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domenica, dicembre 28, 2008

PORNODIPENDENZA

Roberto Età: 26 Mi chiamo roberto. scrivo perchè penso di avere bisogno di aiuto. Realmente non so cosa fare. Non mi accade spesso, ma a volte sono preso da un irrefrenabile impulso, di guardare materiale pornografico, all'inizio lo consideravo un disturbo lieve, non una malattia ma ultimamente le cose si sono fatte abbastanza serie, a volte non riesco a dormire la notte se non penso a qualcosa di pornografico, quando sono connesso, non riesco a resistere all'irrefrenabile impulso di guardare video porno, o cose simili, non mi accade molte volte perchè riesco ancora ad avere un certo controllo di me ma quando mi prende, e sono al computer guardo inevitabilmente cose che so non dovrei. Ho provato in tutti i modi ma inevitabilmente ogni 15 gg circa ci ricado. vorrei trovare un modo per controllare i miei impulsi ma non ci riesco. inutile dire come mi senta dopo e tutti i buoni proponimenti, ma alla fine ieri dopo l'ennesima ricaduta, ho preso coscienza della mia malattia. ma ora che fare? può aiutarmi a trovare una cura? Potete aiutarmi a capire maggiormente cosa mi stà accadendo? grazie.
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T' invito a visionare al seguente indirizzo: http://lopsicologo.blogspot.com/search?q=pornodipendenza
tutte le testimonianze e le risposte pubblicate su tale problematica.
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PAURA DI ESSERE OMOSESSUALE

cg90 Età: 18 Salve, sono un ragazzo di 18 anni appena che frequenta l'ultimo anno di liceo, sono simpatico, estroverso, sveglio e intelligente. Naturalmente non si può avere tutto dalla vita, e se ho queste doti postitive, ci sono degli aspetti della mia vita del tutto negativi, mi accingo quindi a riassumere brevemente la mia storia...: ho avuto un infanzia alquanto traumatica, con una madre che non stava tanto bene, con profondi disturbi psicologici radicati da molto tempo e con un padre che cercava di mediare questi disturbi, anche se identificati come tali, insieme al quieto vivere...non ho mai avuto rapporti di nessun tipo con mia madre..essa si configurava più che altro come la moglie di mio padre, figura quest'ultima che ho sempre stimato e cercato di imitare in tutto e per tutto...(ah, dimenticavo, sono anche entrambi molto protettivi, ipotizzo perchè sono figlio unico) passano gli anni e io sono un bambino fondamentalmente infelice e insoddisfatto, che presenta tuttavia come sintomi solo un eccessivo attacamento ai propri genitori quando sta lontano da loro (non tanto a scuola ma a casa di altre persone , parenti e non, specie di sera) e con qualche piccola paura dei luoghi chiusi e del buio...fino a quando, a 11-12 anni, poche settimane dopo la morte di un mio zio (non stretto) e pochi mesi dopo la nascita del mio primo fratello, inizio ad avere crisi di panico notturne, quando dovevo andare a dormire, abbandonandomi quindi ad una "semicoscienza"; crisi "sedate" col passare delle settimane, con comportamenti di tipo ossessivo-compulsivo...chiesi io stesso a mio padre, dopo un po' di tempo, di rivolgersi a qualcuno, perchè riconoscevo di non stare bene e volevo risolvere quei problemi. Ho cambiato 3 terapeuti, per problemi di tipo logistico, e ora sto al 5° anno di terapia con l'ultima dei 3 che ho contattato. Riconosco sensibili miglioramenti ed effetti benefici, nonostante talvolta vi siano state incomprensioni, tuttavia ho a volte delle ansie su di me e sul mondo che mi circonda che non riesco a capire se rientrino più nella psicologia o nella filosofia, se ,quindi, patologiche o filosofiche (avevo scritto, tipo per lapsus, fisiologiche :P ) Ritorniamo però all'argomento principale: 1 mese e mezzo fa, però, sono stato molto malato( mononucleosi) il che mi ha portato ad un isolarmi un po' dal mondo e a rinunciare alla mia vita sociale, il che ha concentrato un po' di più la mia attenzione su me stesso, provocandomi, una sera, un attacco di panico simile a quelli di tanti anni fa (non ne avevo da 5 anni). 4 settimane fa, fumando uno spinello mi sentii male (ne faccio un uso abbastanza sporadico) e mi tornarono alla mente, o più che altro al cuore, sensazioni negative che mi sembrava di aver già vissuto in passato, il che mi fece star male per una settimana, e superai la cosa fumando di nuovo uno spinello (venendo meno ai miei "ritmi" medi di uno ogni mese e mezzo) il che non mi provocò nessun effetto negativo, anzi! :P . da una decina di giorni, però, sono ossessionato dalla paura, dal pensiero di essere omosessuale fino ad oggi, quando si è avuto, credo, l'apice di questa fobia, e a tal proposito vi fornisco delle informazioni che possono essere inerenti (mi scuso per il disordine ma le scrivo come mi vengono)
- non ho mai avuto rapporti di tipo omosessuale
- ho avuto sempre relazioni eterosessuali di durata abbastanza breve, in quanto ho come paura di innamorarmi e di starci male dopo (cosa che mi è capitata in passato)
- ho da 2 settimane una relazione con una ragazza
- ho una costituzione robusta, timbro di voce abbastanza basso, buon rapporto con il mio corpo (tranne qualche chilo in più) e con i miei genitali
- a volte ho (e ho avuto) paura di avere il pene piccolo, cosa che, all'evidenza dei fatti, non è tale
- ho buoni rapporti con individui maschi e femmine
- alle medie ero un po' bollato come gay non tanto per gli atteggiamenti ma più per la grande sensibità e vulnerabilità, forse per l'invidia del mio profitto scolastico, e per la mia incapacità a giocare a calcio (anche se amo questo sport e nonstante ciò giocavo benissimo a basket, stando nella squadra comunale)
- al liceo nessuno penserebbe mai che io possa essere gay, sono più che altro visto come un pessimo imitatore di fonzie di happy days
- ho un'eccessiva cura del mio aspetto fisico (capelli), e anche se penso che questo possa essere abbastanza effemminato, mi servo di questo aspetto per piacere alle ragazze
- sono vergine
- mi eccito normalmente quando sto con una ragazza e faccio petting (ho fatto cilecca un paio di volte, di cui una nell'ultima settimana)
- mi masturbo vedendo coppie eterosessuali e coppie lesbiche
- ho avuto a volte paura che capitasse l'occasione di fare sesso con una ragazza per una sorta di "ansia da prestazione"
- raramente faccio docce in ambienti comuni maschili (palestra o roba del genere) mi mette un po' a disagio penso per una sorta di complesso d'inferiorità sopracitato (stabilisco quindi un confronto visivo con gli organi genitali altrui)
- non mi eccitano (almeno credo e spero, sennò non vi scrivevo) gli uomini
- mi eccitano le donne omosessuali
- ho da 2 anni un migliore amico, eterosessuale, che molte volte è l'unica persona in grado di comprendermi ( e i primi tempi facevo fantasie omosessuali, anche se non esplicitamente sessuali, forse perchè un amico così stretto non l'ho mai avuto e associavo l'idea a una sorta di timore-fantasia che ciò dovesse comportare l'omosessualità)
- ho un brutto rapporto con mia madre e da piccolo non mi innamoravo di lei ma di sua sorella, anche se qualche volta, 3-4 anni fa, mi è capitato di sognare di fare sesso con lei
- questa paura dell'omosessualità mi ha assalito una notte, mentre mi addormentavo (momento per me cruciale) in cui sentii una vocina che diceva "forse un po' frocio ci sono"
- mi assale ogni tanto
- ho paura che possa condizionare i rapporti con la mia attuale ragazza, tipo che non mi eccito più - oggi si è avuto il climax quando su msn un ragazzo (che non ha atteggiamenti gay) mi ha contattato, volendomi chiedere tutt'altra cosa, e io ho fatto la fantasia che volesse chiedermi di uscire con lui - quando penso a queste cose e faccio dei confronti maschio- donna e sento qualcosa nei genitali...tuttavia non so da quale delle due cose sia provocato - non ne ho parlato con nessuno Quello che vorrei sapere, quindi è se questa paura è un solito disturbo ossessivo che ora ha assunto il nome di "omosessualità" o se è un'omosessualità recondita che viene a galla. Ho molta paura che sia la seconda ipotesi, anche perchè vorrei ritornare alla mia condizione di 3 mesi fa, quando sembrava che le mie patologie fossero quasi risolte, che ero felice...quando gli omosessuali li sfottevo un po' per gli atteggiamenti ma mi battevo per farli rispettare a livello civile e politico e non li guardavo con timore...
vi ringrazio per la vostra attenzione e per lo straordinario e difficilissimo lavoro che fate
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La tua potrebbe essere un ossessione da omosessualità correlata a tratti ansiosi. Per fugare i dubbi è necessario che approfondisci con un terapeuta le tue diverse problematiche. Nel frattempo leggi al seguente indirizzo: http://lopsicologo.blogspot.com/search?q=omosessualit%C3%A0 le risposte già fornite su tale argomento.
Saluti
Dott. Roberto Cavaliere

FOBIA DI PUNGERSI CON LE SIRINGHE

lory Età: 24 Scrivo per un problema che riguarda mia mamma, 56 anni, sposata con mio padre da 27anni, lavoratrice. lei, quando è per strada, ha paura di imbattersi in siringhe, di pungersi, e, anche se cerco di farla riflettere razionalmente sul fatto che, se non si è sentita pungere, allora non si è punta, vuole spesso che vada a verificare che "quella cosa che ha visto" non sia una siringa. ovviamente si tratta sempre di non-siringhe, di oggetti che chiaramente non lo sono. l'altro giorno, poi, mi ha chiesto ripetutamente se poteva aver toccato un sacchetto (chiaramente appartenente ad un barbone) abbandonato vicino all'ingresso del supermercato. sebbene le dicessi che era impossibile che l'avesse toccato, perchè non ce ne sarebbe stato motivo, perchè aveva in mano i sacchetti della spesa ecc, ha voluto 1000rassicurazioni sul fatto che l'avessi vista che non lo toccava. ho cercato più volte di spiegarle che, se venisse punta da un ago o se toccasse qualcosa di pericoloso, se ne renderebbe subito conto, che, anche nel malaugurato caso che ciò accadesse, le possibilità di infettarsi con siringhe abbandonate è quasi inesistente ecc. lei lo capisce da un punto di vista razionale, ma la sua paura rimane e non vuole andare da uno psicologo perchè non vuole che le si diano farmaci.posso fare qualcosa per aiutarla io (sono una psicologa, ma in psicologia del lavoro quindi non ho esperienza in materia)?l'esposizione graduale allo stimolo che provoca fobia può servire?e fatto come?
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Le tecniche cognitivo-comportamentali sono quelle che si sono dimostrate più efficaci nel combattere le fobie. In particolare la tecnica di esposizione graduale allo stimolo che suggerisci potrebbe essere utile a tua madre se praticata da un terapeuta specializzato in tal senso.
Saluti
Dott. Roberto Cavaliere

