Pagine

domenica, febbraio 26, 2012

NESSUNO MERITA UNA VITA DEL GENERE

ines Età: 26
Egregio dottore,
le scrivo perchè mi sento totalmente disperata.
Ho una casa in affitto da un anno che non riesco più a pagarmi da quando ho perso il lavoro.Debiti da tutte le parti che se non pago mi vengono a togliere persino il divano da casa.un terrore e una disperazione incredibile.un dolore atroce,atroce. non ho una famiglia che mi possa sostenere(ho solo mia madre anche lei senza un soldo!)ho perso il mio cane 6 mesi fa,amo una persona stupida,vuota che non ricambia ma gioca con me.Nemmeno quando gli ho detto che voglio morire ha avuto reazioni.Niente.Capisce??che io muoia o no non importa a nessuno!!sono infinitamente stanca di lottare strenuamente x nulla.sono infinitamente stanca di svegliarmi tutti i santi giorni in un giorno sempre uguale,di merda,sempre sola in queste mura. finora mi sono tenuta solo perchè amo le mie gattine. ma giuro,io non ce la faccio più e ho intenzione di avere finalmente,la pace che mi merito.perchè nessuno merita una vita del genere,tanto meno io.

ABUSO DELLE CHAT EROTICHE

giorgia Età: 34
Salve ho 34 anni, sono una persona socievole e simpatica. Ho una vita sociale normale, ho un lavoro, ho amici, esco... Sono single....e una bella ragazza, diciamo che non mi mancherebbero le occasioni, ma non sono molto interessata al sesso fine a se stesso e trovare uomini interessanti e seri per un rapporto duraturo è sempre più difficile. Ovviamente ho delle pulsioni sessuali e ultimamente, un pò per curiosità...un pò per trasgredire, sto frequentando delle chat erotiche...con video e tutto il resto. Mi chiedo se sia così sbagliato....non è meglio divagarsi così...piuttosto che cambiare uomo una volta al mese? Alternativa che tra l'altro non mi esalta perchè non riesco ad avere rapporti solo "sessuali". Secondo lei se non si abusa delle chat erotiche e si prendono per quello che sono, per me un gioco e un diversivo, non potrebbero essere più positive e meno invasive rispetto a fare sesso saltuariamente.....? Insomma mi devo preoccupare per la mia sanità mentale o no? :)
La ringrazio molto! Saluti

ANSIA E MAL D'AMORE

jonkerina Età: 26
Sono una ragazza di 26 anni. In vista della tesi di laurea, preciso questo perchè tutto è cominciato agli ultimi due esami che dovevo sostenere. Improvvisamente una notte mi sveglio con una forte tachicardia, in ospedale non riscontrano nulla, solo stress. I giorni successivi sono stati assurdi. Piangevo sempre, non evevo voglia di far nulla e non riuscivo a studiar. Pensavo sempre alle cose brutte, avevo paure di far del male a qualcuno e di farmi male, avevo il terrore di ascoltare un fatto di cronaca perchè lo rivedevo su di me, temevo di non sapermi controllare. Tutto coincide anche con il matrimonio di mia sorella,per me è una seconda mamma, la quale va via di casa. Avevo pensieri esistenziali tipo: che senso ha tutto questo, avevo sempre l\'ansia,un magone allo stomaco e di notte una tosse assurda. Cercavo su internet le risposte al mio malessere e tutto ciò che leggevo lo provavo sulla mia pelle. Mi ero convinta di essere pazza, depressa e mi disperavo per questo. Con l\'aiuto di una psicoterapeuta sto superando tutto questo e tra pochi giorni ho la mia seduta di laurea. Il problema che è sorto recentemente è un\'altro. Sono felicemente fidanzata da quattro anni, lui è l\'uomo della mia vita, ma c\'è qualcosa nella mia mente che vuole convincermi del contrario. Preciso: prima di lui sono stata con un\'altra persona che ho poi lasciato per stare con il mio attuale fidanzato, senza rimorsi, senza rimpinati, anzi sempre più convinta. Di recente nella mia mente passano immagini fastidiose, di cose che ho fatto con il mio ex, tipo una semplice passeggiata, il suo volto, amici in comune e sono presa dall\'ansia acuta, mi infastidiscono queste immagini e per di più a volte ho il timore di chiamare il mio attuale fidanzato con il nome del mio ex. Per strada ho paura di incontrarlo perchè questo mi genera. Per giunta ho paura di addormentarmi e sognarlo, non so come fare, questo va fortemente ad incidire sul rapporto che ho con il mio fidanzato e del quale sono innamorata follemente, a volte tali pensieri sembrano mettere in discussione tutto, questo che vuol dire? Che l\'amore non è così forte? Ho un forte senso di paura e che tutto possa sfuggirmi di mano.

