sinonime).. per questo motivo scrivevo inizialmente che approfitto del momento di “decisione”, perché sono mesi che penso e ripenso se scrivere o meno sul suo sito, che scrivo e riscrivo la mia lettera e poi la lascio archiviata senza inviargliela. Come questo avviene per una lettera si ripete da anni nella mia vita anche per ogni altra cosa o quasi, dalla più banale e semplice alla più importante. Così sono indecisa sul colore della maglietta da comprare (e magari una volta definito il colore sono indecisa se comprarla o meno!), se uscire a cena con gli amici o stare a casa,se vedere un film o un altro, se fare o meno un acquisto importante…e poi sulle decisioni più serie come quelle relative alle mie relazioni sentimentali ho varie difficoltà come quella di definire se ad esempio un ragazzo possa piacermi o meno e così ecco che la mia insicurezza/indecisione fa danni anche in questo campi meno banali. Sono capace di perdere giorni e giorni alla ricerca del mio parere (sono anche una persona estremamente razionale e forse troppo pensante) e spesso senza esito..la cosa più brutta infatti è che in tutto questo sembra che io non abbia praticamente le idee chiare mai, a volte mi chiedo cosa mi piaccia veramente e non riesco a darmi una risposta precisa.(A parte dei punti fondamentali della mia vita quali le mie credenze e i miei principi).Per tornare all’esempio più banale molto spesso di una maglietta non so dire esattamente se mi piaccia o no. E poi mi capita su alcune cose di essere influenzabile, sembra sempre che abbia bisogno del parere delle persone che stimo e di cui mi fido e che poi mi convinca solo con le loro parole e le loro opinioni. Preciso che non voglio ne ho bisogno di piacere agli altri ma non so davvero a volte cosa pensare e ho bisogno di un supporto, di una guida. Perché tutto ciò? Nell’analizzarmi, una cosa che credo di sapere con certezza (qualche certezza ce l’ho!) è che questo non è dovuto a traumi o problemi particolari del passato semplicemente perché sono consapevolissima di non averne avuti. Sono cresciuta bene in una buona famiglia che oltre a dei sani principi ha saputo darmi il giusto affetto. Inoltre sono stimata dagli amici e sono sempre stata abbastanza corteggiata dai ragazzi. Eppure forse il problema potrebbe venire da mio padre perché in questo mio carattere vedo proprio lui con le mie stesse caratteristiche, lui che a monte però ha avuto quel trauma che probabilmente le ha procurato questa insicurezza e che forse l’ha trasferita a me semplicemente per via genetica. Vedo lui e vedo anche suo padre e mi ci rispecchio precisamente. Le stesse problematiche. Ora quindi il punto non è voler capire le cause di tutto ciò ma come potrei venirne fuori in modo pratico. Ho fatto tanti tentativi ma con pochi e piccoli progressi. Sembra forse una cosa da niente ma così invece non si vive affatto bene. Intanto passano gli anni e magari le decisioni più importanti (come quella di avere qualcuno accanto) non ho saputo ancora prenderle. La ringrazio ancora e porgo i miei saluti.
Innanzitutto mi scuso per il ritardo con cui le rispondo. Spero che ciò non abbia aumentato le sue insicurezze, visto che finalmente si era decisa a scrivermi. Ironia a perte (che è terpautica, impari ad usarla) vediamo di fornirle delle indicazioni. Insicurezza ed indecisione sono i due lati della stessa medaglia. Non è possibile intervenire sull'uno se non s'interviene sull'altro. Và cercata d'attenuare l'insicurezza di base che rende indecisi. Ma è un processo molto lungo e doloroso, che và fatto necessariamente. Nel frattempo "decida" comunque iniziando dalle cose più banali, come la scelta di un maglione. Scelga sulla base della prima "decisione" che le viene di prendere, senza considerare le successive. Anche se "sbaglia" o se ne "pente" si saranno poche conseguenze "negative". Anzi scoprirà di sbagliare meno di quello che pensa. Man mano che riuscirà a decidere su cose banali passerà a "scelte" un pò meno banali. Per le scelte "affettive", invece, dovrà necessariamente fare chiarezza dentro di sè e sul suo passato. Cordiali saluti.
Gentile dott. Cavaliere, volevo semplicemente ringraziarLa per l'attenzione che mi ha dato rispondendo alla mia lettera. Non è necessario che lei pubblichi questa mia risposta perchè come Le ripeto è un modo per ringraziarLa...in realtà è vero come Lei stesso scrive che non aver ricevuto risposta a breve aveva alimentato un pochino questa antipatica insicurezza! Volevo anche dirLe che per carattere sono ironica come mi suggeriva ma forse è anche vero che per quanto riguarda questo aspetto a lungo andare l'ironia è sfumata lasciando posto al malcontento generato dal non riuscire a cambiare. Se decidesse di pubblicare comunque anche questo mio commento alla Sua risposta sarei grata di capire meglio se sia possibile (come supponevo nella mia prima lettera) aver semplicemente "ereditato" questo difetto caratteriale. Da parte mia proverò a prendere le decisioni più semplici sulla base del primo pensiero che avrò in mente anche se quello che mi spaventa come Le dicevo è a volte l'incapacità di definire esattamente se una cosa mi piaccia o meno! Spero di migliorare! Grazie ancora. Cordiali saluti,Rita.
Il bambino è il padre dell'uomo. Tendiamo più che ad ereditare a replicare certi copioni familiari. E' probabile che sua madre o suo padre le abbiano "trasmesso" certi aspetti del suo carattere. Saluti.