RICHIESTA D'AIUTO E SUICIDIO

mel Età: 21 Salve, sono una ragazza di 21 anni da 3 anni frequento l'università fuori sede. già da prima che iniziassi l'università il rapporto con mia madre non era semplice...l ei ha un carattere molto chiuso, è capace di lodarmi solo quando ci sono le sue amiche ma se siamo sole non è capace di dimostrarmi nulla, mi critica sempre e mi fa sentire una nullità! da quando studio fuori poi il tutto è diventato ancora più pesante. sono cosciente di non essere un genio di andare un pò a rilento con gli esami e di essere molto pigra ma il comportamento di mia mamma non mi aiuta affatto, si lamenta sempre dicendo che non faccio nulla che fingo di studiare, che sono brava solo a preparami per uscire e tante altre cose. anche quando parlo con lei, perchè io cerco sempre di stabilire un contatto, mi rendo conto che è molto distante poco interessata ai miei problemi e sempre pronta a dare giudizi forti che riconducono sempre a qualcosa di negativo riguardante la mia persona anche se il discorso non riguardva me; non è mai capace di gioire per una mia conquista un mio esame andato bene...per nulla insomma, l'unica cosa che sa fare molto bene è darmi addosso! io non convivo più bene con questo suo atteggiamento, a volte cerco di sorvolare pensando che sia normale ma poi mi rendo conto dell'effetto che le sue parole hanno su di me e non è affatto normale. sto attraversando uno strano periodo che va ormai avanti da più di un anno e mezzo in cui non riesco ad ottenere nulla di ciò che voglio, ho un pessimo rapporto con mia madre, l'università sta diventando un incubo, sono ingrassata di 15 chili e non riesco a perdere nemmeno un etto... saranno stupidaggini ma ora mi sembrano così grandi e a volte mi capita di pensare al suicidio. è stato un grande sforzo per me mettere nero su bianco queste cose ma ad andare avanti così non ce la faccio penso sia arrivato il momento di chiedere aiuto a qualcuno... io non so più come ammortizzare tutte queste cose!!a volte ho paura dei mie stessi pensieri ma cosa devo fare? non riesco a non pensare alla morte come unica via d'uscita...
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Il tuo desiderio di suicidio potrebbe nascondere un estremo tentativo di attirare l'attenzione di tua madre e del mondo che ti circonda. Quindi vivi la possibilità del suicidio come richiesta d'aiuto e non effettivo desiderio di porre fine alla tua vita. Chiedi aiuto, come hai fatto con questa email, ad uno psicologo, ti aiuterà a recuperare il rapporto con tua madre e con tè stessa.
Saluti
Dott. Roberto Cavaliere
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Cara Mel, leggo del rapporto con tua madre e mi colpisce la passione con cui lo descrivi. E’ vero, i genitori sono ciò che abbiamo di più solido fin dalla nascita, però arriva un momento in cui dobbiamo separarcene (mentalmente, intendo) e come dire “guardarli dal di fuori”. Vedere in tua mamma una donna che ha difficoltà a dimostrarti il suo amore e che crede che le aggrressioni verbali possano risolvere qualcosa, possano spronarti. Tu soffri per questo suo giudizio, ma forse sarebbe il momento di mettere la giusta distanza tra le sue parole e l’effetto che esse ti fanno. Il processo di separazione-individuazione di una persona passa anche attraverso questo e sicuramente non é facile per nessuno separarsi dal legame più forte che abbiamo dalla nascita. Io ti consiglierei una consulenza da uno psicologo (se i pensieri suicidari sono molto presenti magari anche da uno psichiatra, che possa prescriverti i farmaci idonei) che ti aiuti in questo cammino inizialmente prendendoti per mano e poi mostrandoti a camminare senza essere “tenuta/trattenuta” da nessun altro.
Dott.ssa Cristina Gugliermetti

VIDEOPORNODIPENDENZA

conny Età: 21 Salve,sono una ragazza di 21 anni e sto insieme al mio fidanzato di 26 anni da un anno e mezzo. la storia diciamo che è partita bene dal punto di attrazione fisica e mentale,ma forse perche lui era appena uscito da una lunga storia e io cercavo di non affezionarmi del tutto e per questo in molti frangenti diciamo che stavo abbastanza sulle mie, lui per il primo mese e mezzo è uscito 2 volte con un'altra. Ho scoperto questo fatto, che non mi ha fatto stare bene, e anche se sono una persona che spesso cerca di comprendere le motivazioni altrui, ma non so per quale motivo, forse dovuto alla mia giovane età , ho approfondito la conoscenza con un mio collega, con cui non mi sono risparmiata una piccola relazione. Dopodichè ho detto dell'accaduto al mio ragazzo, perchè comunque anche cercando di fargli una ripicca, mi sentivo in colpa, e mi sembrava di vivere un rapporto sporco e non riuscivo a fare finta di niente. Da li penso che la storia non abbia piu avuto interferenze di questo tipo, sia dalla mia parte che dalla sua. Sono consapevole fin da quando l'ho conosciuto, che guardava film porno, e diciamo che per i primi mesi di conoscenza non gli ho mai chiesto piu di tanto su questo argomento,siccome penso che,entro certi limiti e quando si ha poca confidenza, possa essere normale. Andando avanti con la storia e affezionandomi maggiormente a lui iniziavo a provare fastidio pensando a lui che guarda e prova piacere davanti a questo genere di cose,cosi ho espresso quel che pensavo,cioe che la vedevo come cosa ridicola e non condividevo il fatto di stare davanti ad un pc a sprecare del tempo. So che per alcuni mesi non l'ha piu fatto. Ieri gli ho richiesto se ultimamente aveva riguardato quelle cose e dopo avermi negato un po di volte (lui ha detto che negava per vergogna di ammetterlo) ha ammesso di si...ci sono rimasta male,anche perche ha ricominciato a guardarli piu o meno dal periodo che per studio mi sono dovuta trasferire fuori città per studio,dunque ci vediamo molto meno. Pian piano da quando ci siamo allontanati ed essendo molto occupati ed entrambi ansiosi sembra che ci sia sempre meno tempo per la nostra vita sessuale,e questo traspere molto in lui,infatti a volte capita che mi rifiuti,facendomi stare molto male. Mi fa sentire poco attraente questo fatto e mi dispiace perchè io ogni volta che mi va di pensare a qualcosa di erotico penso a lui;mentre lui,invece,ha ricominciato a guardarsi questi film porno dove oltretutto mi ha detto dopo varie volte che ho insistito,che scarica spesso roba porno straniera come cinese, brasiliana, africana..e questo mi fa pensare che non pensi a me. Lui mi ha detto che scarica questa roba come se fosse un'abitudine perchè lo fa da molti anni e anche come valvola di sfogo-quando è nervoso gli viene voglia di sfogarsi toccandosi-e utilizza questo tipo di filmati piuttosto che niente.Io gli ho chiesto perchè scarica roba straniera,poichè non penso che immagini me nel momento che guarda contenuti africani e lui mi ha risposto che lui prova attrazione solo per me e fin'ora non ha mai avuto attrazione per altre e nella realtà non andrebbe mai con quello che scarica;lui dice che scaricare contenuti stranieri è guardare per lui qualcosa di diverso e che piu che la donna in se protagonista in quel film,quello che lo fa eccitare è guardare l'atto sessuale che si svolge!non so cosa pensare e mi viene da collegare il fatto che da quando ha ricominciato ha guardare questo tipo di film sia calata la voglia sessuale verso di me e non riesco a capacitarmi se sia per questo o per qualche altro motivo. A me lui piace molto ma non capisco perchè anch'io anche provando desiderio per lui,quando sono davanti a lui provo una specie di blocco e non riesco a dare tutta me stessa,sento di passargli la mia insicurezza dovuta anche a questo tipo di cose che so ,ma cio che è piu grave è che non riesco piu a darmi delle risposte,sono estremamente confusa e non capisco cosa stia succedendo al nostro rapporto.La ringrazio in anticipo per l'aiuto,saluti.
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Cordiali saluti
Dott. Roberto Cavaliere

giovedì, dicembre 18, 2008

MADRE, CORPO ED AMORE

Eclypse Età: 22 Gentile dottore, le scrivo perchè ho bisogno di sapere se sto sbagliando oppure no. Ho 22 anni sono sempre stata una ragazza modello.Da bambina non ero accettata da i mie compagni che mi prendevano in giro perchè dicevano che ero brutta. Al liceo idem fino a quando,all\'impatto con le primedelusioni amorose, ho deciso di curare il mio aspetto estetico senza maiabbandonare i miei principi e le pie passioni,costantemente alla ricerca di unamia personalità che mi distinguesse dalla massa.Ho sempre vissuto con l'ideale di assomigliare a mia madre e non a mio padre,perchè lei mi appariva come il massimo modello di realizzazione a cui aspirare. Bella,intelligente,realizzata,con un uomo accanto che moriva per lei ea volte sfiorava anche lo "zerbinismo" (mi passi il termine).Ma poi ho cominciato ad avere serie difficoltà a raggiungere questo obiettivo, lei era fisicamente troppo meglio di me e io non riuscivo per quanto mi sforzassi a dimagrire ad assomigliarle. Insieme abbiamo creato un rapporto molto intenso,viscerale,forse troppo,tanto da ritrovarmela sempre come fonte d'influenza determinante nelle mie decisioni.A 15 anni ho iniziato a raccogliere i frutti del mio mutamento, i ragazzi finalmente non mi vedevano più come l'amica ma iniziavano ad apprezzare la mia femminilità e la mia bellezza che con il passare del tempo cresceva e si aggiungeva alla mio carattere e allamia intelligenza. Ho iniziato ad avere le mie prima relazioni e ad ogni scelta c'era cmq la presenza di mia madre.
A 16anni ho trovato il mio primo amore,un ex alunno di mia madre con il quale fu subito un colpo di fulmine.Con lui hovissuto una storia fantastica per 2 anni,accomunati dall'amore per la poesia ele arti in generale.la magia è durata fino a che lui non è entrato in conflittocon mia madre per alcune opinioni divergenti,alle quali si è poi aggiunta lasua completa dipendenza da me.Il suo amore era diventato una mania di possessoe una gabbia che mi rilegava ala sua presenza costruingendomi ad abbandonare lemie amicizie. Alla soglia dei 18 anni e con l\'esame di stato decido dilasciarlo.Nel contempo studiando con un compagno di scuola mi scopro innamorata di questo ragazzo . All'inizio negavo questo sentimento perchè lui rappresentava il prototipo contro cui avevo lottato tutti e 5 gli anni delliceo:il ragazzo bellissimo,fissato per la moda e gli abiti firmati,assiduo frequentatore di discoteche e estimatore di veline senza cervello.Dopo qualchetempo mi sono arresa al mio cuore e ho cercato disperatamente di conquistarlononostante le sue riluttanze e le sue mancanze di rispetto nei mieiconfronti.Da qui è nata una storia di 3 anni nella quale io ho dovuto cambiaredrasticamente sia fisicamente che caratterialmente.Esteticamente sono diventatatutto ciò che odiavo e tutto ciò che ora mi rende impossibile il trasmettere lamia identità:UN corpo bello e attraente che non lascia preludere nessuncontenuto,anche se non è così.Per 3 anni mi sono sentita umiliare e confrontarecon modelle e soubrette varei,rilegando la mia cultura e la mia intelligenza amisero bagaglio nascosto.Per 3 anni ho subito le sue mancanze di rispetto,isuoi rifiuti e ho sempre perdonato e sopportato tutto ciò che faceva,tutti isuoi sbagli.Ho imparato a vivere da sola a non fare conto sull'aiuto dinessuno perchè da parte sua non avrei avuto niente.Nonostante i suoi tradimentie le sue cattiverie non sono riuscita mai a staccarmi da lui,anche quando lo lasciavo e lui dopo un pò tornava io ho sempre ricucito lo strappo.Ora dopo unanno di corrente alternata nella quale io ho anche cercato di rifarmi una vitacon altre persone(ma ne sono uscita ancora unavolta più delusa e a pezzi diprima a causa della meschinità di questa gente), hopreso la decisione dilasciarlo un mese e mezzo fa.Il giorno delmio compleanno ha toccato il fondoper l'ennesima volta.L\'ho trovato a passeggio con una ragazza,la quale hosaputo dopo , essere una modella.Alle mie dimostranze è saltato fuori che leinon sapeva che lui fosse fidanzato ufficialmete e al mio chiedergli dipresentarmi alla sua compagnia(perchè a detta di lui c\'erano anche degli altriragazzi ma io ho visto solo lei)siamo sfociati in una furiosa litigataconoclusasi con 2 pugni e un livido grande quanto unamano sulla mia gamba.Aquella umiliazione non ho saputo far finta di niente.Il dolore per l'accaduto era tale da impedirmi di andare avanti e perdonare.Più guardavo i segni e più mi prendeva il disgusto.Più io mi disgustavo e mi allontanavo e più lui miaddossava la colpa dell'accaduto. Così ho deciso di chiudere per sempre.Ho cancellato tutto. Ora non sento più nulla se non lo schifo per quello che gli hopermesso di fare alla mia vita.Ora nasce il mio problema:da qualche settimanaho conosciuto un ragazzo.Un ragazzo che ha saputo guardare oltre il mio corpo e riportare a galla tutto ciò che ero. Per la prima volta trovo una personadisposta a vedere più in la del mio aspetto estetico.Una persona che nonpretende che mi adatti a degli standard da top model per poter essere degna del suo amore, una persona che mi accetta senza remore e senza cambiarmi,solo perquello che sono.Ci è scappato un bacio e un forte sentimento ora ci lega.sembra impossibile in così poco tempo scoprire che c'è chi ancora sa donare amore e riceverlo senza particolari pretese.Ma la questione che mi destabilizza è lareazione di mia madre. Da premetter che mi ero imosta di non buttarmi in unastoria subito dopo aver chiuso quella di prima,ed infatti alla richiesta di unappuntamento da parte di questo nuovo ragazzo io ho preferito rifiutreproponendo però di aggregarsi alla mia comitiva di amici,in modo da potersiconoscere senza rischiare di sfociare in altro.Tutto questo mio impegno èandato a vanificarsi perchè l'attrazione e la stima nonchè la curiosità e la strana chimica createsi ci hanno portato a riscoprire un sentimento reciproco tale da sentire quella magia intorno che solo quando si è innamorati si sente.Abbiamo intrapreso una pseudo storia nascosta perchè mia madre non avrebbe mai accettato una cosa simile e ci siamo costretti a vederci solo nel week end e non uscire soli ma in comitiva.Tutto sprecato..perchè dopo poco miamadre ha sbirciato nel mio tel e ha trovato un sms.Da lì è venuta la fine delmondo mi amadre non mi ha parlato per un sacco di tempo e un giorno durante unalitigata mi ha incolpata di aver lasciato il mio ex perchè già intrattenevo una relazione con il nuovo ragazzo.A sentir ciò non ho resistito e tra le lacrime ho confessato l'accaduto del giorno del mio compleanno e delle botte ricevute.Tutto ciò non ha calmato le acque totalmente.Ora con mia madre parlo normalmente ma non posso toccare l'argomento ragazzo nuovo altrimenti va su tutte le furie.Non accetta questa mia situazione per non definirlo amore.Continuo a vederlo solo il venerdì e il sabato e sempre in comitivae ognivolta devo sempre evitare di farmi venire a prendere o ad accompagnare acasa.Questo ragazzo mi fa stare bene mi rende felice,mi fa sentire importante eso che lui è importante per me.è passato così poco tempo,lo conosco da pocoeppure mi sembra di conoscerlo da una vita.Gli basta un secondo per guardarmi ecapire cosa penso senza che io parli ed è lo stesso per me ...non vogliorinunciare a questa persona e non voglio recidere ciò che sta nascendo soloperchè mia madre pensa che io stia facendo un chiodo scaccia chiodo e nonritengo neanche giusto da parte sua insultarmi continuamente dicendomi che nonho serietà,non ho valori o che sono una ragazza poco seria,perchè così non misento.I miei valori sono sempre stati al centro dell amia vita,ho sacrificato sempre me stessa agli altri se era necessario,non credo di essere poco seriaperchè a 22 anni sfido a trovare una ragazza che è ancora vergine e che non siconcede al primo che capita una sera in disco senza ricordarselo il giornodopo.Dottore mi dica,che c'è di male a cercare la felicità?che c'è di male adamare ed essere amati anche se si è chiusi una storia da poco?e c'è veramenteun tempo passato il quale si può essere pronti per una nuova storia?Mi dica stoforse sbagliando a essere felice amando qualcuno che mi ama senza chiedere niente in cambio,accettando di vivere un amore in sordina tanto più casto e puro??Attendo da lei una risposta illuminante con ansia...nel frattempo la ringrazio e le auguro un Felice Natale