IL MIO RAGAZZO SI MASTURBA E NON HA RAPPORTI SESSUALI CON ME

GiuliaEtà: 23
Buonasera Dottore,
le scrivo perchè sono molto angosciata: ho 23 anni e da quando ho 15 anni sono fidanzata col mio primo grande amore. è una storia bella e brutta, fatta di alti e bassi, ma sicuramente caratterizzata da un grandissimo affetto che ci lega, da una grande complicità.
purtroppo da circa un anno, il mio ragazzo che ha 25 anni, praticamente non ha rapporti sessuali con me. tutto è nato dall'assenza di erezione, sono stata comprensiva e ho dato "tempo al tempo", credendo che fosse un problema di stanchezza e/o stress,ma la situazione si è ripetuta molte volte e non è cambiata. ho cercato quindi di affrontare l'argomento ed è saltato fuori che lui non riesce ad avere l\'erezione perchè si \"tortura\" cioè continua a masturbarsi.oltretutto, a quanto dice, si masturba, ma non raggunge sempre l\'orgasmo...si tocca e basta, per questo io dico che si tortura. lui dice che lo fa magari 4/5 volte a settimana, ma io sono preoccupata, credo che mi stia mentendo e in realtà si masturbi molto di più. le uniche volte in cui riusciamo a fare l\'amore è quando siamo lontani da casa (entrambi abitiamo coi genitori), situazione in cui è rilassato e spensierato, ed ovviamente siamo sempre insieme, quindi anche volendo, non avrebbe occasione di masturbarsi. Molte volte però anche durante il rapporto con me raggiunge l\'orgasmo masturbandosi....io non so più cosa fare. lui continua a promettere che smetterà, che è dispiaciuto, ma di fatto non cambia nulla e in compenso ci stiamo allontanando, io mi sento schifata dal suo comportamento e ad oggi non ho attrazione sessuale nei suoi confronti e mi dispiace tantissmo. ma lui ne ha ancora per me? questa estate siamo stati bene (facevamo l\'amore normalmente), siamo rentrati a fine agosto e dalla prima settimana di settembre non abbiamo più avuto rapporti! cosa devo fare? credo anche che il fatto che lui me lo abbia confessato ed io non faccia nulla, gli faccia scattare il pensiero che io \"accetto\" la cosa, quando non è assolutamente così, ma gli voglio troppo bene per lasciarlo solo in un momento difficile. però io sono la sua ragazza, non una amica e neanche il suo terapeuta. mi può dare qualche consiglio? la ringrazio tanto davvero.

SONO AUTOLESIONISTA DA DIVERSI ANNI

dodjer Età: 18
Sono autiolesionista da diversi anni,ma il problema peggiora,infatti l'ultima volta ho tagliato il mio braccio con tanta foga che non ho avvertito dolore,solo che mi sono terrorizzata nel vedere poi che lo avevo aperto in due mentre di solito i tagli sono superficiali..approssimativamente il contesto che fa da sfondo alla mia vita è:i miei hano divorziato che avevo un anno mio padre non ha mai vissuto nella mia città e per molti anni neanche nella mia nazione quindi l\'ho visto solo nelle vacanze per max dieci giorni di fila,credo una sessantina di volte in tutto nella mia vita..il nostro rapporto è pessimo per me è un perfetto esetraneo ci sentiamo solo per litigare.mia madre ha i suoi meriti ad avermi cresciuta ma è una persona molto disturbata,che esercita da sempre violenza fisica e psicologica su di me..si oppone alla relazione tra me e il mio ragazzo poichè questi è un operaio figlio di un cuoco e di una sarta,portiamo avanti la nosra relazione di nascosto da quando mia madre dopo avermi perseguitato ogni volta che uscivo mi ha imposto di scegliere se lasciare il mio ragazzo e restare a casa oppure andarmene di casa perchè ormai non mi riconosce piu\' come figlia.ieri mia madre ha chiamato casa del mio ragazzo dicendo al padre che suo figlio non deve piu\' vedermi e mi ha ridetto che devo fare una scelta.ho avuto a che fare con molti uomini che sono passati da questa casa,e sono rimasta nel bene e nel male molto legata a tutti,in particolare a uno,il mio padre putativo che un giorno ha cominciato a baciarmi sul collo e poi in bocca per di piu\' davanti a mia madre,da allora no nci siamo piu\' visti e quando viene io vado via di casa,ora non viene piu\' perchè ha un cancro allo tadio terminale.in ultimo volevo studiare giurisprudenza ma mia madre mi ha imposto ingegneria ora sto preparando gli esami di ingegenria(primo anno)ma mia madre mi ha detto che si è accorta di essersi sbagliata a farmi fare questa facoltà perchè è lunga e impegnativa anche per me che sono uscita dal classico con 100 e lode quindi vuole che i oora passi a giurisprudenza ma non mela sento piu\' ormai.mi è stato detto di rivolgermi ad un terapeuta perchè il mio autolesionismo sta raggiungendo un punto di non ritorno cosa devo fare?
Grazie