QUESITI "AFFETTIVI"

Mario N° di riferimento: 677909594 Età: 27 Buongiorno sono ragazzo di 27 e vorrei chiedere gentilmente il parere dell' esperto riguardo ad una problematica direi a carattere sociale inerente l'amore. Sono single ed ho avuto poche storie d'amore, ma molto intense. Sono un tipo molto sentimentale ma mi sto accorgendo come stia cambiando il modo di pensare delle ragazze. E' molto più facile trovare una ragazza per una serata che per una storia seria. Anzi per assurdo se conosci una ragazza e provi ad essere un pochino piùprofondo rischi di stancarla e di annoiarla……….E poi quanti tradimenti, quanti intrecci e tresche amorose si nascondono dietro ogni persona anche quella più riservata e moralmente più rigorosa. In realtà mi sono trovato in situazioni in cui le emozioni prendono il sopravvento sovrastano la ragione e danno spazio a quelloche poi chiamiamo tradimento.Ma Professore le chiedo, perchè non si può mai stare tranquilli con unaragazza? Perché corrono dietro alle passioni e non sanno resistere alletentazioni? Perché sono così vulnerabili? Non capisco!!!!!!! Se in un rapporto sei troppo apprensivo rischi di cadere nella monotonia, se dai troppa sicurezza alla amata, lei rende scontato il fatto che tu ci sarai sempre e comunque…..seti mostri duro e deciso rischi che corrano dietro ad un tenero amante…..ma allora come ci dobbiamo comportare per vivereuna storia d’amore senza paura del futuro? Cosa ha reso le ragazze cosìfragili?Grazie ancora Professore per il tempo prezioso che mi sta dedicando.
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mic N° di riferimento: 787535601 Età: 22 Ho deciso di chiedervi aiuto perché da un po' di tempo sento di star male. Sto insieme ad un ragazzo da più di 6 anni e con lui ho un rapporto bellissimo. Purtroppo però anche nella nostra storia ci sono dei problemi, causati da un'altra persona: sua madre. Infatti i suoi genitori si sono separati quando lui aveva 7 anni e da allora vive solo con la madre. Ma a mio avviso questo loro rapporto è un po' troppo morboso. Siccome lei soffre di ansia, vuole che tutto quello che le gira intorno venga fatto secondo i suoi criteri. Questo significa che cerca in tutti i modi di controllare la vita del figlio perché un minimo imprevisto la fa agitare. Lui sta sempre con ilcellulare in mano perché se per caso non risponde succede un finimondo. Una volta ha avuto anche il coraggio di metterlo vicino al letto mentre facevamo l'amore, perché se squillava poi non lo sentiva!! All'inizio pensavo che questi problemi fossero dovuti al fatto che eravamo dei ragazzini, ma adesso abbiamo più di 22 anni e la situazione peggiora di giorno in giorno. Se usciamola sera, lei lo chiama almeno una volta per chiedergli dove sta,e se facciamopiù tardi di mezzanotte diventa una belva, perché lei il giorno dopo deveandare al lavoro e non può aspettare in piedi fino a tardi. Io non so cosafare. Non abbiamo più amici per uscire il sabato sera perché (giustamente)tutti si ritirano più tardi di noi e siamo costretti da qualche anno ad usciresempre da soli. Sembriamo una coppia di pensionati. Io sto molto male e non riesco neanche più a studiare, perchè ho sempre la mente piena di pensieri. Seprovo a parlare con lui, sembra di parlare ad un extraterrestre perché è comese facessi delle pretese assurde, quando invece gli sto chiedendo solo un po dinormalità, di essere come tutti i ragazzi della nostra età. Chiedo troppo?Forse sono io il problema? Scusate il mio sfogo, ma non ce la faccio più.Vi prego, aiutatemi! Sono veramente disperata e non so con chi altro parlarne.
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Diego N° di riferimento: 317285447 Età: 23 Caro Psicologo,mi chiamo Diego, ho 23 anni, sono un ragazzo apparentemente senza problemi, sono abbastanza attraente, laureato, ottime condizioni economiche, molti amici. Tuttavia la mia vita è profondamente infelice. Ho un padre piuttosto anziano che mi vuole molto bene, ma scontroso e duro, che fatica a trasmettere i suoi sentimenti, cerca infatti di accontentarmi tramite il denaro. Mia madre mi vuole molto bene anche lei ma ho un rapporto conflittuale con lei, non provo amore nei suoi confronti, anzi a volte la disprezzo. Non è sempre stato così,quando ero più piccolo le volevo molto bene. Lei è stata sempre molto oprressiva e protettiva nei miei confronti, anche essendo figlio unico. Forsele può essere utile sapere che quando avevo 7-9 anni lei soffriva di attacchi di panico.Ora arriviamo a me: nel settembre 2003 ho conosciuto una ragazza in università,si chiama Federica, ci siamo messi insieme e io me ne sono perdutamente innamorato, anceh lei si è innamorata di me e abbiamo cominciato una magnifica storia, davvero intensissima; infatti abbiamo vissuto praticamente insieme sinoa giugno 2004, quando ci siamo lasciati. Ci amavamo moltissimo, un\'amore puroe profondo che mi ha portato alla rovina...infatti ci siamo lasciatiapparentemente in modo inspiegabile, lei un giorno si è alzata dicendomi chenon mi amava più ed è finita. Io però ammetto di essere stato possessivo versola fine del rapporto, ero morbosamente infastidito dal fatto che lei avesseavuto rapporti cona ltri prima di me. Voglio sottolineare che mi ritengo unapersona molto profonda, che amplifica le sensazioni e i sentimenti, a volte esagerando. In realtà la storia non finisce qua perchè, in un modo o nell\'altro abbiamocontinuato a vederci, tra odio e amore (più da parte mie) per molto tempo, iosono stato con altre ragazza e lei con altrei ma alla fine ci siamo sempre\"ritrovati\"(anche con vari rapporti sessuali). Io ho sofferto moltissimo,credevo di essere depresso fino a quando ho avuto (marzo 2005-settembre2005) unrapporto con un altra ragazza a cui ero discretamente legato, dopo sono statoun po\' meglio, tanto che io e Federica abbiamo avuto un rapporto di\"amicizia\" abbastanza tranquillo, con alcuni tentativi di riprovare a stareinsieme.Ora, dopo aver passato un\'ennesimo weekend (1-2-3 Settembre insieme in cuic\'era tensione che si è risolta con una forte discussione, lei mi ha detto cheio probabilmente ho un problema e nopn riesco ad ammettere di essere ancorainnamorato di lei, o perlomeno di avere un\'ossessione nei suoi confronti e divolerla in qualche modo solo per me, anceh accontentandomi di pochi momentipassati insieme.Io credo che abbia pienamente ragione.In questi due anni e mezzo tra mille peripezie ho sempre in fondo desideratoquesta ragazza, non so se quando la consideravo un\'amica, seppur speciale, inrealtà volessi davvero la sua amicizia. Personalmente la ritengo senza alcundubbio la persona più improtante della mia vita, il fatto di stare lontano dalei mi addolora, mi sento triset pur sapendo che nella mia vita lei ci saràsempre perchè siamo immensamente importanti uno nei confronti dell'altra.Troppi aspetti della mia vita sono legati a lei, certe cose le faccio solo perpoterla fare felice e rimpiango sempre il passato dicendo "non ci sarà nessuno come lei". un ultimo aspetto: ho notato che quando sto male in qualche modo mi piace stare in quella condizione, che vorrei finisse il dolore ma in realtà non faccio niente per eliminarlo.Ora io so di avere un problema, forse un'ossessione che all'inizio era una nevrosi, ma non so cosa fare. Vorrei andare in analisi ma non so se davvero posso trovare una via d'uscita o solo un paliativo.Spero che queste poche parole servano a lei per darmi almeno un consiglio. La ringrazio anticipatamente per la risposta.Saluti
Mi scuso con chi mi ha inviato le suddette richieste di consulenze se ho "unito" quest'ultime in un solo post. Purtroppo per ragioni di tempo non mi è possibile fare altrimenti. Le suddette richieste riguardano problematiche sentimentali, relazionale e di coppia che sono trattate nel sito www.maldamore.it . Inoltre nel suddetto sito è presente anche un forum (http://www.maldamore.it/public/forum/) dove si puiò richiedere indicazione e sostegno per le tematiche suesposte. Rimando, anche se me ne dispiace, a porre gli stessi quesiti nel sito e forum suindicati. Cordiali saluti.