INDECISIONI SENTIMENTALI

ro Età: 51 Inquieto, molte storie parallele,(non mi vanto)alla continua ricerca di non so cosa o forse si... uando pensavo di aver raggiunto un equilibrio è arrivata laura. inizialmente sembrava storia da poco,poi è esplosa una passione mai provata per nessuna donna, la storia è durata quasi 3anni in cui sono andato vicinissimo alla separazione da mia moglie, cosa che sta succedendo in questi giorni definitivamente.nel frattempo con laura un rapporto travagliato, lei che confessa a mia moglie il nostro amore (che mazzata per lei) riappacificazioni problematiche in famiglia..poi un mese add laura con email si dice fuori,che non c'entra più....che se mi fossi separato lo avrei fatto senza che ci fosse di mezzo lei, non più..a quel punto capito definitivamente che volevo stare solo con lei accellero per la separazione,anche perchè laura continuava a tenere rapporti con me,e facendo anche l'amore poco tempo fa sempre in modo eccezionale, con passione...poi.......quando finalmente avrremmo potuto avere una storia alla luce del sole dice che dopo tutte le sofferenze che ho causato si è disamorata e che ormai PER ORA dice PER ORA non si sente di rinunciare alla sua libertà...incredibile mache FORSE tra un mese' tra2 -10 chi lo sà cosa potrà accadere...ora mi trovo in una situazione (diranno ti sta bene)dolorosissima,per me molto ma anche esopratutto per mia moglie che mi ha dimostrato un amore che non immaginavo eora è distrutta dagli eventi..lei cosa ne pensa?come guarire?sperare ancora?laura dice che quando è vicina l'attrazione è troppo forte, e non riesce a non volermi,e allora?la storia è stata molto più forte di quello cheprob sono riscito a descrivere.ho deciso com di separarmi(non so sedefinitivamente)per il rispetto che provo specie ora per mia moglie che nonmerita tutto questo ringraziandola e scusandomi della confusione
CARO ROCCO,continui a scrivere messaggi che non dicono nulla, e dicono tutto: non sei pronto a perdere TUA MOGLIE. prima te ne vai e torni senza dirmi nulla nel giro di una notte, poi decidi chelei se ne deve andare dicendomi, per un mese, di aspettarti, ma sei tu afermare lei... ora DECIDETE INSIEME di dividervi dopo lunghe discussioni,confessioni, prove, cambiamenti...ecc ecc... Anche adesso, io sempre nascosta, io l' infatuazione, io odiata da tutti, ioad aspettare le VOSTRE DECISIONI, i VOSTRI TEMPI, sempre nascosta....tu sempree ancora attento a non farti vedere con me, tu che rifiuti gli inviti degliamici per RISPETTO a tua moglie!!!!!!! RISPETTO????? tu che godi della simpatia dei nostri amici che hanno sempre fatto il tifo pernoi ma che ora NON CI CREDONO PIU\' NEMMENO LORO. dimostri, ogni volta che ci vediamo o ci sentiamo, di non voler perdere me, madimostri molto di più di non voler troncare definitivamente con lei. NON E'POSSIBILE!!!!! A QUESTO PUNTO..NON E' POSSIBILE!!!!!devo aspettare che tua moglie trovi un compagno cosi tu ti sentirai meno incolpa? devo aspettare anche questo? anche stamattina il tuo sms non dice nulla....evoluzione, fine mese, sto parlando.....è tardi...troppo tardi.... ti ho amato sino a che ti vedevo innamorato di me...deciso a perdere lei...tisono stata vicino in tutto e per tutto...ho parlato coi miei...con tuamoglie...mi sono esposta di brutto!e sai a che cosa è servito parlare con tua moglie? a nulla di positivo per me,ma per voi: lei si è attaccata ancora di più a te, ti ha voluto perdonare, tiha complicato le cose, ti ha fatto capire quanto ti ama e che vuole te a tuttii costi! tutto questo me l\'hai detto tu.ma io sono fiera di come sono ONESTA e CORAGGIOSA, anche se questo non mi haportato a nulla. io sono al limite della sopportazione, della speranza, della pazienza,dell\'altruismo, della solidarietà, della comprensione.......no, non ho già piùdi tutto questo ! ho fatto di tutto ma nulla è mai servito a nulla.ho parlato ed ho taciuto, ti ho amato e ti ho odiato, mi sono avvicinata e poi allontanata, ti ascoltato e ti ho ignorato.....non sono mai riuscita a sentirti MIO se non a letto. se tua moglie se ne andasse via..non passerebbe una settimana che tu andresti a riprendertela o la raggiungeresti nella VOSTRA nuova casa. NON SEI CONVINTO DI VOLERLA PERDERE SE NO NON MI AVRESTI TENUTO NASCOSTA ANCORA E ANCHE IN QUESTO ULTIMO PERIODO. a questo punto, se vi separerete mai, lo farete per una VOSTRA decisione benponderata. non sarà perchè ci sono io (perchè non ci sono più da un pò) maperchè, come vi siete detti davanti ai vostri figli, NON LA AMI PIU'. a questo punto IO NON C'ENTRO NULLA!!!!!io mi fermo qui e mi ritiro! VOI fate quello che volete....sei ancora in tempo a fermarla...e so che lo farai! un bacio, ciao laura

AMORE ED AUTOLESIONISMO

ripy Età: 18 Sono praticamente fuori di me !!dopo una storia importante con un 23 enne stamattina mi ha kiamato dicendomi ke non mi ama e ke non vuole stare piu cn me io x lui ho dato me stessa e adesso sono sola senza nessuno io continuo ainiarci messaggi e telefonate ma non risp piu...domenica abbiamo avuto l'ultimo rapporto e penso sia stato condizionato dalla madre xke e molto legata alla sua ex...casa devo fare io sto pensando di tutto dalla andare via o farmi autolesionismo tagliarmi le vene visto ke ho difficlta a coaculare in sangue cosi morire e non soffrire

sabato, dicembre 06, 2008

IN NOI C'E' LA MAGIA PIU' GRANDE

skippy30 Età: 30 Ho perso la mia ragione di vita, ho perso mio padre il giorno stesso del mio primo esame universitario. Ho perso il punto di riferimento,l a guida della mia giovinezza. Avevo 21 anni, ora ne ho 30, ma avolte il tempo non basta....Mi sono trovato in balia di me stesso, ho dovuto dare coraggio e ridere,quando ero io ad averne bisogno, ho camminato su campi aridi di indifferenza e credetemi mi son trovato solo.S olo con persone che cercavano di aiutarti e poi inevitabilmente chiedevano il conto...ho nascosto mille tramonti in me bevendo di tutto e di più. Ero diventato fango, e nessuno mi chiedeva come stai, nessuno.Vittima? no, non si puo essere vittima della vita,a nche là dove la magia,la fede non basta più, ho trascorso anni bui,p oi mi son fermato. A 23 anni ho ripreso astudiare, ora laureato abilitato docente e ricopro un ruolo di estrema importanza, non mi son riempito con il consenso sociale, non mi interessa non basta.La mia testimonianza, è solo finalizzata a dire che oggi, non si puo dire ho perso, ad ogni rinuncia come canta la Consoli corrisponde una contropartita considerevole.. a me è toccato un angelo. Ringrazio me stesso, e l'angelo di mio padre che tenendomi per mano mi ha fatto capire che non dovevo più restare così, non ero fango potevo e dovevo provarci ancora.Ora ho tanti amici, tanti colleghi,un amore straordinario, ora però,che ho iniziato a volermi bene, che ho capito che prima di vedere l'arcobaleno necessariamente doveva piovere.Ho lottato prima per la morte, poi per la vita,n on so quale sia stata ed è lapiù dura, ma comunque sia non cambierei neanche una virgola, ero fango e c'era mio padre, sono io adesso è c'è mio padre, ci sarà futuro e c'è amore che è l'unico motore regolatore di tutto. aBBIATE, ABBIAMO SEMPRE FIDUCIA, NON SI E'MAI SOLI, IN NOI C'E' LA MAGIA PIU' GRANDE BASTA CREDERCI..