PENSIERO OSSESSIVO DI BESTEMMIA CONTRO LO SPIRITO SANTO

Super Età: 29
Salve, ho 29 anni. Io sono molto credente, ma da qualche anno sono ossessionato dalla paura di commettere un particolare peccato, che si chiama "bestemmia contro lo Spirito Santo". Questo peccato consiste nel credere che Gesù, in realtà, non sia Dio, ma sia il diavolo. Ho sempre convissuto con questa paura negli utlimi 3 anni, ma è stata sempre una paura sopportabile. Ma da Dicembre qualcosa è cambiato: la paura di commettere tale peccato è diventata maggiore, procurandomi un periodo di stress molto forte. Ma il peggio deve ancora venire: ci sono addirittura, momenti in cui realmente credo che Gesù sia il diavolo. Poi quando questi pensieri passano comincia il tormento. Mi chiedo come mi sia potuto venire in mente una cosa del genere? Mi rendo conto che sono pensieri lontanissimi dal mio Credo religioso, ma ho paura che in realtà siano miei pensieri. La mia domanda è questa? Quando penso queste cose, sono io che le penso, o sono pensieri ossessivi. Cordiali saluti.

LEGGA http://www.iltuopsicologo.it/Disturbo_Ossessivo_Compulsivo.htm
http://www.iltuopsicologo.it/Disturbo_Ossessivo_Compulsivo.htm 

IL DOLORE PER LA MORTE DI MIO PADRE E' IMMENSO

Malinconica Età: 29
Mio padre se n\'è andato poco più di tre mesi fa.
Sette anni di lunga malattia con la speranza di un trapianto.
Poi i dottori hanno cominciato a parlare di problemi circolatori, di stenosi presenti alle arterie delle gambe e in un batter d\'occhio abbiamo cominciato a sentir parlare di amputazione.
Il panico. Mio padre disperato. Noi disperati. Abbiamo tentato di tutto. Operazioni su operazioni per cercare di riaprire quelle maledette arterie. Costretto a fare dialisi 3 volte a settimana, senza ormai più la speranza di un trapianto perchè i problemi sopraggiunti non lo avrebbero ormai più permesso. Prima gli hanno amputato l'alluce..poi l'avampiede..poi per evitare l\'amputazione sopra al ginocchio è stato sottoposto a un\'intervento di 9 ore e mezzo per riuscire a mettere un by pass alla gamba. Miracolosamente l\'operazione riesce.
Lo vedo in terapia intensiva il giorno dopo. Devastato ma felice di avere ancora la sua gamba!!! Sembrava un bimbo..indifeso. Che dolore!!!
Qualche giorno e la situazione peggiora. Ma nonostante tutto la gamba continua a farcela. Poi l\'emorragia all\'intestino. Tac e urgente operazione per salvargli la vita. Asportazione di tutto l\'intestino. Shock settico, così dicono i dottori. Di nuovo terapia intensiva. Sedato. Sembra farcela. L\'anestesista è ottimista anche se le condizioni rimangono gravi. Poi la tragica notizia. Quella sera, nonostante fossi distrutta vado a trovarlo. Ero sola. Il dottore si avvicina e mi comunica il verdetto: non c\'è più niente da fare: 24/48 ore. Mi sembra impossibile, mi cade il modo addosso, credo di capire male..mio padre non può andarsene. La mattina dopo ci chiamano. Dicono di venire subito all\'ospedale per salutarlo per l\'ultima volta. Arriviamo..e stiamo lì..tutta la sua famiglia sta lì accanto a lui..fino alla fine..fino a quando il suo cuore non smette di battere. Aveva 59 anni. Vorrei tanto poterlo abbracciare ancora una volta. Vorrei che facesse quella cena che tanto desiderava nella mia nuova casa..insieme ai genitori del mio ragazzo. Vorrei che potesse vedere la cucina che mi ha regalato..vorrei che gioisse ancora dei bei voti universitari di mio fratello. Vorrei che potesse consolare il dolore immenso di mia madre. E\' così difficile rendersi conto ogni giorno che non potrò vederlo mai più. Il dolore è immenso.