martedì, settembre 19, 2006

LUTTO NON SUPERATO

angelo N° di riferimento: 137698533 Età: 27 2 mesi fa è morta la nonna della mia ragazza. Inizialmente sembrava affrontare bene il lutto ma dopo pochissimi giorni ha iniziato una bella e lunga fase di distrazione, iperattività, spensieratezza e quant'altro le permettesse di evitare e non affrontare il problema della nonna. Credo abbia attraversato e si sia fermata nella fase aggressiva dell'elaborazione del lutto e nn pare abbia nessuna intenzione di uscirne! Ovviamente è piena di sensi di colpa per aver provato sollievo nel vedere la nonna andare via e liberare lei e tutti gli altri familiari dal "peso" di quasi 3 anni di malattia. Era legatissima a lei come ad una mamma e gli effetti della perdita mi sembrano veramente pesanti. Gli ultimi mesi sono stati tremendi per lei...si è fatta carico del dolore della mamma e del nonno reprimendo il suo...ha trattenuto lacrime e ogni altra manifestazione di sofferenza per nn gravare ancor piu sui familiari gia provati dalla malattia della nonna... ha praticamente sostenuto tutta la famiglia da sola a soli 24 anni!! Passava giornate intere al fianco della nonna e si sentiva in colpa anche solo ad allontanarsi per 5 minuti!! Ogni tanto si concedeva una pausa nella sua cameretta ma solo per dare un minimo di sfogo al suo dolore! Inevitabilmente è scoppiata!! Purtroppo ha allontanato molte persone care solo perchè la vedevano strana e diversa e cercavano di parlarle o di farla pensare alla sua situazione...ha tenuto intorno a se solo ciò che poteva darle "nulla da pensare"!! Sono passati 2 mesi ma sembra ancora lontana dal volere affrontare il problema..lontana dal voler affrontare i suoi sensi di colpa ingiustificati..lontana dal volersi riprendere le proprie emozioni e tornare alla vita...cerca solo di impegnare la giornata con mille impegni per continuare ad evitare il problema!! Io mi sono documentato per quanto mi è stato possibile sull'elaborazione del lutto... ho cercato di starle comunque vicino senza forzarla e senza imporle niente di niente.. ho provato sulla mia pelle la fase di autolesionismo che l'ha portata a punirsi per i sensi di colpa e credere di nn meritare l'amore degli altri...cerco di darle segnali positivi e spesso sento che lei ne ha bisogno, li apprezza ed è quasi combattuta per la "voglia di reagire"...ma poi purtroppo si ritira dentro il suo guscio e nn vuole sentire parlare di niente che nn sia leggero e nn riguardi i soli pochi minuti che ha davanti... tutto ciò che implica proiettarsi di giorni o mesi nel "futuro" sia con la mente che con i sentimenti le causano blocchi improvvisi!! Sono molto preoccupato per lei e nn so cosa poter fare per farla iniziare a parlare, a ricordare, a dare sfogo alle proprie emozioni e alle proprie necessità!! Ovviamente sono preoccupato anche per la nostra storia d'amore...eravamo felicissimi e tutt'ora quando passiamo del tempo insieme lei è praticamente quella di una volta...ma se si parla di futuro o di risolvere delle situazioni o del problema "nonna" si blocca tutto all'istante! Lei dice di ricevere tanta forza da me e dal sapere che comunquevoglio starle vicino per aiutarla...non so però se faccio bene o se dovrei lasciarla stare da sola..So che ci vuole del tempo...che ogni prsona reagisce diversamente...che a seconda del legame con la persona amata si reagisce in modi e tempi diversi...etc etc etc...starle vicino, farle sentire la propria presenza, nn forzarla e nn costringerla ad affrontare il problema...etc etc etc...ma qui dopo 2 mesi siamo ancora di fronte ad un "muro" che si rifiuta categoricamente di fare anche un solo piccolo passo...che fare?? Grazie mille per la disponibilità!!
Spesso la morte di una persona cara inconsciamente rappresenta la morte di una parte di sè stessa che si era proiettata in quella persona. E' ciò che può essere successo nel caso della sua ragazza. Il suo oltre ad essere un lutto esteriore è anche un lutto interiore, per una parte di sè stessa che si perduta. In questo caso il processo d'elaborazione del lutto è più doloroso è più lungo perchè bisogna colmare anche la propria "mancanza interiore" che la presenza della nonna, col suo bisogno di cure, colmava. Questa morte, inoltre, ha rotto un equilibrio interno della sua ragazza, che dovrà trovare, adesso, un nuovo e diverso equilibrio. Come vede il dolore per una morte può avere diverse origini e lei può aiutare la sua ragazza a vedere oltre le "apparenti cause" Saluti