domenica, novembre 30, 2008

MIA FIGLIA NON PARLA PIU'

sonia Età: 35 Buon giorno, sono la mamma di due bimbe Sara 8 anni eMartina 4anni e mezzo. Da un anno Martina ha cominciato a non parlare piu', prima con gli estranei, poi con i conoscenti, poi ha escluso nonni e zii e infine da tre mesi non parla piu' neanche con noi genitori e sua sorella. Da gennaio 2008 è seguita da una psicologa che la vede una volta a settimana.La bimba durante quest'anno si è aperta molto verso gli altri, gioca, è serena, ma rimane comunque "muta". Siamo angosciati perchè ora che non sentiamo più' la sua voce è veramente dura. Martina si fa capire comunque benissimo, è molto comunicativa . Quest'anno va volentieri all'asilo a differenza dell'anno scorso e ha instaurato una vera e propria complicità con la maestra con cui parla. La maestra in questo momento è l'unica ad avere un rapporto verbale con la bimba che appunto non parla con nessun altro nè bambino. La psicologa che la segue ci aiuta molto, è andata a parlare con la maestra di asilo,alla bimba piace.Ho letto tanto di questa malattia, ma quello che mispaventa è l'impotenza di noi genitori, il non sapere se e quando Martina riuscirà a parlare di nuovo, a superare questa ansia di parlare.Cosa possiamo fare in più?Grazie cordiali saluti.
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Continuate a seguire le indicazioni della psicologa che vi segue ed evitate di trasmettere la vostra di ansia alla bambina, rischiate solo d'alimentare ulteriormente l'ansia di quest'ultima.
Cordiali saluti
Dott.ssa Rosalia Cipollina

MIO MARITO E' GAY

saxx76 Età: 31 Salve sono Sara... questa è la mia storia aiutatemi... sono sposata da 8 anni. mio marito e gay. l'ho sempre saputo ma sia io che lui abbiamo sottovalutato la cosa perchè eravamo molto innamorati l'uno dell'altro. ma con l'andar del tempo le cose sono cambiate radicalmente. lui ha sentito il bisogno estremo di scoprirsi. di conoscere chi era e i suoi veri sentimenti.così sono iniziate le bugie e i tradimenti ma io ho sempre perdonato tutto...non posso fare a meno di lui.. e neanche lui riesce a staccarsi completamenteda me...fino a questa estate quando ho saputo di essere incinta... lui è rimasto a dirpoco sconvolto.. si stava frequentando già da un paio di mesi con quello cheadesso è il suo ragazzo ufficiale... dice d essere innamoratissimo di questapersona, di non aver mai amato nessuno così e molte altre cose... viviamoancora insieme... spesso mi cerca anche sessualmente e io ci sto... ma mi diceche non mi ama... che non vuole una famiglia classica... che non vuole lasciareil suo ragazzo... che per me ha un forte attaccamnto visto gli anni passati insieme... vorrebbe avere un rapporto con me sereno in casa... e uscire star fuori week end interi e altro con lui...io sono incinta di 5 mesi e sono disperata... perchè mi bastano due sue moine e mi sciolgo... vorrei che se ne andasse ma ho paura e poi non è sua intenzione farlo...piango tutti i giorni... ho momenti di rabbia e di disperazione e poi cerco di capirlo e giustificarlo...vivo in una confusione mentale assurda e non so più che fare... aiutatemi...
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Salve la invito a porre la sua richiesta all'interno del Forum del sito MALdAMORE (http://www.maldamore.it/public/FORUM/) dove troverà sicuramente sostegno ed indicazioni.
Cordiali saluti
Dott. Roberto Cavaliere

SONO VICINO A MIA SORELLA

deborah Età: 15 Argomento: mi chiamo Alice e ho quasi 15 anni...scrivo qui perchè un mese fa ho visto che qualcuno era entrato in questo sito e allora son andata anch'io a vedere e guardando in giro ho trovato una testimonianza di mia sorella del mese di settembre (http://lopsicologo.blogspot.com/2008/09/ho-20-anni-ma-la-mia-vita-e-gia-finita.html)....racconta delle violenze di nostro padre sopratutto sessuali...più volte ha alzato le mani con me ma sopratutto con lei da quando è morta nostra madre ma mai mi sarei aspettata che arrivasse fino a questo punto...così ho parlato a mio fratello più grande e son venuta a sapere che lui lo sa fin dall'inizio...mentre io che ci vivo insieme non mi sono mai accorta di nulla....può immaginare lo schifo e la rabbia cheprovi verso mio padre ma quel che mi fa star più male è che non mi abbi detto nulla per quasi 3anni...forse per non farmi soffrire, per non complicarmi la vita....ma lei è più di una sorella per me...è come una madre...anche se spesso litighiamo, spesso non ci capiamo ma mi ha sempre aiutata nei momenti difficili come ora che ho una bambina di pochi mesi...mi sgrida per i diversi errori che faccio ma alla fine mi sta sempre vicina e mi sostiene....ora vorrei aiutare io lei come lei ha aiutato me....dice che ce l'ha tenuto nascosto perchè non voleva toglierci un padre ma quel che mifa più soffrire ora è che non mi abbia resa partecipe del suo dolore e si abbia tenuto dentro tutto questo per tutti questi anni...vorrei che capisse che non è sola perchè io le starò sempre vicina e sono dalla sua parte;che la sua vita non è inutile e che non è troppo tardi per ricominciare...deve vivere perchè può dare e ricevere ancora tanto...non so come affrontare l'argomento con lei e come convincerla a non stare zitta ancora e denunciare quel che sarebbe nostro padre ma che ormai per me non lo è più....è solo un mostro che la galera se là stra merita....mio fratello dice di star zitta e lasciare lei decidere....io non so proprio come mi devo comportare...che devo fare?
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Se il vostro rapporto è così solido e importante, sua sorella apprezzerà che lei le offra il suo aiuto e sostegno. E' vero che bisogna rispettare i tempi degli altri davanti a cose così gravi e dolorose, tuttavia, in questo caso sua sorella non vi ha resi partecipi di ciò che la accadeva prevalentemente per proteggervi, nonostante avesse certamente un gran bisogno di confidarsi con qualcuno caro. Per questa ragione credo che la soluzione migliore sia incontrarvi nei vostri racconti, nelle vostre confidenze, darà a entrambi la sicurezza di non essere più sole in tutto questo dolore.
Dott.ssa Cristina Gugliermetti

L'EX MOGLIE LO RICATTA

erika Età: 22 Salve! ci è sembrato di conoscerci da una vita. lui sposato io la sua dipendente. 3 anni fa ci siamo innamorati quando già il suo matrimonio era ormai finito.abbiamo deciso di andare via assieme e di convivere. lui ogni 2 settimane andava a trovare le sue figlie fino a quando dopo l'ultima volta che è tornato a casa sua la moglie lo ha messo con le spalle al muro dicendogli di aver scoperto tutto e che non lo avrebbe più fatto andare via. lei non vuole separsi per quello che potrebbe pensare la gente del paese, per i genitori...lo ricatta e lui non fa altro che avere ansia, trema sempre, e sta sempre fuori casa, come dell'altro faceva già prima di conoscemi. a quale scopo la moglie fa tutto questo? lui le ha anche detto di non amarla più e che la sua presenza lo fa stare male. Cosa può comportare la sua convivenza con me se non c'è una pratica legale in corso? come si puòrisolvere questo problema?
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Salve la invito a porre la sua richiesta all'interno del Forum del sito MALdAMORE (http://www.maldamore.it/public/FORUM/) dove troverà sicuramente sostegno ed indicazioni.
Cordiali saluti
Dott. Roberto Cavaliere

PROVO UN SENTIMENTO MOLTO FORTE

keta Età: Salve, ho 21 anni e da 5 mesi ho conosciuto una ragazzadi 32 anni...fin da subito fra noi c'è stato un bel rapporto, ci cercavamo a vicenda e stavamo bene insieme!! Quando usciva fuori fra amici qualche battuta sulla possibilità di stare insieme io e lei rispondevamo tutti e due che c'è troppa differenza di età ma con il passare del tempo il rapporto si è intensificato sempre di più fino a pensare ad una possibilità di stare insieme. Ad oggi noi ci comportiamo come se fossimo una coppia anche alla luce del sole, l'unica differenza è che non ci siamo mai baciati e non abbiamo mai avuto rapporti anche se ne abbiamo parlato provocandoci a vicenda etc... All'inizio per me era un problema farmi vedere con lei ma ad oggi provo un sentimento molto forte per lei e ci starei anche insieme a tutti gli effetti ma non sò come comportarmi e se lei è disposta ad avere una storia con me...Spero che lei possa darmi qualche consiglio, la ringrazio in anticipo!
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La invito a porre la sua richiesta via email all'interno del blog http://primiamori.blogspot.com/
Cordiali saluti
Dott. Roberto Cavaliere

MASTURBAZIONE INFANTILE E PSICOFARMACO

maria rosa Età: 33 Salve ho una bimba di 6 anni che si masturba da quando aveva 9 mesi. Nel corso degli ultimi 5 anni ho contattato vari psicologi e neuropsichiatri senza arrivare a nessun esito positivo. Circa un mese fa mi hanno prescritto un farmaco: TRITTICO gocce. Io ho un pò di paura asomministrarle questo psicofarmaco però vorrei tanto che mia figlia vivesse una vita piu' serena senza l'"angoscia" di questo problema perchè, purtroppo non è una malattia ma ha un notevole risvolto sociale! Da un anno circa ha avuto qualche periodo di miglioramento ma poi ricomincia a masturbarsi. Aspettouna risposta. Grazie
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Salve, purtroppo non posso entrare nel merito della possibile somministrazione del farmaco perchè non è di mia competenza professionale. Ritengo che se glielo hanno prescritto avranno valide motivazioni. Di solito non si prescrivono psicofarmaci ai bambini con leggerezza. Comprendo le sue ansie e perplessità ma fossi in lei proverei a seguire per un pò la cura farmacologica e ne valuterei i possibili esiti positivi.
Cordiali saluti
Dott.ssa Rosalia Cipollina

giovedì, novembre 13, 2008

PORNODIPENDENZA

stella Età: 44 Sono venuta a conclusione dopo anni di sofferenza che mio marito è un dipendente della pornografia ha tutti i sintomi descritti nel vs sito , capisco che si è ammalato ma alla fine chi ne sta pagando le conseguenze sono io sono una bella donna , sicura di me , mamma di due splendidi ragazzi, molto forte di carattere, ma quando è troppo è troppo. ho cercato di aiutare mio marito in ogni modo possibile , ma sono stata oggetto di continui maltrattamenti , mortificazione (si è masturbato piu volte in mia presenza) o ancora disprezzandomi , da circa due anni non ho nessun tipo di rapporto sessuale anche se so di essere sempre e cmq desiderata da tanti uomini. ormai ho un rifiuto al sesso . io ho bisogno di aiuto perchè ho voglia di ricominciare e vorrei tanto riscattarmi alla luce di tutti gli amici e parenti a quali mio marito continua a dire che sono una pazza e che con me è impossibile vivere , e a quelli piu intimi che a letto ero una morta. questo perchè lui è certo che io dica la verità sul suo conto mi creda proprio non sto bene , non vorrei ammalarmi anch'io ma non so come comportarmi grazie

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Cara Stella, lei riconosce che tutto questo é diventato un gioco perverso. Non é tanto perverso ciò che fa suo marito (anche se indubbiamente discutibile, ma deve essere lui stesso a mettersi in discussione), quanto la relazione che si é instraurata tra voi due, dove lei viene umiliata e frustrata. Sorprende inoltre l’aggressività che lei descrive in lui (nell’imporle la sua masturbazione, nell’insultarla verbalmente e nello svilirla).