SONO INNAMORATA FOLLEMENTE DEL MIO PSICOLOGO

elena Età: 35
Buonasera,io ero in terapia presso uno psicologo ipnotista.mi sono innamorata follemente di lui,al punto da sentirmi completamente nelle sue mani. avrei fatto qualunque cosa mi avesse chiesto.ma lui non voleva nulla o almeno così ha detto anche se ha voluto sapere a tutti i costi che la persona che amavo era lui e quando gliel'ho detto si è arrabbiato e mi ha detto che in un altro contesto...che non c'era un farmaco però...allora siccome sono sposata ed ero letteralmente sconvolta dal mio stato ho deciso di non andare più da lui. ho iniziato a mandargli tante mail perchè lui in terapia mi aveva suggerito di farlo(tutti i giorni)dichiarandogli tutti i miei sentimenti e desideri. lui non ha mai risposto. siccome mi sentivo assurda,non mi riconoscevo mi sono sentita plagiata,manipolata,stregata,allora ho iniziato ad accusarlo del mio malessere,e rimuginando sul suo comportamento,sulle sue parole gli facevo presenti tutte queste cose e lo insultavo.il giorno che gli ho detto che era lui che amavo, lui mi ha detto "complimenti per il controllo". sto cercando di impormi di smettere di scrivergli perchè trovo che io sia diversa. non mi era mai capitato nella vita,ho sempre avuto rapporti normalissimi. sono sposata da dieci anni e da quando ho conosciuto lui non riesco più a vedere mio marito come lo vedevo prima. non voglio più avere rapporti con lui. eppure non l'avevo mai tradito nemmeno col pensiero. adesso si col pensiero appunto. questo uomo è riuscito a togliermi tutte le mie sicurezze,mi ha destabilizzato completamente. nessuno vuole rispondermi forse perchè parlo di un collega. vorrei sapere quanto sono responsabile io di questo che mi è capitato e quanto o se lo è anche lui. peerchè davvero ho il terrore di rivolgermi ad un altro psicologo anche donna. grazie se riterrete opportuna una risposta. grazie di cuore.
 
LEGGA http://www.maldamore.it/l_amore_nel_transfert_terapeutico.asp

HARPAXOFOBIA O PAURA DEI LADRI

laureola Età: 34
Gentile Dottore,
credo di soffrire di harpaxofobia, dato che in seguito ad una breve ricerca nella rete, ho visto che tutte le caratteristiche normalmente indicate, mi appartengono.
Sposata felicemente, ho 2 bambini piccoli, abitiamo in una bella e grande villa con giardino, piuttosto isolata. L'abbiamo avuta in eredità, perchè non siamo decisamente ricchi (io attualmente sono disoccupata, mio marito è operaio). Mio marito è turnista, e la mia paura nei confronti dei ladri si sviluppa principalmente quando lui fa' il turno di notte. La mia paura piu' grossa è che qualcuno possa entrare in casa, e fare del male a me (violenze) e soprattutto ai miei piccoli. Spesso sogno tutto questo, e mi chiedo sempre come farei a dover "scegliere" quale figlio mettere al sicuro per primo. Ho il terrore che possa loro capitare qualcosa, e mi sento responsabile per loro, ma non all'altezza di questo, nonostante credo di essere una buona madre. Anni fa' ho avuto un aborto spontaneo e ho impiegato parecchio tempo prima di rimettermi (tuttora non completamente).
Quando mi trovo in casa da sola mi sale l'ansia, sento ogni piu' piccolo rumore e sono terrorizzata, nonostante l'antifurto e un piccolo cane. Nono vivo piu', e oltre a vergognarmi per non essere in grado di superare la situazione, mi sento in colpa nei confronti di mio marito per la spiacevole situazione che si viene a creare quando lui deve andare al lavoro la notte.
Esistono cure o rimedi a tutto questo? Sono arrivata proprio alla frutta.
Grazie per l'attenzione prestatami, cordiali saluti.

LEGGA http://www.iltuopsicologo.it/Fobie.asp

domenica, febbraio 05, 2012

QUANDO SONO TRISTE O ARRABBIATA MI TAGLIO


 valeria c.Età: 18
In questi ultimi giorni sto rendendo conto negli ultimi tempi di aver dei problemi da risolvere .
ho dei problemi di autostima dalle medie quando dei ragazzi mi prendevano in giro dicendomi che ero brutta e da quel momento non mi sono mai definita bella e anche se molti amici me lo dicevano a volte non ho mai creduto che lo pensassero davvero. Inoltre il fatto che avevo delle amiche davvero belle non mi aiutava molto perchè ogni giorno avevano un nuovo fidanzato e quando uscivo con loro risultavo sempre invisibile perchè i ragazzi guardavano solo loro.
Ad ogni modo, ho sempre cercato di nascondere questa mia insicurezza, buttando a capofitto nella scuola e cercando di ottenere ottimi voti e compensare con l\' intelligenza.
Sono anche molto timida ed è sempre stato difficile fare amicizie con persone nuove e mi è anche capitato varie volte di perdere amiche e trovarne altre ma nessuna amicizia è durata per più di uno o due anni.
Quest\'anno a maggio penso di aver toccato il fondo. Avevo litigato in \"modo\" serio con una mia amica molto cara ed ero molto arrabbiata e confusa e.. mi sono tagliata. Era strano ma mi ha fatto sentire bene. La secondo volta è avvenuta qualche settimana dopo perchè avevo litigato con un\'altra mia amica. La terza per via dello stress dovuto alla scuola, così come le altre due volte.
Non so come sia arrivata a questo punto, ma sento di non riuscire a controllarmi: ogni volta che mi arrabbio o sono triste ho l\' impulso di tagliarmi.
Sento di non avere più il controllo della mia vita e dei rapporti che ho con le persone. l\'unica persone a cui ne ho parlato è una ragazza che ho conosciuto du internet, mentre la mia famiglia e le mie amiche più care non sanno niente ma più di una volta hanno notato i tagli ma penso che non abbiano mai pensato che mi tagliavo.