NON PIU' MARTIRE

Fabio N° di riferimento: 133251322 Età: 17 Salve, dott. tempo fa le ho già scritto una richiesta che lei ha pubblicato il giorno 25 marzo con il titolo di assertività, veda da quel giorno io sono rimasto sempre lo stesso, ho cercato di attuare i " diritti assertivi", ma non ci sono riuscito, e sono al punto di partenza.. l'anno scolastico è passato velocemente diciamo che è finito anche tranquillamente rispetto a com'era inziato... ma ora sta per iniziare il nuovo anno, e io non voglio che si ripeta quello che è successo quest'anno, voglio cambiare, ma è possibile che la timidezza è più forte di me?? Ma come si fa a vincerla?? Qual'è l'arma migliore per distruggerla?? quest'anno voglio dimostrare ai miei amici che sono cambiato, non voglio essere più il " martire", della classe, la prego di darmi qualche consiglio affinchè io possa riuscirci...Attendo una sua risposta!!! Grazie Dott!!!!
E' normale che i timori riafforino all'inizio del nuovo anno scolastico. Continui a perseguire i diritti assertivi. Quest'ultimi vanno "coltivati" nel tempo, indipendentemente da eventuali risultati deludenti nel breve termine. Un suggerimento per il nuovo anno: cerca di "scompattare" il "branco classe" nei tuoi confronti. Conquista l'amicizia e la stima di uno dei rappresentatnti più influenti del "branco" , ti servirà per essere accettato da tutti gli altri. Saluti

martedì, settembre 12, 2006

REGRESSIONE INFANTILE

202141883 Età: 30 Sono una mamma di una bimba di 18 mesi, da quando aveva 4 mesi ha iniziato a succhiarsi il pollice. Fino a 3 mesi è riuscita a stare senza il succhiotto(tranne i primi tempi che lo teneva solo per poco, poi vedendo che non era dipendente, ho deciso di non abituarla ad esso.) Lei è nata il 25 febbraio 2005 a .......... (SO), poichè vivevamo in provincia di Sondrio, poi alla metà di giugno 2005 (aveva 4 mesi) ci siamo trasferiti in provincia di Pisa. Ricordo che appena arrivati qui la bimba ha sofferto molto il caldo, e ha pianto molto, vista l'elevata differenza climatica, in quanto prima vivevamo in un paese di montagna con un clima fresco d'estate. Premetto che fino a quel momento la bimba dormiva sul mio corpo giorno e notte, poi visto l'eccessivo caldo siamo riuscite a distaccarci, e si è abituata a dormire sempre vicino a me, ma sul letto. In attesa che ci consegnassero l'appartamento, abbiamo alloggiato in un monolocale, che non era il massimo dell'igiene; quindi appena lei me l'ha permesso, tra un sonno e un giochino, mi sono messa a pulire per garantirle un ambiente "pulito"; poi nel momento in cui lei ha reclamato la mia presenza, io l'ho tranquillizzata con la mia voce e l'ho invitata ad aspettare e che sarei andata da lei (visto che io c'ho parlato da sempre e continuo a farlo, ho come l'impressione che lei mi ascolti e mi capisca) Dopo pochi giorni o anche già il secondo giorno, l'ho trovata sul letto che si succhiava il pollice. Io l'ho attribuito alla mancanza di contatto sul mio corpo, o alla mia mania di pulizia e al suo bisogno di cercarmi in quel momento. Io le dedico tutto il mio tempo, dalla mattina quando si sveglia, alla sera quando si addormenta, ma non mi sembra mai tanto. Ora io mi sento in colpa, sento di attribuire il suo succhiarsi il pollice ad una mia mancanza. Mi sono interrogata tante volte e mi sono data risposte che però non riescono a tranquillizzarmi, perciò spero che lei riesca a sciogliere questi miei dubbi e a risollevarmi da questi sensi di colpa.Ringraziandola anticipatamente le porgo i miei più cari saluti. Carmen
E' possibile che di fronte ad un cambiamento "ambientale" la bambina abbia subito un piccolo trauma. La sua risposta, al fine di sentirsi sicura, è stata quella di ritornare a succhiarsi il pollice. Non si attribuisca nessuna colpa e sia serena, il succhiare il pollice scomparirà col tempo. Scomparirà ad una condizione: che lei non continui ad essere così presente e protettiva nei confronti di sua figlia, non permettendole, così, di "crescere".Cordiali saluti. Dott.ssa Rosalia Cipollina