Sicuramente questo vostro rapporto é doloroso e duro da affrontare, per questo le suggerisco di cercare aiuto in uno specialista. Nel caso voglia cercare ancora una mediazione con suo marito, le suggerisco un terapeuta della coppia, altrimenti potrà rivolgersi ad un terapeuta individuale che la aiuti a recuperare la fiducia in sé stessa e la accompagni nel suo percorso di crescita personale.

Dott.ssa Cristina Gugliermetti

STATO DEPRESSIVO E PENSIERI NEGATIVI

M@u Età: 22 Salve Dottoressa! Da qualche settimana a questa parte sono caduta in depressione: mi sento un peso per tutti, un rifiuto, una nullità, una persona inutile; le amiche se ne fregano, i familiari noncapiscono la gravità del mio problema, e il mio ragazzo lo sento sempre piu lontano.Vedo tutto nero e piu volte penso al fatto che vorrei morire. Sono in cura da una psicologa che ha confermato il mio stato di depressione e sto seguendo anche una terapia farmacologica, ma anziche migliorare mi sento sempre peggio ora dopo ora. Mi sento sola al mondo, non ho voglia di far nulla neanke le cose che sempre mi sono piaciute, non mangio più xke mimanca l appetito, insomma vedo tutto nero senza alcun bagliore.Ho sofferto troppo nella mia vita: l abbandono alla mia nascita di mio pap°, la brutta infanzia e adolescenza, il mio mal di testa quotidiano, le poco piacevoli storie sentimentali... ecc.Non riesco piu a continuare cosi davvero sono sempre stata una persona forte ma ora ho esaurito ogni mia forza, sono percosi dire scoppiata e anziché ricevere aiuto e comprensione sono sola perchè nessuno mi vuole, nessuno si rende conto di quanto sto soffrendo.
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Cara Mau, lo stato che descrivi, come hai detto tu e come conferma la tua dottoressa, é un evidente stato depressivo.
Innanzitutto, se sei in cura, é già un buon passo avanti. La farmacoterapia farà effetto a breve, purtroppo i farmaci antidepressivi non hanno efficacia immediata, quindi bisogna armarsi di buona pazienza ed attendere alcune settimane prima che abbiano effetto.Tu dici che nessuno ti capisce, nessuno ti dà peso e comprensione. Purtroppo una delle caratteristiche della depressione é proprio far vedere tutto nero e triste. Sembra che niente sia recuperabile, né la nostra salute, né gli affetti che ci stanno intorno, oltretutto vediamo tutto negativo, come se nemmeno un futuro sia più possibile. Le cose che dici sono compatibili con tutto questo quadro ed é importante che tu sappia che non sempre ciò che vediamo é realmente in quel modo. Mi spiego meglio con un esempio: é come quando si tiene per un po’ immobilizzata una gamba. Si fa un’enorma fatica, dopo, a recuperare la forza muscolare e anche solo fare un gradino ci sembra faticosissimo, anche se in generale fare quel gradino non é così faticoso. E’ il nostro stato fisico di quel momento che ci fa sembrare che lo sia. Allo stesso modo tu ora hai una difficoltà (non motoria, ma emotiva) a vedere le cose positive della tua vita e ti viene da pensare che non ce ne siano. Vedrai che con il passare del tempo il tuo stato migliorerà, la tua dottoressa ti aiuterà a stare meglio e i farmaci faranno il resto. Per ora devi solo tener duro. E confidare, sapendo che é un momento critico, che tutto questo passerà.
Dott.ssa Cristina Gugliermetti

DEPRESSIONE DOPO IVG 2

monica Età: 25 Salve dott.ssa, sono la Monica della "depressione dopo IVG". Volevo ringraziarLa della risposta e se possibile, chiederLe un ulteriore parere. Le ho parlato molto brevemente dei miei insuccessi universitari: dopo quel fatidico IVG, ho cercato di andare avanti, ho fatto concretamente solo due esami però nel frattempo ho continuato a seguire i corsi degli anni successivi, più volte mi sono cementata nello studio delle altre materie ma alla fine nn sn mai riuscita a presentarmi all'appello e nn perchè non avessi studiato realmente ma perchè credevo io di nn essere pronta e nn ho mai avuto il coraggio di rischiare. Per esempio ho studiato più volte anatomia, l'anno scorso l'ho fatto insieme ad una mia collega, mi ero anche segnata all'appello poi nn ce l'ho fatta e nn ci sn andata. la mia collega invece ci è andata e ha preso 30. lei mi ha detto che ascoltandomi la materiala sapevo e anche bene eppure nn ho avuto fiducia nè in nelle sue parole nè in me stessa. ora mi chiedo se a 25 anni è tardi per proseguire gli studi di medicina o è meglio cambiare strada. il mio sogno oggi è ancora quello di diventare medico ma il problema è d nn sentirmi più all'altezza e nn solo di fare il medico ma di fare qualsiasi altra cosa in qualsiasi altro campo. Un tempo avevo così tanti progetti o meglio idee chiare sul mio futuro: divebtare un bravo medico,avere una carriera brillante, una famiglia entro i 30-35 anni visto che il mio ragazzo oggi ne ha già 30.ora mi riterovo spiazzata perkè nienteè come quello che avevo previsto e sperato.nn sn preoccupata solo per me mami sento responsabile anche della felicità del mio ragazzo(che tra l\'altroè all\'oscuro di qst mia situazione universitaria):lui lavora ha già 30 anniquindi volendo tra qualche tempo potrà farsi una famiglia ma per colpa miadovrà rinunciare a tt qst almeno per un bel pò di tewmpo (se nn scapperà prima);in più è una persona stupenda che si merita il meglio della vita e ttla felicità possibile:lavora con un enorme spirito di sacrificio,ogni giornocostruisce un mattoncino per il suo futuro,è sicuro determinato con unagrande abnegazione per tt qll che fa ha tantissimi solidi principi e proprioper qst dovrebbe avere accano una persona che sappia renderlo felice che siasicura determinata forte una vera e propria donna.scrivendo qst cose mi faccio pena da sola perchè mai avrei pensato un giornodi piangermi addosso così di farmi pena per la persona orribile che oggi sono.Nn so più chi sono nn so più cosa voglio nn ho obiettivi nn vedo più ilmio futuro e in realtà nemmeno il presente.nn sn soddistatta e fiera di mestessa eppur sapendo qst,nn ho energia per reagire anzichè risaliresprofondo sempre di più in qst agonia di tristezza infelicità paura di vivere la vita.qst ultimi 4anni è come se nn avessi vissuti.4 anni nn snpochi eppure per me è come se nn fosse passato nemmeno un giorno,è come sela mia vita si fosse congelata al 2004.f orse perkè dentro di me spererei che fosse così.vorrei tanto che qualcuno mi illuminasse la strada per capire cosa fare del mio presente e quindi del mio futuro.secondo lei cosa debbo fare? è troppo tardi per continuare i miei studi?le faccio qst domanda perchè nn ho alcuna alternativa.nn so veramente nulla di qll che voglio fare.

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Cara Monica, la tua lettera é davvero piena di dolore e risentimento verso te stessa. Come se tu non potessi permetterti di essere quello che sei, come se tu dovessi per forza essere quello che avevi progettato di essere. Però lo sai anche tu, non sempre (anzi, in verità molto raramente) si riesce ad essere quello che noi vorremmo. In psicologia si parla di Ideale dell’Io. E proprio di un ideale si tratta. Noi ce ne creiamo uno e poi cerchiamo di avvicinarci il più possibile, riaggiustando spesso il tiro e adeguandoci alle circostanze che si frappongono. Tu avevi un ideale molto ambizioso. Essere un buon medico, una buona moglie e madre di famiglia, una donna forte. E nella mail precedente parlavi anche della “figlia-perfetta”. Spero che tu ti accorga che non sono cose da poco. Prevedono tutte un impegno, una costanza e determinazione difficili da raggiungere e il fatto che tu non stia assecondando il tuo ideale ti mette semplicemente di fronte alla tua umanità. Dici che ti senti responsabile della felicità futura del tuo ragazzo. Monica, l’unico responsabile della sua felicità é lui stesso. Tu puoi solamente fornirgli gli elementi per operare le sue scelte (quindi raccontargli i fatti come stanno), ma non dipende da te la sua felicità. Potresti iniziare a riconoscere agli altri il loro ruolo negli eventi e nel corso delle cose. E potresti iniziare a parlare di tutta questa mole di segreti e mezze verità (se ho capito bene nemmeno il tuo ragazzo sa della tua situazione scolastica). Per farlo dovrai finalmente affrontare i tuoi fallimenti (tutti ne abbiamo) e forse, dovrai deludere le aspettative di qualcuno. Ho l’impressione che tu non riesca però prima di tutto a deludere le tue stesse aspettative e che sia questo il motivo per cui non ti confidi con nessuno. Parlarne sarebbe ammettere la realtà dei fatti. Mi domandi se puoi proseguire i tuoi studi. La mia risposta é che ci sono delle priorità. Prima é opportuno che tu metta ordine nella tua vita, che riallacci i rapporti (con la dovuta sincerità) con le persone a te care e che ti chiarisca su quello che vuoi veramente, poi potrai riaggiustare il tiro delle tue ambizioni, proseguire i tuoi studi o decidere di cambiare strada. Hai tutte le potenzialità per fare quello che desideri. Sempre che quello che tu desideri sia raggiungibile da un essere umano e non sia un ideale così difficilmente raggiungibile. E' vero che ci sono persone che sembrano raggiungere tutto quello che tu hai descritto, ma se poi quando li si guarda da vicino, qualche magagna (un amore infelice, una salute poco stabile, una famiglia problematica) ce l'hanno tutti.

Dott.ssa Cristina Gugliermetti

MI DEDICO SEMPRE AGLI ALTRI

Tiziana Età: 53 Saro` breve. Come mai cerco sempre di esaudire idesideri altrui, dedicarmi all'altro, fargli regali che apprezza, supportarlo/i, sostenerlo, etc. ma non faccio lo stesso per me?? L'altro/i neppure fa lo stesso per me e finisce con la delusione!!Grazie
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Cara Tiziana, é chiaro che non é facile rispondere nello specifico al perché TU faccia così, però generalmente le persone che si comportano in questo modo spesso ricercano l’approvazione e l’affetto altrui, che per loro sono prioritari anche alle proprie esigenze e necessità. Talvolta fa piacere donare attenzioni a qualcuno che se le merita, altre volte invece può essere frustrante vedere che c’é anche chi le nostre attenzioni non le apprezza. Sta a te tutelarti e scegliere chi merita quello che fai.
Dott.ssa Cristina Gugliermetti