PAURA DELLA PENETRAZIONE


princy Età: 28
Salve sono una ragazza di 28 anni e sono ancora vergine. Nonostante ho un rapporto con un ragazzo da circa 7 anni non abbiamo mai avuto un rapporto completo, ci abbiamo provato molte volte ma io mi irrigidisco e non riesco a farmi penetrare. Io voglio fare sesso con tutta me stessa, mi sento pronta, e voglio stare con lui, ma ho paura della penetrazione. Non riesco a rilassarmi. Non ho mai fatto una visita ginecologica per lo stesso motivo, ho paura che qualcuno mi tocchi, credo di avere un problema e non so a chi rivolgermi. Del mio problema non ne ho parlato con nessuno a parte lui, e ho scritto su un sito e dalla risposte che ho ricevuto la maggior parte mi dicevano di andare da uno psicoterapetua. Grazie

SONO POSITIVA NONOSTANTE L'ANSIA


cinzia Età: 40
la mia storia potrebbe essere breve,ma molto lunga. saro\' breve e\' concisa,putroppo per circa un paio di annifa mi sono ammalata se si puo\' definire malattia(attacchi di panico,ansia,paura di stare talmente male da non uscire piu\' da sola di casa).per me e\' stato un dramnma,sono stata da un pscologaomolto bravo mi ha aiutato moltissimo devo molto all\'aiuto di un terapeutico. ho smesso perche\' ho capito che mi si diceva quale fosse la realta\',per paura di scoprire tutto al centopercento ho smesso,ho capito da sola che mio marito abbia una doppuia vita.ha iniziato ad uscire spessimo dopo lavoro con la scusa ovviamente del lavoro. poi ci sono le cene di lavoro,poi c\'e\' l\'imprevisto ecc.il telefono fa parte di della sua stessa persona non lo posso controllare perche\' e\' sempre con se vi giuro non ho mai visto una simbiosi tra persona e\' cellulare. non ho conferme ma ho tutti i sospetti di questo mondo. sono una moglie molto disponibile amica sorella compagna perlomeno lo ero adesso e\' come fare un puzzule hai dei puzzule man mano li assembli. io sono guarita e\' stato un periodo purtroppo che la vita quando meno lo aspetti ti da una bella mazzata. spero di cuore chi come me la vita ci conservi belle notizie, non puo\' essere sembre nero. un poo\' ho raccontato la mia storia penso che tante persone abbiano fatto questa esperienza del mio vissuto quindi dico che bisogna essre molto positivi io lo sono non sembre ma la maggior parte lo sono facciamoci vedere sembre positivi. sono del nord sara\' il modo in cui viviamo noi settendrionali? penso che al meridione ci si ha piu\' il senso della famiglia. cinzia 

DESIDERO CHE IL DOLORE FINISCA


viky Età: 23
mio padre è un fallito... beve beve ed urla... mia madre lo odia ed ha l amante da 5 o 6 anni... ho un fratello piu piccolo... io ho 23 anni... senza lavoro..sto facendo un corso che a mia vista lo fa solo i fallti.. il corso me lo sono pagata io.. facendo l animatrice per due stagioni... li ero felice.. stanca ma felice... non ho amici.. e non nel senso per parlare.. non ho amici nemmeno per bere una birra... nn so con chi uscire.. solo cn l mio ragazzo... che ho pure tradito perche ero ubriaca e mi sentivo sola perche il nostro rapporto aveva dei poblemi... glie l ho detto... mi ha perdonata... so di avere un problema da sempre... interno.. invisibile.. che mi devasta... ho fatto di tutto per attirare l attenzione... facevo finta di avere delle crisi... odiavo mia madre... e mi drogavo... ora è il giorno di natale.. che ho rovinato.. non parlavo cn nessuno.. avevo tachicardia... tutta la mia famiglia era li.. alla fine me ne sono andata a casa da sola.. ieri sera ho bevuto.. ho litigato cn il mio fidanzato.. perche quando bevo divento un altra.. ho tentato di tagliarmi le vene.. e lui mi ha fermato... ho rovinato un natale.. il secondo natale... cerco di guardare le cose nel complesso.. ho smesso di fumare.. di drogarmi.. il rapporto cn mia mamma va bn... gli chiedo ogni gg scusa... sn partita per fare l animatrice per rinascere... le crisi che fingevo che poi erano diventate reali... erano scomparse... credevo in dio.. ero in pace finalmente... mi sn bagata il corso... asa oss.. ho docuto fare anche l asa non avendo il diploma.... ero serena.... ora le crisi sn tornate.... il mio cuore batte sempre troppo veloce... odio il mondo.. e chi mi circonda... e la gente con cui prima ridevo e scherzavo se ne accorge... il mio fidanzato mi ama da morire ma nn riesce a capire quanto è grande il mio dolore interno... e so che lo perdero ... e lui è il motivo perhce ancora vado avanti... ancora continuo il corso... vlevo aiutare gli altri... ora quel corso mi sembra per falliti.. mi odio.. mi faccio schfo... mi faccio pena... ho anche un mondo immaginario... di cui una volta ne ero quasi dipendente... è perfetto nei minimi dettagli... eppure in quel mondo nn sn felice... immagino che mi struprano.. che la gente accanto a me muore... la mia vita immaginaria è terribile... cmq.... il problema è che l unico modo per provare serenita ed addormentarmi è pensare ch eposso suicidarmi... quando voglio ... e fare finire il dolore.