lunedì, settembre 04, 2006

SCELTE DIFFICILI

luca N° di riferimento: 767371732 Età: 34 Salve Le scrivo per sottoporLe un problema che mi trovo per la prima volta ad affrontare e dalla quale soluzione può dipendere il mio futuro.
Sono un ragazzo di 34 anni, sposato da tre con una ragazza conosciuta nove anni
fa. Sono un militare di carriera in aspettativa in quanto in questo momento sto svolgendo un dottorato di ricerca in fisica. Ho deciso dopo varie pressioni nell'ambiente che mi circonda, famiglia e amici, a rivolgermi per la prima volta ad uno psicologo per cercare di trovare una spiegazione e quindi una soluzione in un momento particolarmente critico della mia vita, ad un problema caratteriale esistente da sempre. Io sono un ragazzo che ha avuto sempre tantissimi interessi nella vita. Per gli amici sono una persona dai ritmi insostenibili, sport, viaggi, hobby, tanto che nessuno riesce a starmi dietro.
Questa vivacità è però sicuramente legata ad una fragilità ed ad una irrequietezza di fondo che mi fanno sentire la necessità di cercare in continuazione nuovi stimoli, nuove esperienze. Tutta la mia vita è stata quindi costellata da cambiamenti di interessi, di solito nel momento in cui, raggiunto un livello accettabile in una qualche disciplina, era necessario dare qualcosa in più che io non potevo o non riuscivo a dare. E questa impossibilità di raggiungere dei risultati migliori, questo bisogno di alzare sempre l'asticella fino ad un punto che non riuscivo a superare, mi faceva perdere interesse per la determinata cosa in favore di una nuova, da cui ricominciare da zero. Questo lato del mio carattere ha forti ripercussioni sui lati lavorativo ed affettivo. Da un punto di vista lavorativo sono entrato nelle forze armate dopo problemi all'università e sotto pressioni della mia famiglia. Ma, pur trovandomi abbastanza bene, sentivo e sento che non è il posto per me. Allora ho cercato un'alternativa che ho trovato, al momento, nell'esperienza all'università. Ma anche qui mi sono bloccato spaventato dalla necessità di dare un qualcosa che non penso di essere in grado di dare. Ed allora ho fatto e vinto il concorso SSIS per partecipare alla scuola di
insegnamento secondario posto che è tutt'ora congelato per incompatibilità burocratiche con il dottorato. Questo tenere i piedi su più staffe è una caratteristica che affronto, e qui vengono le note più dolenti, anche nel campo affettivo. Sono sposato con una ragazza di cui, in fondo, non non sono mai stato profondamente convinto. In realtà ho sempre apprezzato le sue doti di dolcezza ed attenzione nei miei confronti, che sono quelle che mi hanno fatto andare avanti nei momenti più difficili sia della mia vita in generale che in quella con lei, in particolare. Però ho sempre sentito questo disagio legato ad una insoddisfazione fisica e culturale del nostro rapporto. La mancanza quasi totale di esperienze prima di lei con altre ragazze ha certo comportato l'accettazione di questa situazione. Ed allora ho cercato in altre ragazze quello che lei non mi dava, tradendola fisicamente ma soprattutto psicologicamente, cioè provando forte interesse per altre ragazze, di solito mai ammesso a loro nè particolarmente corrisposto. Fino a che ho conosciuto una ragazza di 30 anni molto bella per la quale ho provato subito un forte interesse fisico e dalla quale ero corrisposto. Questa ragazza è però decisamente diversa da me e dalle ragazze per le quali ho provato interesse prima, pur avendo la mia stessa irrequietezza e voglia di fare tantissime cose. Una ragazza di cui ho anche un pò paura, così bella ed indipendente. Nel frattempo però ho messo incinta mia moglie che si trova ora al terzo mese di gravidanza. Con questa altra ragazza abbiamo deciso, più lei che io in realtà, di non vedersi nè sentirsi fino a che le situazione non si fosse chiarita: in pratica lasciare mia moglie per lei (un pò alla cieca visto che eravamo usciti solo poche volte) o restare con mia moglie. Nella confusione generale nella mia testa ho deciso di lasciare mia moglie, pur col figlio in arrivo, più che altro per forzare una situazione di disagio da cui capire la cosa giusta da fare. Ed infatti ancora, pur con molta sofferenza, non ho contattato l'altra ragazza.
Ed è a questo punto che ho deciso di rivolgermi a voi: come capire cosa voglio dalla vita, qual'è la mia strada, quale la mia dimensione? devo imparare ad accettare quello che ho o è giusto cercare sempre qualcosa di più? è un problema di maturità e di difficoltà nel prendermi le mie responsabilità, o sono state scelte non mie (lavoro e alla fine anche moglie, visto che non ero convinto) che ora devo affrontare tutte insieme?
Da domani (30/08/06) comincio una terapia con una psicologa presa a caso da un
elenco. Vorrei sapere, se potete, come la pensate e se è il caso di rivolgersi a psicologi, magari specializzati in problemi simili il mio. Non ho assolutamente esperienza in questo campo e non so bene come comportarmi. Vi ringrazio per la disponibilità
Mi permetta, ma anche la scelta di recarsi da una psicologa, potrebbe essere un modo di delegare ad altri le proprie decisioni e responsabilità, come purtroppo è avvenuto finora. Le decisioni per quanto dolorosissime possiamo prenderle solo da soli. Altrimenti rischiamo di continuare a vivere una vita che non è la nostra. Gli altri possono solo aiutare a fare un pò chiarezza. Inoltre per la sua problematica le consiglio di partecipare al forum:

SUPERARE LA MORTE DEL PADRE

federica N° di riferimento: 729630682 Età: 21 Neanche un anno fa ho perso mio nonno che amavo tanto e ora ho perso mio padre quasi da due settimane.l'ho visto morire d'infarto, ho visto i medici far di tutto per rianimarlo per più di un'ora sulla superstrada...non ce l'ha fatta...non è neanche arrivato in ospedale, proprio come suo padre aveva 50 anni,aveva già prenotato la crociera per i suoi bellissimi 25 anni di matrimonio...io sono figlia unica e lui per me era più un fratello maggiore che un padre: litigavamo sempre,lui era come un ragazzino che si divertiva a darmi fastidio per farmi arrabbiare,o per attirare la mia attenzione...io lo consideravo un amico..il mio orsetto..ma lui non lo sa..io sempre dure mai dolce...in fondo avevamo lo stesso carattere,non riesco ad esprimere le mie emozioni;glie ne dicevo di tutti i colori ma guai a chi me lo toccava,buono generoso, altruista, allegro, casinaro, chicchierone, onesto...il mio idolo,il mio amore.la mia è sempre stata una famiglia molto unita,due genitori che vivevano in simbiosi,che si amavano tanto,che viaggiavano che si sono fatti in quattro per me con tanti sacrifici che mi hanno dato dei valori veri. ora però ho perso una parte di me. solo quando è morto sono riuscita a dirgli quanto l'amavo.all'improvviso l'ho perso e non ho fatto in tempo a dirgli nulla di tutto ciò che avrei dovuto dirgli quando era con me.mi sento una pazza,sto male fisicamente,non riesco a stare vicino a mia madre,non riesco a far uscire tutto il dolore che sento.da un po' sono cambiata ,cerco di razionalizzare tutto quello che mi succede,e non mi sfogo,in nessun modo,non ci riesco..io lo so che è morto ma c'è una parte di me che non la vede così,che crede che sia andato a fare un viaggio e che tornerà...a volte mi stacco cosi tanto da me stessa che penso a tutto questo senza provare nulla,altre volte sto così male che anche il fisico mi abbandona...sono arrabbiata...quando era in obitorio e vedevo e sentivo i miei parenti e comunque gli altri urlare piangeree stargli addosso avevo voglia di cacciarli tutti ,non potevo sopportare che lo toccassero e che mi toccassero.vivo da un po'con il mio ragazzo che mio padre amava come un figlio nella mia seconda casa che sta a 100 metri da quella dei miei e non riesco a parlare nenache con lui che da me pretende chissà cosa..che mi riprenda,chereagisca..io lo sto facendo,io ci sto provando,von tutte le mie forze ma ho paura che un giorno non riuscirò a più a sopportare tutto questo da sola.è come se fossi pazza,per la minima cosa me la prendo tanto,altre volte sono calma,altre volte piango ma di rado..e a volte provo dei sensi di colpa proprio per questo.mi sento sola.sento che nessuno puo capirmi,ne aiutarmi perchè la forza posso tovarla solo dentro di me...ma io non risco più a analizzarmi.prima penso una cosa e poi l'esatto opposto.mi sento persa,sono preoccupata per mia mamma eppure non sopporto che lei mi abbracci...io non so cosa mi stia accadendo..so solo che non sono più la stessa.prenso che se quel giorno avessi insistito per fare i pomodori al fresco e non sotto il sole,o che se l'avessi aiutato di più ,o che se i medici non fossero stati mezz'ora sotto casa,o che se se ne fossero accorti prima,o che se io ero ancora li...o magari se appena averlo visto che lo spogliavano sul water io gli avessi detto qualcosa..invece ho fatto la forte per non creare panico...e lui ora si ricorderà di me che come al solito non gli ho dimostrato il mio amore, neanche in quel momento.lui non saprà mai quanto l'amavo quanto ero fiera di avere un papà come lui.so solo che vorrei solo morire perchè è morta la parte più bella di me.federica
Federica lei sta attraversando quelle che sono alcune delle fasi del dolore per la morte di una persona cara.
A tratti tendi a negare la morte di tuo padre. E' un meccanismo di difesa che ti permette di attenuare l’acuto dolore iniziale.
Tendi ad autorecriminare su azioni che si sarebbero potute compiere per evitare o ritardare il lutto. Se ci fossimo rivolti al medico prima, se avessimo richiesto l’intervento di altri specialisti, in altre strutture…
Attraversi una leggera fase depressiva provocata dal lutto. La durata di questa fase varia da alcune settimane e sei mesi. Le manifestazioni più tipiche sono umore depresso, sentimenti di tristezza, inappetenza, crisi di pianto, agitazione e scarsa concentrazione. La maggior parte delle persone ha la sensazione che il defunto sia in qualche modo ancora presente.
Ti manca la fase finale: Accettazione. Dopo aver attraversato le varie fasi di depressione, dovresti tentare di tornare alla normalità. La durata di questa fase è variabile e non tutti riescono a raggiungerla. La variabilità dipende da vari elementi: la maniera in cui si è persa la persona cara, improvvisa o meno, dal livello d'attaccamento, da precedenti lutti. Nel tuo caso sono presenti vari elementi che amplificano e prolungano il tuo dolore. Sfoga pure, non reprimere i tuoi sentimenti, piangi tutte le volte che vuoi e sopratutto, cerca il conforto ed il sostegno delle persone che ti sono ancora vicine e ti vogliono bene. Cordiali saluti.

mercoledì, agosto 30, 2006

ATTACCHI DI PANICO CON EVITAMENTO FOBICO

sara N° di riferimento: 447887331 Età: 27 Sono una studentessa di 27 anni con una vita apparentemente tranquilla. mi manca un solo esame per laurearmi in lettere moderne, ho un rapporto sereno con i miei genitori ed una relazione felice con un mio coetaneo che dura da sette anni. nonostante questo da quattro anni,anche se in periodi alterni, combatto contro gli attacchi di panico. i sintomi bene o male, sono sempre gli stessi e cioè paura degli spazi chiusi, dellaf olla, tremore e senso di svenimento, tachicardia e, nei casi peggiori soffocamento. è come se avessi un bisogno costante di sentire l'aria sulla pelle, nelle narici e quando questo non avviene è panico. lo scorso anno hoi ntrapreso un percorso cognitivo comportamentale (la diagnosi fu attachi dipanico con evitamento fobico), ma basta che arrivi l'estate, e con lei ilcaldo, che tutti gli sforzi fatti vanificano. ho paura di stare sulla spiaggia,paura di svenire. amo la musica, ma mi terrorizzano i concerti... sento di essere completamente limitata e, quel che è peggio, è che limito anche coloro che mi sono accanto! ora ho ricominciato a prendere le xanax (0,50 al giorno),ma anche così non è che vada bene! non faccio le cose e, se costretta dallecircostanze, la paura della paura puntualmente mi fa stare male. mi guardo intorno e mi vedo così diversa dalle mie coetanee, così poco spontanea ed allafine, anche così poco felice! tra gli aforismi che lei utilizza nel suo sito c'è quello di yukteswar per cui bisognerebbe guardare in faccia la paura, ma in alcuni momenti è così devastante da rappresentare, forse, un'utopia... con la speranza che lei mi risponda, la saluto cordialmente.
Lei non ha precisato se con la terapia cognitivo-comportamentale ha avuto un miglioramento o meno. In ogni caso, anche al termine di questa terapia, lei deve far suoi gli esercizi cognitivo-comportamentali che ha appreso, tenendosi costantemente in "allenamento". Purtroppo la sua sintomatologia è abbastanza "resistente" ma non impossibile da combattere. Serve anche una forte volontà personale, al di là dei farmaci o di altre terapie. Per qaunto riguarda l'aforisma lo ripeta ogni giorno a sè stessa, in qualsiasi momento. Noi tendiamo a fare anche ciò che pensiamo. Lo faccia diventare la sua "fede". Saluti.