mercoledì, ottobre 22, 2008

MOLESTIE ED AUTOLESIONISMO

Salve,vorrei un consiglio o un parere di un esperto sulla mia situazione. Sono una ragazza di 19 anni e quando ne avevo 15 sono stata molestata da un parente (queste molestie sono continuate fino all'età di 18 anni). Per il forte senso di colpa che provavo ho cominciato a tagliarmi e a colpirmi violentemente, mi sono fatta aiutare da una psicologa, ma lo ammetto, non è servito a molto. Quando ho deciso di parlare ai miei genitori di queste molestie (avevo 18 anni) non ho avuto la reazione che mi aspettavo, infatti mia madre mi ha incolpata dicendo che la colpa era mia perchè ero stata io a "provocarlo", Adesso, anche se è passato molto tempo, e non vedo più il mio aggressore, ho comunque molti problemi: sono molto ansiosa, non sono mai stata fidanzata con nessuno perchè ho una paura terribile di essere toccata da un maschio, ho avuto degli attacchi di panico e spesso mi sento molto triste, una tristezza che può durare per giorni, sono infelice, mi sento abbandonata da tutti, (anche dalla mia psicologa a cui, essendo una ragazza molto sensibile, mi ero molto attaccata e soffro anche perchè non posso più vederla) e spesso mi viene in mente che l'autolesionismo sia la migliore soluzione a tutto e che almeno starei bene per un pò, inoltre, mi sento ancora in colpa per essere stata molestata, non ho amici con cui parlare di queste cose così intime.. e spesso penso che nessuno avrebbe piacere ad ascoltarmi, o comunque ho paura di essere giudicata. vi prego aiutatemi.
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Cara diciannovenne, é sicuramente una situazione difficile quella che tu vivi e ci racconti.
Non é facile convivere con la sofferenza di aver subito delle molestie, ancora di più quando queste arrivano da parenti e persone a noi vicine, che per natura dovrebbero essere le prime a proteggerci e fare in modo che non ci succeda nulla di male. Comprendo anche il tuo dolore per la colpevolizzazione a cui ti hanno sottoposta le persone a cui avevi raccontati l’accaduto. Purtroppo succede che quando una figlia racconta al genitore quanto accaduto, il genitore, invece di esere comprensivo e accogliente, diventi accusatorio.
Questo comportamento presumo sia da imputarsi (non é una giustificazione) ad un senso di fallimento del proprio ruolo: io, genitore, che avrei dovuto accorgermi e proteggerti, non l’ho fatto, questo significherebbe che non sono stato un buon genitore. E' meno doloroso quindi attribuire la colpa a te, perché così facendo sposto il polo d’attenzione su una tua “volontà” e non su una mia “inadeguatezza”. Inoltre, se dico che tu lo volevi, significa che tu non hai sofferto per ciò che è successo. E ogni genitore vorrebbe che il figlio non soffrisse mai. Ma nonostante queste manovre difensive (il genitore si difende dal dolore di sapere che il figlio ha sofferto e dal senso di colpa per non averlo saputo proteggere) , è chiaro che le cose non stanno così. E’ chiaro che non é colpa tua se é successo quanto é successo. Però la cronaca é piena di queste forme di distorsione delle colpe. Guarda qualunque episodio di violenza: si sente quasi sempre attribuire la colpa alla vittime. Si era vestita troppo succinta, passeggiava in una zona buia, e via discorrendo.
Ma se anche (ammesso e non concesso), tu avessi voluto davvero, come dice tua mamma, quelle attenzioni da parte del tuo molestatore, se anche gliele avessi richieste implorandolo, tu eri una ragazzina, una minorenne e questo significa che avrebbe comunque dovuto essere lui a porre un freno a queste tue richieste.
E’ evidente che non puoi continuare a vivere in questa situazione, con il senso di colpa di quello che é successo e soprattutto con la sensazione di non essere capita e venir accusata ingiustamente. In questo momento é importante che tu possa sentire che qualcuno ti é vicino, che ti capisce e che ti ascolta. Io ti suggerisco pertanto di rivolgerti ad un terapeuta che conduca terapie di gruppo (ce ne sono anche all’Asl di appartenenza, ma purtroppo spesso i tempi si allungano). Questa scelta é deriva da due motivazioni importanti: 1. parlare in un gruppo é catartico, il gruppo ti sostiene e ti sprona ad aprirti e sa darti accoglienza e sostegno in proporzione anche alla numerosità delle persone presenti (di solito una decina). 2. In una terapia di gruppo é meno facile che si sviluppi una relazione troppo stretta con il terapeuta (come hai riferito tu) poiché l’investimento emotivo é distribuito su più persone.
Vedrai che quando inizierai a poter parlare del tuo dolore e a trovare accoglimento, man mano si ridurranno i comportamenti autolesivi e la paura del contatto fisico.Un augurio di cuore
Dott.ssa Cristina Gugliermetti

DEPRESSIONE DOPO ABORTO

monica Età: 25 La mia vita insignificante è iniziata 4 anni fa quando ho fatto una interruzione volontaria di gravidanza affrontando questo e soprattutto il dopo completamente da sola. NN ne ho mai parlato con nessuno perchè me ne vergogno e soprattutto so quanto dolore provocherei ai miei genitori. Mi sono tenuta tutto dentro, pensando che anche stavolta sarei riuscita a superare tutto da sola. Ma così non è stato. é iniziato il periodo più brutto della mia vita:pianti ogni giorno, incubi, tanti pensierinegativi,un annientarmi giorno per giorno non riuscendo più a trovare la forza di reagire. Ho perso entusiasmo, gioia per la vita e anche per i miei studi universitari. nn sono più riuscita a dare esami perchè ho perso ogni forma di fiducia e di autostima. ero una studentessa modella, sempre con voti alti, dedita allo studio, a svolgere con grande responsabilità i miei doveri di figlia. ed ora sono infinitamente delusa di me stessa e nn immagino quella che darò ai miei genitori quando sapranno che in qst anni la mia carrierauniversitaria nn è andata avanti. Dopo 4anni solo ora avverto il bisogno di abbattere questa mia solitudine e poter parlare con qualcuno avendo però prima la certezza che le persone che mi vogliono bene continuino a farlo anche dopo avere saputo che in quetsi 4 anni nn ho fatto che recitare il ruolo della filia modello che ero in passato.Nn nascondo che in questo periodo ho pensato a come potessi togliermi la vita per poter porre finalmente fine a tutta questa sofferenza a tutto queato grigiore questo vuoto che mi impedisce di avere qualsiasi tipo di emozione anche solo piangere.a volte però tra queste follie suicide spunta una gran voglia di stare bene,di riprendere i miei studi realizzare il mio sogno di essere medico e e poter essere di nuovo fiera di me stessa per avercela fatta ancora una volta a fare di un dolore così grande la forza per andare avanti e poterguardare al futuro e ricominciare a sognare. poi ad un tratto ripiombo nell'angoscia nel pensare che nn sono in grado di farcela nel pensare che nella vita nn sono più in grado di fare niente nel pensare che nn ho niente che cn questo mio stato d'animo non ho fatto altro che rovinare oltre la mia vita anche la mia storia. ho un enorme senso di colpa nn solo nei confronti di me stessa ma anche e soprattutto nei confronti delle persone che amo perchè se posso sopportare la mia infelicità, nn possso sopportare quella delle persone che amo perkè nn hanno fatto nulla per meritarsi quetso. oggi credo che sia stat colpa mia nel non rendermi subito conto che quello che i stava succedendo era più grande di me e nn potevo farcela da sola ma avevo bisogno di aiuto.questi 4anni però nn posso più riaverli per cambiarne il decorso, posso solo prendere atto della mia sconfitta del mio fallimento e ripartire da quì per potermi dire finaòmente di avercela fatta a rialzarmi a ripartire a riprendere in mano la mia vita più forte di prima ad avere di nuovo degli obiettivi ad avre la forza di raggiungerli e diventare una persona più forte.vorrei tanto poter sorridere di nuovo ma nnso da che parte iniziare...La prego ,mi aiuti!
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Cara Monica,
la tristezza che descrivi, la sensazione di non poter più andare avanti, il timore di aver deluso tutte le persone più care e soprattutto, i pensieri di porre fine in modo violento a tutto questo fanno supporre che tu stia attraversando un momento di depressione.
Ritieni che l’inizio di questa tua sofferenza sia da attribuire all’interruzione di gravidanza, però poi non fai cenni ad un desiderio di maternità, questo mi fa supporre che il tuo dolore non derivi tanto dall’evento in sé, ma da ciò che una scelta di questo tipo rappresenta per te: il fallimento della figlia-perfetta.
Più volte parli del dolore che daresti ai tuoi cari e del tuo tentativo di ripararli da questo, al punto di “sacrificare” i tuoi veri sentimenti di questi ultimi anni (tristezza, dolore, paura) fingendo che le cose vadano comunque bene.
Mi domando: che cosa ti spaventa di più? Farli soffrire per un aborto, oppure per la perdita di quell’ideale di figlia che si erano creati?
Ma soprattutto: se lo sono davvero creato questo ideale, oppure é un ideale tuo, che rifletti su di loro? Raramente i genitori credono nella perfezione dei figli; anche se raccontano, parlando della prole, di gesta mirabolanti e di virtù monacali, spesso sono loro i primi a sapere che la realtà sta nel giusto mezzo.
Inoltre, se tu provassi a parlare loro (di quello che credi che potrebbero accogliere: se temi che l’aborto sia un argomento troppo forte potresti provare a confidarti sulle vicende scolastiche) potrebbe essere loro di aiuto a conoscerti meglio, non come la figlia perfetta a cui tu aneli (e in cui loro magari sperano), ma come la loro figlia reale, con la sua storia personale fatta di successi e di sconfitte. Io credo che tu abbia bisogno innanzitutto di cominciare ad accettare la tua “fallibilità”, la tua imperfezione, prima ancora di poterla “rivelare” agli altri.E’ un percorso che prima o poi dovrai fare, non si può rimanere su un piedistallo per una vita intera.
Dott.ssa Cristina Gugliermetti

sabato, ottobre 18, 2008

PAURA DELL'ASILO NIDO

Buongiorno, mi chiamo FABIO,
Abbiamo una bimba di 25 mesi. Entrambi i genitori lavorano percui la piccola va al nido dalle 7.30 alle 17.00. Di solito la accompagno e la vado a riprendere io che sono il papà. Premetto che non c'è mai andata molto volentieri, ma ultimamente son dovuto correre a riprenderla perché aveva cominciato a piangere e non riuscivano a consolarla in nessun modo. Da quel momento abbiamo notato un aumento generale della paura di qualsiasi cosa (rumori forti, altri bimbi che schiamazzano, persone diverse dal papà e la mamma) ed un forte attaccamento alla mamma. In passato, invece, capitava sovente che la piccola rifiutasse la mamma (quando non è al nido, è quasi sempre con me: io le faccio il bagnetto, la metto a nanna, etc) anche con atteggiamenti "violenti" (spinte, schiaffi) ai quali la mamma reagisce con frasi tipo "allora stai con il papà, la mamma va via!". Sebbene quando ci avviciniamo al vialetto di ingresso del nido, lei comincia a lamentarsi, abbiamo continuato a portarcela lasciandola solo la mattina. Il pomeriggio resta con me, che ho più facilità a star via dal lavoro. Al nido non sta volentieri con gli altri bimbi, ma solo con la maestra più anziana. Tuttavia non vedo miglioramenti. Ieri notte, dopo un'ennesima "lite" con la mamma per mettere il pigiama, si è svegliata più volte piangendo ed oggi non sono riuscito a lasciarla al nido per più di un'ora. La mamma crede che sia successo qualcosa al nido che l'abbia spaventata, io invece credo che la piccola senta il bisogno di stare di più con la mamma e forse la garanzia che la mamma non "vada via" e la lasci. Cosa possiamo fare?
Grazie, per l'attenzione che Vorrete rivolgerci,
Cordiali saluti,
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Salve Fabio, è probabile che dietro la sofferenza di sua figlia ci sia il timore dell'abbandono e della separazione dalla figura materna unitamente a qualche episodio che si è verificato nell'asilo nido. Quest'ultimo essere stato la miccia che ha fatto riaffiorare la paura della separazione. Servirebbe un colloquio più approfondito con le insegnanti. Cordiali saluti
Dott.ssa Rosalia Cipollina