VIVO LA MORTE DI MIO PADRE


katy Età: 16
Salve sono passati 33 giorni dalla morte di mio padre,io non sono figlia unica ho un fratello più piccolo di 15 anni e vivevo con mia nonna e mio padre le uniche persone a cui avrei dato di tutto per vederle felici ma improvvisamente il 25 novembre a mattina mentre andavo a salutare mio padre come ogni mattina e a dargli il bacetto del buon giorno vedo che non da segni di vita cosi chiamo mio fratello e insieme andiamo nel panico chiamo subito mio cugino di 34 anni che abita sotto da me e insieme cerchiamo di fare qualcosa ma niente neanche i medici ci sono riusciti...io e mio padre avevamo piu un rapporto di amicizia che di padre figlia essendo stato il mio unico punto di riferimento nella vita è stato veramente un trauma io lo amavo non riesco piu a fare niente perchè in tutte le cose che faccio mi viene in mente lui poi scoppio a piangere poi provo il vuoto totale e poi come se niente fosse successo,ho continui sbalzi d umore penso a lui e a me al nostro rapporto alle cose che ancora dovevamo fare insieme e a come la morte me lo ha portato via così presto. lui era speciale non era il solito padre era il mio migliore amico con lui ci parlavo veramente di tutto facevamo viaggi disegnavamo insieme(tutti e due amiamo disegnare) mi insegnava i segreti nel deserto parlava ripetutamente al viaggio del deserto che ha fatto un futuro viaggio che dovevamo fare in moto insomma era il mio tutto ora mi ritrovo affidata ai miei zii il fratello e la sorella di mio padre ma loro hanno una teoria della vita e un comportarsi del tutto diverso da mio padre provano un minimo a capirmi ma sono una frana non posso più uscire nei giorni della settimana non posso piu prendere il motorino mi senti come un uccello in gabbia poi fanno quelle battutine spiritose che a me danno un fastidio tremendo.Io Non so cosa le sto chiedendo precisamente penso che sia stato piu uno sfogo che un quadro completo.Comunque è normale sentirsi così? volersi suicidare,essere morta dentro? la ringrazio per un eventuale risposta

PAURA DI MANGIARE


polonord Età: 40
Gent.mo Dott. sono la sorella di un uomo di 40 anni che soffre maledettamente da circa 20 anni di una paura scattata come afferma il paziente da una parola detta dalla madre a seguito di una delusione di amore \"Mangia altrimenti muori\" Il paziente presenta la paura del cibo che sorge con un anzia anticipatoria all'orario fatidico del pranzo (maggiormente ) e cena ...comincia a sudare soffrire come se qualcosa o qualcuno lo minacciasse. attualmente è in cura con una serie di antidepressivi (remeron cymbalta e lyrica e EN al momento dell'ansia anticioatori). Viene anche seguito da Psicologi di terapia cognitiva. Nessuno riesce a togliere questo cancro dalla mente di mio fratello . Mi chiedo cosa significhi la paura del cibo e se può essere aiutato . Grazie 

SONO MORTA CON MIO MARITO


margherita Età: 48
Sono vedova da 2anni e mezzo, ho due figli di 12 e 15 anni e un lavoro che assorbe tutto il mio tempo. Ho sperato che con il passare delle settimane, dei mesi, di qualche anno potessi scuotermi dal torpore che mi porto dentro dalla morte di mio marito, scomparso all\'età di 46 anni per un cancro al polmone. Ho cercato di mantenere in piedi il residuo di famiglia dedicando tutta me stessa ai ragazzi, al lavoro, alla nuova casa che ho voluto con tanta determinazione. Il tempo è trascorso fra momenti di disperazione, di angoscia, di speranza. Dentro di me nulla è cambiato: sono morta con lui. I miei figli per non riaccendere il dolore del ricordo del padre non ne parlano, amici e parenti evitano di tornare sull\'argomento. Inizia un nuovo anno, con tanti sacrifici, tanto lavoro, tanto vuoto, e... non so cosa farne del giorno che non dedico a nessuno, del mio tempo, dei miei pensieri, delle mie sensazioni che non condivido. Chiedo ancora aiuto, ma forse la soluzione si chiama tempo ed io non ho più la forza di aspettaere.