BALBUZIE "TARDIVA"

Roberta N° di riferimento: 936243547 Età: 34 Ho un bambino di 7 anni che da un periodo a questa parteha iniziato a manifestare episodi di balbuzie. Quando gli si fa notare la cosariesce, parlando più lentamente, ad evitare di balbettare. Puó essere sinonimo di balbuzie indotta da situazione emotiva di stress o devo iniziare apreoccuparmi e farlo visitare da uno specialista? Quello che mi preoccupa è cheinizia a balbettare anche in situazioni che ritengo non stressanti (ad esempioquando gioca con gli amichetti). Vorrei inoltre chiedere se facciamo bene a fargli notare la cosa cercando di indurlo a correggersi o se dovremmo invece lasciarlo tranquillo ed aspettare di vedere come il tutto si evolve?Ringrazio in anticipo per l'attenzione e porgo distinti saluti.
Sig.ra Roberta questa balbuzie "tardiva" può essere legata ad una situazione di stress o ad un particolare evento traumatico per il bambino. Con circospezione, cerchi d'indagare sulle possibili cause. Rifletta anche se l'acquisizione del linguaggio da parte di suo figlio, è stata regolare e normale nel passato. Attenda un pò, prima di consultare uno specialista: la balbuzie potrebbe anche avere una remissione spontanea. Nel frattempo non "corregga" l'eloquio di suo figlio. Cerchi solo di parlare più lentamente nei suoi confronti. Eviti anche suoi attegiamenti ansiosi che potrebbero essere colti da suo figlio ed involontariamente, rafforzzare, la balbuzie. Cordiali saluti. Dott. Rosalia Cipollina

lunedì, agosto 21, 2006

SBROGLIARE LA MATASSA


missV N° di riferimento: 516073107 Età: 39 Non sento più nulla, nè a livello fisico nè mentale, nessun desiderio per il mio compagno o altra persona, mi viene l'ansia quando si avvicina, non vedo l'ora che finisca tutto, mi dà fastidio essere toccata, solo il pensarci mi irrita. Cosa mi sta succedendo? Non ero così! Sono 3 anni che non ho più il ciclo, sparito così di punto in bianco; ho avuto e ho
problemi personali; ho perso peso e sono rimasta così. Sono stata molto in
crisi con il mio compagno, abbiamo seguito una terapia di coppia che un pò ha
fatto, lui ha capito un pò di più, ma sono certa di avere troppe cose irrisolte
con lui e con me stessa. Perchè non riesco a passare oltre e ricominciare? Ho
iniziato anche a dormire male, mi ha accompagnato a lungo (ora ancora ma molto lieve) un mal di schiena fastidioso e un senso di ovattamento alle orecchie, sbalzi d'umore. Indagini mediche fatte e senza risultati utili, anche a
livello ginecologico. Fatico anche a spiegare quello che mi succede, ora, tanto
si sono incatenati e sovrapposti quelli che possono essere i motivi, le cause,
le conseguenze.......Chi mi può aiutare???? Grazie

Lei ha ragione: motivi, cause e conseguenze si sono incatenate e sovrapposte a vicenda. Và assolutamente sbrogliato il bandolo della matassa. Potrebbe essere presente una forte somatizzazione di un suo profondo malessere. Sarebbe utile un consulto psicologico o psichiatrico individuale, senza la partecipazione del suo compagno. Solo dopo un percorso individuale, deciderà se riprendere un percorso di coppia. Ma non indugi ulteriormente. Le sue resistenze in tal senso sono proprio sintomo di quanto profondo ed antico possa essere il malessere. Cordiali saluti.

TIMIDEZZA ED INTERNET

emanuele N° di riferimento: 76903065 Età: 16 Salve, sono un ragazzo come tanti altri, abitante di un piccolo borgo di campagna.
Fin da quando ero piccolo sono sempre stato un bambino timido, parlavo poco,
ero timoroso e in compenso non ho mai preteso dagli altri o sfruttato. Ho
sempre utilizzato tutte le mie possibilità per poter cercare di vivere
serenamente, in quel paradiso che è l'infanzia.
Crescendo la situazione sociale della mia famiglia è diventata un pò tesa, mio
padre lavora giorno e notte quasi e non parlo praticamente mai con lui e
diciamo che a parte tutto sento già questo vuoto dentro di me, che brucia e
molto. Mia mamma ha sempre pensato tutto per potermi spingere avanti, e aiutarmi se
necessario.
Le medie sono passate, due ragazzi mi minacciavano continuamente, ma alla fine
ho sempre ignorato tutto e ho tirato avanti credendo in un migliore futuro,
visto che in questa scuola eravamo pochi pochi (12 in classe, 120 tutto
l'istituto). Essendo di un piccolo paese arrivò la città per le mie superiori, la situazione
non migliorò perchè uno continuava a presurre la mia omosessualità e questa
cosa mi rendeva molto piccolo in confronto a tutti gli altri, che comunque sia
erano decisamente lontani da dove abitavo io e quindi mi era difficile avere un
rapporto di frequentazione fuori scuola.

Finita la prima ho conosciuto una ragazza più piccola di me, aveva 12 anni.
Mi ci sono innamorato di questa persona che perchè era l'unica che sapeva
ascoltarmi e che mi capiva, era un pò come me....non ci vedavamo molto, anzi,
quasi mai ma ci volevamo bene.
A gennaio di quest\'anno questa persona si è trasferita dalla campagna a 10 km
da casa mia in città, e da allora il rapporto con lei è morto perchè lei si
sente chiusa in un bicchiere di vetro e vuole avere amicizie e sentimenti solo
per le persone della sua zona. In questo modo l\'unica persona di cui mi
fidavo, di cui speravo qualcosa se n'è andata. E ora rimango, forse come prima, senza un amico, senza una persona con cui parlare, con cui uscire, con cui non sentirmi così piccolo. Ho quasi 17 anni e ho passato tutte le superiori in casa illudendomi che qualcosa potesse
cambiare, che qualcosa si accendesse nella mia vita, facendo qualche sforzo
sempre svanito per varie cause.

Almeno con lei mi sentivo ancora vivo ed ora alla fine di tutto non vedo più
quella speranza che forse mi mandava avanti.

Passo ormai tutte le sere di quest'estate e tutti i sabati d'inverno su
questo pc che è diventato il mio schiavo.. per me la vita è internet non le
persone, non i sentimenti, non le relazioni.
Che senso ha continuare così? continuo a pensare che non posso andare avanti
così!! vorrei che cambiassero le cose ma non cambiano!
chiedo a dio ogni giorno che mi dia la forza di attraversare la linea di questa
vita, in fin dei conti non ho fatto niente di male a questo mondo e non credo
di meritarmi tutto questo e se devo continuare così allora la troverò questa
maledetta forza di chiudere la mia vita.
In fin dei conti non chiedo altro che qualcosa di diverso, come fanno tutti e
come dovrebbe essere. Volevo avere due amici, ogni tanto uscire e rilassarmi con qualcuno e qualche altra volta qualcosa di diverso. Spero di non essere stato troppo lungo.. ho paura di andare da qualche psicologo, ma scrivere le cose è molto meglio che parlarne..Grazie della risposta

Internet è una facile risposta ai nostri problemi fino a diventare, in taluni casi, un vero e proprio “rifugio”. E’ cio che è successo nel tuo caso. Hai una timidezza di fondo che non t’aiuta. Superala usando internet in maniera diversa. Trasforma i contatti che hai, in qualche telefonata, se la contro parte accetta. Superato questo passo iniziale, trasforma la telefonata in un contatto “reale” quale un incontro o una passeggiata. Il tutto ti sarà più facile, perché internet avrà “filtrato” in qualche modo le amicizie. Chisà se non contribuirai a far uscire allo scoperto, qualche altro timido o “timida come te. Fammi sapere com’è andata. Non hai bisogno dello psicologo. Saluti.