INSONNIA REATTIVA

Roberto Età: 18 Salve Dottore, sono Roberto ho 18 anni e vorrei parlarle di un problema che si ripete ormai da circa 20 giorni. Infatti è proprio precedentemente a tal periodo che nasce la mia insonnia. Un mio amico mise in giro che una ragazza che gli avevo presentato non lo graziasse di tanta confidenza perchè io la spingevo verso di me e quindi lontano da lui. Tali confidenze espresse ad amici intimi erano completamente infondate, giacchè lei è la mia amante da mesi ed ogni rifiuto che lei dava a lui era legato oltre al disinteresse di lei verso di lui, ma anche dal rapporto sempre più solido che c'è tra me e lei. Tuttavia i miei amici cominciarono a guardarmi con un altro occhio, soprattutto quelli che conoscevo da poco. Presi il comportamento del mio amico (ormai ex) come un atto di pura malignità per non ammettere che una ragazza (già mia) voleva me e non lui (possessore di un idea molto alta di sè che si permise di esporre in chat con lei, con frasi del tipo "perchè forse è meglio lui di me?"), come se questa cosa lo segnasse nell'orgoglio. In una sera d'estate ne conseguì un'accesa discussione, lui mi si scaglia contro quasi a volermi strappare la maglietta. Da lì ne conseguono spintoni ma soprattutto insulti detti ad alta voce di fronte a tutto il gruppo, tutti però indirizzati alla mia persona. Come mi è solito, oltre ad evitare di mettersi le mani addosso, manifesto la mia superiorità sorridendo o magari rimanendo indifferente, senza rispondere alle offese. Cosa che non è sembrata funzionare di notte,prima di andare a dormire. Quando i pensieri prendono il largo si passa tutta la notte a pensare che forse quella sera avrei dovuto scompormi e dargli la lezione che si sarebbe meritato da tempo; forse anche la rabbia per non aver reagito con rabbia quella sera mi tiene sveglio e penso: a cosa fare, a come reagire con tutto il gruppo che non ha fatto niente per emarginare o far notare che fra amici di lunga data certe cose non devono succedere; capire anche solo se come mi sono comportato ha declinato la mia figura agli occhi degli amici. La mia forza che risiede nel mio orgoglio mi porterebbe anche ad evitarli per sempre, ma ogni sabato ci si rincontra e si ripassa del tempo...Confesso di essere un ragazzo al quanto brillante che non è capace di sorvolare su niente dotato di forte razionalità, e che forse il più delle volte provoca invidia. Amo l'ambiente della medicina e vorrei avere molta più serenità e riposo per cominciare a studiarla seriamente (tra l'altro sono le 3 di notte), sono certo che un professionista come lei mi possa aiutare a ritrovare il giusto equilibrio ed il giusto sonno. RingrazioAnticipatamente
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Caro Roberto,
capisco che in questo momento tu non riesca a riposare serenamente a causa di questa situazione tesa tra te e il tuo gruppo.
Tuttavia, ho anche un po’ l’impressione che questa situazione si inserisca in un momento più ampio di tensione (lo studio? non é chiaro) e che sia questo il motivo per cui non riesci a distogliere il pensiero da questi eventi durante la notte.
Cerco di spiegarmi meglio: tu dici che di notte continui a ripensare a ciò che é successo, arrabbiandoti con te stesso per non aver dato al tuo amico “la giusta lezione”.
Mi pare di capire quindi che la rimuginazione ti assale proprio quando la razionalità allenta un po’ la sua presa e le emozioni prendono il sopravvento.
E’ come se le energie che di giorno sono impegnate nel mantenere questo tuo modo di essere (citando dalla tua lettera) “sono dotato di forte razionalità, non sono capace di sorvolare su niente”, di notte cedessero e ti permettessero di provare emozioni.
E’ come se solo di notte potessi prenderti cura della rabbia, della tristezza (per la situazione che si é creata con gli amici), del senso di impotenza per non aver fatto niente.
Di giorno no. Di giorno c’é la razionalità. C’é il ragazzo “alquanto brillante che forse il più delle volte provoca invidia”.
Dalla tua lettera emerge che tu hai un’alta considerazione di te stesso, vorresti che anche gli altri l’avessero e quando ti viene negata ti arrabbi con loro e li allontani.
Fantasticando magari di “dargli la giusta lezione”.
Ma una lezione per fargli capire cosa? Che non deve interessarsi a una ragazza interessata a te e a cui sei interessato anche tu ? (ma lui lo sapeva della vostra relazione?) Oppure che non deve confidare a degli amici i suoi sospetti? O ancora, perché pretende di aver ragione in tutto questo? O forse perché non ti sta dando il rispetto e la stima che meriti?
Ci sono anche dei punti che non sono chiari, in cui tu non spieghi se i tuoi amici ( e soprattuto il tuo amico in particolare) erano al corrente della tua relazione con questa ragazza.
La vostra é una relazione clandestina? Se é una relazione clandestina, perché presentarla ai tuoi amici? Anzi..perché presentarla a quel tuo amico e lasciare che lui si interessasse a lei, senza avvertirlo che eri già interessato tu?
Vorrei provare a farti “sentire” come può suonare quello che hai raccontato, così da mostrarti un punto di vista alternativo (non quello giusto, intendiamoci) che potrebbe aiutarti a comprendere meglio il modo in cui ti sei posto (e forse in cui ti poni anche nelle realzioni???). Molto probabilmente leggendo le prossime righe proverai rabbia e la sensazione di non essere compreso: é proprio quello su cui vorrei che tu ti soffermassi.
Dunque.
Semplificando estremamente la tua lettera sembra che tu dica “siccome io sono superiore, (e non temo rivali) ti presento la ragazza con cui esco, ben sapendo che lei non si interesserà a te; ma non te lo dico, così tu ti illudi, ti arrabbi con me e io infine suscito la tua invidia. Dopo aver lasciato che si creasse questa situazione scomoda, invece di chiarire e scusarmi con chi ho messo in mezzo, mi arrabbio quando lui protesta per questa situazione. Per giunta, sentendomi nel giusto, mi arrabbio con me stesso per non avergli dato la giusta lezione.”
Chiedo scusa per aver semplificato così tanto, ma era necessario per focalizzare alcuni punti.
1. Il tuo amico si é interessato a una ragazza (legittimo).
2. Lei é la tua ragazza (legittimo)
3. Voi non lo dite (legittimo in alcuni casi, in questo caso, quando la situazione diventava critica era necessario dirlo)
4. Lui trae delle conclusioni sbagliate (legittimo)
5. Lui se ne lamenta con amici intimi (legittimo)

Quindi, non sarebbe stato più semplice chiarire tutto fin dal principio?
Anche se la relazione tra te e la tua ragazza fosse stata clandestina, avresti potuto comunque dire che eri interessato tu a lei e fare in modo che il tuo amico non se ne interessasse.
Invece si crea una situazione antipatica in cui ci sono incomprensioni, sospetti, invidia.
Però chiariamoci bene, le situazioni le creiamo noi, con i nostri gesti e le nostre parole.
Tutto questo si sarebbe potuto evitare, avendo accortezza, nelle nostre azioni, per i sentimenti degli altri.
Il pensiero che dovrebbe non farti dormire, non dovrebbe essere “perché non mi sono scomposto e non gli ho dato una lezione”, ma piuttosto “perché siamo arrivati a questo? perché due amici parlano due linguaggi diversi e non si capiscono?” e soprattutto “cosa posso fare per rimediare a questo strappo che si é creato?”.
A volte provare a vedere la situazione con gli occhi degli altri può aiutarci a esser loro più vicini e a comprendersi meglio.
In tutto questo non sto dando ragione né torto a nessuno. Anche il tuo amico avrebbe potuto domandarti cosa stava succedendo anziché lamentarsene con gli amici.
Come vedi, la ragione e il torto non stanno mai da un lato solo. Però possiamo cercare di arginare le incomprensioni parlando con l’altro e mettendosi in condizione di confrontarsi.
Se riuscirai a confrontarti col tuo amico, anziché affrontarlo come in una sfida, se farai il primo passo verso di lui, anche il gruppo se ne accorgerà e capirà che ci tieni davvero a loro, perché non butterai via tutto per orgoglio o per mostrarti superiore.
Ricorda che la vera forza non sta nell’avere sempre ragione, ma nell’ammettere di poter aver torto. O quanto meno, nel confrontarsi per capire cosa induce l’altro a crederci nel torto. Essere flessibile verso l’altro é ciò che ci rende forti.Ti faccio i miei migliori auguri affinchè questa situazione si risolva nel modo migliore e tu possa così recuperare serenità e di conseguenza sonno prezioso.
Dott.ssa Cristina Gugliermetti

INSODDISFAZIONE SESSUALE

csillag Età: 23 Io o 23 ANI SONO MAMA DI QUASI 5 ANI LAVORO A TEMPO PIENISIMO ANCHE STO FUORI DI CASA 12 ORE AL GIORNO PER SEI GIORNI ALLA SETTIMANA. MIO COMPAGNIO SESSUALMENTE E MOLTO FOCOSO LUI LO FAREBBE OVUNQUE E IN QUALSIASI MOMENTO MA IL PROBLEMA SONO IO .NON TROVO PIU PIACERRE DI FARE SESSO CON LUI PER ME DENTRO CASA E COME SE FOSSE 1 SEMPLICE UOMO NON MI ATTIRA POI PER QUESTO MOTIVO IO ANCHE LO TRADITO 1 SOLA VOLTA CON 1 UOMO MOLTO PIU GRANDE DI ME CON 20 ANNI SONO STATA BENISSIMO A RIUSCITO A SODISFARMI COME NON A FATTO IL MIO COMPAGNIO IN 7 ANI.PERO CON IL FATO CHE IO SONO TROPPO FUORI POI DA LI PARTONO LE VARIE LITI PER DEI STUPIDAGINI. POI RIESCE A FERIRMI COSI TANTO CON LE SUE PAROLE CHE POI E NORMALE CHE NON TI VA DI AVERE UNA VITA SESSUALE PIACEVOLE E PER QUESTO MOTIVO NON RIESCO A LASCIARMI ANDARE COME UN VOLTA .MAGARI E UN PROBLEMA PER MANCANZA DI AMORE MA IO CON LUI NON RIESCO A PARLARNE PERCHE MI SENTO 1 ESTRANEO NON MI DA QUELLA SIGUREZA CHE SE IO PARLO CON LUI SI POSSA RISOLVERE TUTTO .LUI FORSE A CAPITO CHE IO LO AVEVO TRADITO MA A FATTO FINTA DI NIETE .IO IN SETTE ANNI DI VITA SESSUALE SE SONO STATA BENE 2 VOLTE E TANTO TUTTO IL RESTO FATTO PERIL SUO PIACERE MA DA UN PO DI TEMPO CHE O PRESO 1 DECIZIONE CHE BASTA... SEMBRO CHE LE MIE GAMBE SONO SOLO LE PORTE DI UN ARMADIO CE APRI E FAI QUELLO CHE VOI POI LI RI CHIUDI COME PRIMA NIENTE FOSSE. MA 1 DONNA A PURE BISOGNIO DI COCOLE BACI QUALCHE CENA FUORI BELLE PAROLE . IO NON SO CHE DEVOFARE ADESSO PERCHE SONO MOLTO DEPRESSA PER VARIE MOTIVI LAVORATIVI E VARIE PROBLEMI DALLA VITA MA FORSE ARRIVATO DI CERCARE QUALCUNO CHE TI DIA PIACERE IN TUTTO QUELLO CHE FAI. GRAZIE
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Cara 23enne,
le tue parole sono molto belle.
Hai ragione quando dici che meriti di avere il piacere di cui hai bisogno, di cui ogni essere umano ha bisogno. Le tue domande sono legittime.
Forse il problema tu ce l’hai molto più chiaro di quanto vuoi ammettere.
Parli di mancanza di comunicazione con tuo marito e ammetti che forse oltre a quella c’é una mancanza ancora più grave: quella di amore.
Da quello che scrivi sembra che nache quando provi a parlare le tue parole cadano nel vuoto, o peggio, scatenino in lui la rabbia e l’aggressività. Questo chiaramente concede poco spazio alla coppia, al formarsi della confidenza e della complicità che in un rapporto di fiducia e stima reciproca sono necessari. Che in un matrimonio sono necessari. Intendiamoci, esistono anche molti matrimoni in cui stima e fiducia non esistono e vanno avanti comunque una vita intera, ma c’é da domandarsi se é questo che tu vuoi dal tuo rapporto.
Se vuoi una vita fatta di incomprensioni, di poche parole dette con fatica e paura, di sesso distratto.
Sei molto giovane e già piena di responsabilità: un bambino, un lavoro molto pesante, un matrimonio poco soddisfacente.
Spesso quando si sceglie un partner in età così giovane come quando tu ti sei sposata, non rispecchia ciò che poi più avanti vorremmo. Quello che va bene a 18 anni, non necessariamente va ancora bene a 23, a 30 e così via. A volte le coppie riescono a crescere insieme, seguono un percorso di crescita comune che li tiene uniti e aiuta ad affrontare le difficoltà, anche con la comunicazione, la comprensione, la complicità.
Potrei dirti di cercare una consulenza per la coppia, ma solo tu puoi sapere quanto siete disposti (sia tu che lui) ad affrontare e a modificare i punti deboli del vostro rapporto.
Solo tu puoi sapere quanto é ancora possibile recuperare del tuo matrimonio (e del tuo amore per lui).
L’alternativa la sai già, lo dici tu stessa nella tua lettera, é proseguire il percorso da sola.
Dici di essere depressa, ma non specifichi quali credi siano le origini di questo tuo stato.
Il mio consiglio é di non prendere decisioni affrettate, perché se sei in un momento di depressione é possibile che tu stia vedendo le cose più nere di quanto siano.
E’ evidente che se la depressione deriva anche da questa situazione in casa, é giunto il momento di affrontare la cosa e valutare le possibili alternative.
Non é stato accennato nulla che riguardi il bambino.
Lui si accorge della situazione, anche se ha solo 5 anni.
Cerca di capire come la vive e se ti accorgi che ne soffre considera anche lui e i suoi sentimenti.
Se la situazione é recuperabile puoi parlargli, dicendogli ad esempio che la mamma e il papà a volte non vanno tanto d’accordo ma che si vogliono bene e che supereranno tutto insieme.
Se invece ti accorgi che la situazione é grave e irrecuperabile, ricorda che per un bambino é più doloroso vivere in una famiglia senza amore piuttosto che in una famiglia separata.
E’ importante che tu non faccia mai mancare la comunicazione con tuo figlio, per lui sarà rassicurante sapere che nonostante quello che sta succedendo la mamma gli parla, gli ricorda che gli vuole bene e che il suo rapporto con lei e con il papà non cambierà.
Stai attenta in questo a non dire mai a tuo figlio cose contro il papà, o dettagli che potrebbero turbarlo anche quando ne hai tanta voglia (tempo fa ho avuto una paziente che raccontava al bambino dettagli della vita sessuale del padre. Mi raccomando non farlo). Un vivo augurio che la tua vita diventi più soddisfacente, che tu decida o meno di rimanere con tuo marito.
Dott.ssa Cristina Gugliermetti