DIPENDENZA DALLE CHAT


Marco Età: 43
Buongiorno e grazie per il lavoro che svolge.
Sono un uomo di 43 anni, ricercatore universitario, separato da più di un anno e mezzo, che vive, da 9 mesi, una storia molto complessa con una ragazza molto più giovane di me, lei infatti ha 25 anni. La nostra relazione è nata sul piano di una attrazione intellettuale molto forte che lei ha avuto nei miei confronti (ero stato suo docente e lei aveva provato già questa attrazione per me, cosa che mi ha rivelato dopo che la nostra vicenda è cominciata). Solo dopo la nostra conoscenza, al di fuori dei ruoli accademici, abbiamo scoperto una magnifica attrazione anche fisica. Per mesi la relazione è stata tranquilla, per quello che mi riguardava, nel senso che stavo bene con lei, la scoprivo simpatica, dolce e affine su tanti versanti e scoprivamo la nostra intesa sessuale come qualcosa di realmente eccezionale, cosa che è rimasta così sempre, senza mai un attimo di tregua. Lei era fidanzata, ma questo sino ad un certo punto non era un problema per me, mentre lo fu sin dall\'inizio per lei, dato che teneva molto al suo fidanzato con cui era cresciuta insieme e con cui c\'era un rapporto quasi di simbiosi nonostante le ampie insoddisfazioni che lei mi rivelava via via nel tempo. Aveva paura di ferirlo e questo ha fatto sì che i primi 5 mesi della nostra vicenda siano stati accompagnati da continui tira e molla da parte sua e tentativi di fuga, cosa che io rispettavo, perchè le volevo un gran bene e non volevo rovinarle la vita. Ma ogni volta lei fuggiva e poi ritornava sentendo fortissima la mia mancanza. Da un certo momento in poi io mi sono accorto però che mi stavo innamorando di lei. Dopo un lungo travaglio lei ha lasciato il suo fidanzato ma questo non ha dato una svolta alla nostra relazione, sia perchè lei aveva paura della nostra differenza di età (non per lei, a suo dire, ma per gli altri, genitori amici e via dicendo), sia perchè non riusciva a immaginare quale potesse essere il nostro futuro, sia perchè l\'idea che il suo ex - con cui hanno mantenuto un rapporto di amicizia importante, quasi di fratellanza - potesse venire a saperlo, e magari capire del tradimento, la terrorizzava. Così la nostra relazione è rimasta sempre clandestina, vissuta nel chiuso del me e del lei e basta. Aggiungo che spesso lei mi ha raccontato bugie, che per mesi mi ha ripetuto di essere solo \"mia\", mentre in realtà tutte le volte che tornava, durante le sue crisi o fughe, dal suo ex, faceva l\'amore con lui, tradendo ciò che mi diceva, anche se ha sempre aggiunto che nel far l\'amore con lui non c\'era nè con la testa nè col corpo, ed io le credo, le ho sempre creduto. Io ho sempre superato tutto, sostenendola e pensando che le sue erano debolezze anche dovute all\'età. Anche se la nostra relazione rimaneva clandestina, avevamo trovato un certo equilibrio nel viverla, soddisfacente abbastanza per entrambi, per quanto sia io che lei manifestassimo spesso la nostra insoddisfazione per non poterla vivere pienamente, ovviamente in modi diversi, lei per le sue paure io perchè non avevo invece nessuna paura. Poche settimane fa è però successo che, in un pomeriggio in cui lei era a casa mia, mentre io ero ad una riunione, lei guardava le nostre fotografie sul mio portatile e cercando altre fotografie si è imbattuta nelle cronologie di msn in cui erano conservate alcune mie chat erotiche vecchie e recenti. Premetto che molti anni fa, intorno ai 35 anni, dopo la fine del rapporto più importante della mia vita, durato ben 17 anni, mi imbattei casualmente nelle chat e cominciai a praticarle incontrando anche qualche donna. Scoprii un lato della mia sessualità che non conoscevo e andai sino in fondo portando avanti il limite sempre di più per capire dove potesse arrivare. In precedenza la mia storia sessuale era stata molto difficile. Il mio primo rapporto sessuale completo lo ebbi, con la mia ex con cui ero stato 17 anni, all\'età di 31 anni, e cioè ben 13 anni dopo che stavo insieme con questa ragazza, per paure sia mie che sue. Probabilmente la scoperta così tarda della sessualità vissuta in modo completo e una storia di sesso molto intensa dopo la fine di quel mio lungo rapporto, hanno inciso molto su di me e sulle mie fantasie vissute in chat successivamente. Non credo, ma anche su questo vorrei un vostro parere, di aver mai svluppato una dipendenza dalle chat, anche perchè spesso erano vissute in modo strumentale, le frequenze non sono mai state regolari e spesso, per periodi anche lunghi, non le frequentavo più. La cosa che mi sconvolge è questa. Perchè ho continuato a frequentarle, anche se non assiduamente, pure mentre vivevo la mia attuale storia totalmente appagante non solo dal punto di vista sessuale? Io ho sempre pensato che ci