DISACCORDO SULL'EDUCAZIONE

N° di riferimento: 915493654 Età: 36 Mio marito ed io litighiamo spesso perche io non sono d' accordo su come si comporta con nostro figlio di sei anni Si tratta di un bambino con un carattere un po’ difficile ma proporio x questo vorrei che lo trattasse con dolcezza ne abbiamo parlato tantissime volte ma non riesce a cambiare atteggiamento.

Spesso “proiettiamo” sui nostri figli, quella che è stata la nostra infanzia. E’ probabile che suo marito ripeta lo stesso copione educativo che ha subito. Inoltre lo scontro sull’educazione dei figli, a volte, maschera conflitti latenti della coppia. Rifletta e faccia riflettere suo marito su ciò, e, nell’interesse assoluto di suo figlio, pervenite ad un accordo che tenga conto delle visioni educative d’entrambi. Anche suo marito potrebbe avere, nella sua visione, delle fondate ragioni. Cordiali saluti. Dott.ssa Rosalia Cipollina.

E' COLPA DELLA MASTURBAZIONE ?

257949246 Età: 20 Salve,sono un ragazzo giovane che si sente disperato nello scrivere questa richiesta,ma vorrei avere dei pareri su come affrontaretale problema.La situazione familiare è abbastanza normale,come in tutte le famiglie in unbambino si cerca di impartire la buona educazione senza troppa severità,ma nonè lafamiglia da cui dipende il problema.Da ragazzino nell'età di 10 anni come molti ragazzi ho incominciato a scoprire la masturbazione che apportava a se stessi un'atto di piacere.Nel seguito nell'eseguire questa pratica avvertivo un senso di stanchezza che a lungo andare ha creato un vero problema.Eseguivo la masturbazione non nel modo in cui lo scoperta ma in un'altro modo quellodi cercare di smettere eseguendola cercando di convincere il mio cervello che avevo smesso in quanto reduce da questo senso di stanchezza pensavo chequesta pratica stava distruggendo il mio cervello.Questo ha generato un problema di depressione più grande di me,non riuscivo ad affrontare le attività in quanto deciso che se non avessi smesso non avrei potuto affrontare le attività come ero prima e che affrontandole con il problema non sarebbero state affrontate come prima. Questo processo si è svolto per due anni, ho ancora questa depressione che ha cambiato il suo modo di essere, non affronto la masturbazione cercando di smettere nel momento del piacere(quando la eseguivo se nel momento del piacere non stavo pensando a qualcosa che non eccitasse avrei dovuto riprendere la pratica pensi un pochino come mi ero ridotto, nei miei panni a credere che questa pratica facesse del male per smettere completamente eseguivo questa pratica in questo modo),come facevo prima,ora ho sempre quel punto fisso in mente che nonsto bene che la causa è stata la masturbazione con le vicende passate.Quando la eseguo normalmente non mi sento soddisfatto,ho il punto fisso che c'è qualcosa che non va.Non riesco a vivere normalmente,si è generata una sorta di dipendenza cui non riesco a venirne a capo.Lei mi potrebbe rispondere se crede che possa danneggiarla non la esegua,non mi sentirei realizzato. Possedevo una buona memoria,la capacità di memorizzare era abbastanzabuona,attualmente dimentico un ragionamento,poi ritorna ma non so da dove sia partito o almeno non ne ricordo la costruzione,sono molto confuso,e avvertoquesti disturbi di memoria,non so come guarire da questa depressione,spero chela mia richiesta venga accettata e che mi sia data qualche informazione su quali sono i passi da svolgere perchè non mi sento bene e non riesco a svolgere le attività come facevo una volta con grande memoria e lucidità, ora non riesco a stare bene, la mia attività è quella che dopo ricordare qualcosa ricostruire dadove è iniziato ? perchè mi è venuto in mente quel ricordo e cose del genere ilgiorno ?,alcune volte penso che con la crescita si sia eliminata una partedella memoria per arrivare a questo punto e anche nei momenti prima diaddormentarmi e lungo rimembrare cercando di ricordare come è iniziato un qualsiasi ricordo,mi sento stanco,incapace di risolvere il problema.Non riesco a ritrovare me stesso ad esempio prima nel trattare le cose applicavo quel senso di conservarle bene di essere un pochino fissato e di ricordare tutti gli avvenimenti che riguardavano quella determinata cosa pertenerla correttamente,ora mi lascio andare e anche con le cose non ho lo stesso rapporto di prima se non alcune volte.Se non stato chiaro,chiedo che mi venga chiesta una spiegazione della richiesta,spero di poter riuscire a spiegare meglio il problema.Attualmente non vivo bene,dalla mattina quando mi sveglio è in un continuo tormentarsi per ricordare quello che la mente ha pensato della sera precedente o dei giorni precedenti che hanno un collegamento con le cose che vengono pensate. Spero che mi venga dato un riscontro da una persona competente in questa materia,cercando di superare il problema attraverso alcuni passi per affrontare nel miglior modo il problema e che portino alla perfetta guarigione. la ringrazio. Cordiali saluti.
La masturbazione non c'entra assolutamente con la sintomatologia psico-fisica che avverte. Tutt'al più può procurare, se praticata spesso, stanchezza. E' probabile che, per diversi motivi, la sua pratica masturbatoria abbia assunto caratteristiche ossessive-compulsive, perdendo le sue motivazioni "originarie". A questo si aggiunge problematiche di origine cognitiva che possono avere diversa origine. E' necessario che, per meglio chiarire il tutto, effettui un consulto specialistico. Cordiali saluti.