martedì, ottobre 14, 2008

HO INIZIATO A TAGLIARMI

amina Età: 17 Ho iniziato a tagliarmi a 13 anni ed ho smesso x 7 mesi quest inverno...ma poi ho ricominciato xkè il dolore ke avevo dentro era tnte la soddisfazione di vedere il sangue ke esce ankora di +...ok l'autelesionismo non è 1 cosa giusta, ma nn è peggio fumare? o drogarsi? ocorrere in macchina? tnt poi le ferite si richiudono...nn lo sò vorrei tnt riuscire a smettere,vorrei tnt non avrene voglia, ma sn trp confusa qualke consiglio??
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Cara Amina, hai ragione, tagliarsi é come una droga.
Lo fai, ti allevia un dolore, allora lo rifai e ancora e ancora.
Proprio come la droga esprime un disagio, un modo momentaneo per sfuggire alla realtà interna che ognuno di noi si porta dentro.
Quando soffriamo i comportamenti lesivi che possiamo scegliere sono davvero tanti ed é vero che, come dici tu, le ferite poi si rimarginano. Ma così facendo si rimarginano solo le ferite fisiche, mentre invece, la Ferita, quella con la F maiuscola, la ferita interna che ti fa soffrire, quella continua a rimanere. A questo punto la domanda é spontanea….perché non prendersi cura di quella ferita, anziché crearsene altre? Perché non iniziare a volersi un po’ bene?
Ci sono dolori che non é possibile eliminare, che non sono come i tagli, che poi guariscono, questo lo sappiamo.
Però prendersene cura, cercando di crescere costruendo le fondamenta di noi stessi attorno (non sopra) a quel dolore, é possibile e necessario.
In questa tua richiesta non parli del dolore che hai dentro e questo mi fa pensare che sia ancora troppo difficile e terribile per te da accettare.
Però, cara Amina, é qualcosa che non puoi semplicemente cancellare (temporaneamente, per qualche misero secondo) con una lama, cercando di andare avanti tra una ferita e l’altra. Il mio consiglio é di chiedere aiuto. Magari parlandone con qualcuno di cui sai di poterti fidare, inizialmente. Sappi che esistono dei Servizi anche nella tua ASL dedicati all’adolescenza, con ottimi psicologi che possono aiutarti a dare parola a quel dolore interno, che in questo momento tu riesci ad esprimere solo attraverso l’autolesione.
Chiedere il nostro aiuto qui nel web è stato già un primo passo e sono molto contenta che tu sia stata capace di farlo, significa che riconosci di avere un problema, anche se cerchi di sminuirne la portata.
Ora è necessario che tu prosegua questo tuo percorso in aiuto di te stessa.
Spero di riavere tue notizie.In bocca al lupo.
Dott.ssa Cristina Gugliermetti - Psicologa

mercoledì, ottobre 01, 2008

OSSESSIONE DA OMOSSESSUALITA'

Salve Dottore,
Vorrei esporle il mio problema che mi affligge da ben 4 mesi, preciso che io ho sedici anni. Ho quest'ossessione continua di essere omosessuale, e purtroppo conduco a tratti una vita bella, a tratti una vita piena d'ansia e pensieri. Fino ad ora la mia mia era una bella vita, fatta di ragazze e belle esperienze. Anche quest'estate, nonostante avessi questi pensieri fissi sono partito per un viaggio di due settimane, e durante questo viaggio sono uscito con parecchie ragazze, quasi liberandomi del pensiero, anche trovandomi in situazioni intime con ragazze e comportandomi da "normale eterosessuale" con una normalissima erezione. Anche ieri, per esempio, sono stato con la ragazza con la quale mi sto frequentando, e c'e' stato il momento di eccitamento tra noi due, io ero eccitato e ho avuto una normalissimo erezione. Fino a qui nulla di anormale. Ma il problema sorge appena mi distacco da qualunque ragazza, i pensieri e le ossessioni ritornano nella mia cameretta, e a volte non ce la faccio davvero ad andare avanti.

Mi trovo perfettamente con il racconto di un altro ragazzo sul suo sito che raccontava della sua ossessione da omosessualita', ho gli stessi sintomi, non posso guardare un po' di tv che faccio pensieri negativi, ma quando sto in compagnia o gruppo i pensieri scompaiono e mi comporto da normale eterosessuale, ma quando mi trovo da solo o a pensare sono assalito da quest' ossessione. Cosi' che ho deciso di fare una prova del nove per vedere se davvero c'e' questa mia omosessualita'. Ho guardato di proposito per la prima volta in vita mia delle scene di sesso omosessuale e non eccitandomi, perche' ero in completa ansia, semplicemente guardando la scena di sesso e non concentrandomi sui soggetti ho avuto un' erezione, stessa cosa mi succede se guardo scene di sesso femminili o etero. Mi dica lei cosa devo fare, come devo comportarmi, perche' la mia situazione sta diventando a tratti insostenibile, ci sono giorni che mi sento completamente etero ed altri che ho queste ossessioni. Pensandoci non mi piacerebbe avere un uomo al mio fianco ad un futuro matrimonio o fidanzamento o convivenza, ma le ossessioni e le situazioni continuano.
Spero che lei risponda. Grazie anticipatamente.
Cordiali Saluti

LA MIA NIPOTINA SI TOCCA LE PARTI INTIME

afrodite Età: 25 Salve a tutti, ho una nipotina di 5 anni,pochi giorni fa, entrando nella sua camera, l'ho vista che si toccava le sue parti intime. con molta cautela le ho chiesto cosa stesse facendo e lei mi ha risposto che faceva un gioco segreto. e mi ha anche detto di non dire niente alla mamma. sono terrorizzata, mi sembra piccola per esplorare gia' il suo corpo...e poi, perche' chiamarlo "gioco segreto"? la mia paura e' che questo gioco le sia stato insegnato da un adulto..logicamente ne ho parlato con i suoi genitori, siamo preoccupati!vorrei un consiglio ...grazie
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La invito a leggere il seguente articolo: http://www.iltuopsicologo.it/Masturbazione_infantile.asp
Dott.Rosalia Cipollina

domenica, settembre 21, 2008

VIOLENZA ED AUTOLESIONISMO

Salve sono Flavia e ho 21 anni...le chiedo aiuto per un problema di autolesionismo...ho iniziato da qualche giorno a tagliarmi le braccia con una lametta...il motivo è il non accettarmi più...il non accettare quello che ho fatto. Ho avuto un'esperienza sessuale, anzi la mia prima esperienza sessuale squallida (sesso anale). Il fatto che la mia prima volta(se csì si può chiamare) sia stata a 21 anni fa capire che sn una ragazza cn principi...almeno credevo di averli fino a quel momento. Ora nn riesco + a guardarmi in faccia e ho perso la stima anke di questo ragazzo che, per quello che è successo, ha deciso di nn volermi frequentare + ma soprattutto la stima di me stessa.Per la vergogna ho nascosto tutto a tt anke alla mia migliore amica.Sento un dolore csì forte che cerco di stordirlo ferendomi fisicamente....Mi sento sola nel mio dolore e nella mia vergogna...Ogni volta che rivedo questo ragazzo ci sto male perchè sono stata sempre un tipo perfettino precisa e assolutamente il pensare che qualcuno mi ritenga una facile per non dire altro mi uccide...non so cs fare...ho pensato spesso al suicidio ma nn ho mai avuto il coraggio di provarci...csì mi taglio...ho bisogno di un aiuto per favore...
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Salve Flavia, l'autolesionismo rappresenta un modo di sentire un dolore al fine di non sentire un dolore ancora più grande: la violenza che ha subito. Ma quest'ultimo dolore và assolutamente gridato. Ne deve parlare con che ritiene a lei più vicino, superando il senso di vergogna che prova. E' un passo necessario da fare. Saluti.

AUTOMUTILAZIONE SUPERFICIALE

buongiorno mi chiamo Gino e ho 22 anni. Mi scuso per il disturbo ma volevo sottoporle una questione: una mia carissima amica soffre da qualche tempo a questa parte di una forma di autolesionismo (Automutilazione superficiale).. i suoi genitori non lo sanno per ovvi motivi... quando l ho saputo ho cercato del materiale in internet ma lei mi ha detto che non si era informata perche voleva vivere il momento autolesionistico come una cosa sua personale.quello che mi chiedo è questo:come posso concretamente aiutarla? Lei dice che tagliandosi si sente meglio... e se dovesse diventare una abitudine? Ovviamente cerco di starle il piu vicino possibile ma mi sembra che tutto quello che faccio le scivoli via come se nulla fosse. in tutto questo c'e anche di mezzo una sorta di anoressia nervosa e un ragazzo che lei sa di non poter avere (hanno avuto una breve "storia" ma poi tutto si è concluso) ma lui (non sa ovviamente dell'autolesionismo) a mio parere gioca sul fatto che lei possa essere ancora coinvolta..che posso fare?scusi per il disturbo distinti saluti Gino
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Salve Gino, non può fare niente'altro che starle vicino. Finchè non maturerà in questa ragazza la consapevolezza che è affetta da firti disagi psicologici e necessita d'essere aiutata, ogni forzatura in tal senso rischia di produrre l'effetto opposto a quello desiderato.Saluti