fosse un mix di abitudine, solitudine (data la precarietà di questa relazione in cui non sapevo mai se l\'indomani la mia lei ci sarebbe stata ancora), paure legate al sesso, che forse nel mio immaginario vedo come sporco, per cui certe fantasie le spostavo sulle chat senza essere capace di viverle totalmente con la mia compagna. Inoltre, dopo la scoperta di queste chat da parte della mia compagna, si è generata una importante frattura fra me e lei. Lei dice che ha provato schifo per me, che non immaginava che io potessi essere così squallido, scendere così in basso, dato che lei in me vedeva l\'uomo perfetto, capace di affrontare tutto sempre con sicurezza. Ora sente come se in me ci fosse un\'altra persona, che non cancella quella stupenda che lei conosce e riconosce ancora, ma che ha preso il sopravvento rispetto all\'idea di poter continuare la storia con me. Infine, lei avverte anche altre cose. Si chiede come è possibile che io abbia sminuito lei e la nostra storia attraverso l\'uso delle chat, nel senso che mi chiede: come potevi scrivermi poesie stupende come quelle che mi hai scritto e poi entrare in quelle chat dal linguaggio osceno? come potevi chiamarmi, per es., \"piccola\" e poi magari usare quel vezzeggiativo che io credevo solo mio anche nelle chat con donne sconosciute? come potevi, dopo che avevamo fatto insieme del sesso stupendo, entrare in quelle chat sminuendo il nostro sesso come se io fossi niente altro che un corpo femminile come tanti altri? Nel senso che secondo lei io ora sono ai suoi occhi un uomo per cui un corpo vale l\'altro, nonostante la bellezza del sesso che c\'era con lei e di cui io sono totalmente sicuro che ne ero appagato. Premetto che io ritengo tutti i suoi dubbi legittimi e che però non so come risponderle, nel senso che io stesso non capisco perchè continuavo a usare ogni tanto le chat nonostante un rapporto che ritenevo appagante e su cui investivo molto, moltissimo. Come posso farle superare questa cosa che sta portando ad una rottura fra di noi? Come posso farle capire che tutto fra di noi era assolutamente vero e non è stato mai sminuito dalle chat che ho frequentato anche parallelalmente alla nostra storia? Tenete anche presente che immediatamente ho chiuso tutti i miei account, cancellato le cronologie le foto e altro perchè non mi interessano realmente, non ne sento alcun bisogno e da tre settimane, da quando cioè è successo tutto, non ho mai provato il desiderio di tornarvi nonostante la situazione di infelicità che sto vivendo. Io ho cercato di tranquillizzarla dicendole che capisco che lei, insieme a rabbia delusione e schifo, prova anche molta molta paura e tanta sfiducia. Magari si chiede: chi ho davanti? Dr. Jekill o Mr. Hide? Con chi sono stata? Chi è veramente questa persona? Se è già ricaduta una volta in questa cosa, potrà ricadervi? Io la capisco, capisco questa paura. Ma cerco di farle capire che non è mai stato un problema, che era una cosa che conoscevo e controllavo, che non ci minacciava. Se ho chiuso tutto subito e senza problemi, mettendomi in discussione e non negando nulla, forse potremmo ridimensionare il tutto e parlarne. Ho cercato di farle capire che l\'uomo che ti ama, che ti adora, che ti vuol bene, che ti protegge, che ti desidera supera di gran lunga quella parte oscura che tutti abbiamo e che io non ho saputo controllare evidentemente. Che l\'uomo cui lei vuoi bene, cui si è affidata, da cui si sentiva amata e protetta, desiderata e rispettata è sempre qui ed è più grande di quell\'uomo che temi, di cui non resta più nulla. Le ho chiesto di darmi fiducia, di far passare la rabbia e parlarne insieme. Ma lei dice che prova solo rabbia e delusione e non vuole saperne più nulla, mi ha chiesto di lasciarla andare, di vivermi il mio dolore mentre lei si vive il suo. Ci sentiamo ogni tanto per telefono, qualche volta ci vediamo, ma lei sembra molto rigida. Cosa posso fare? In questi 9 mesi abbiamo scoperto affinità e intese che ci hanno letteralmente sconvolto, tanto che lei mi sentiva come una persona stupenda, come l\'uomo che aveva tutto ciò che da un uomo si potesse desiderare e sognava che io potessi essere l\'uomo della sua vita (ha anche immaginato di poter aver figli con me). Io a poco a poco ho cominciato a pensare le stesse cose di lei e ho cominciato a credere che potesse essere la donna della mia vita o comunque una persona con cui poter fare veramente un grande e importante percorso. Vorrei sapere come posso farla ricredere. Io mi sento assolutamente convinto di quello che provo e non riesco a vedere nulla di minaccioso in ciò che ho fatto per quanto comprenda i danni alla sua sensibilità. Il fatto che io non gliene abbia parlato, se non per le mie vicende passate, credo dipenda da vergogna e forse anche dal fatto che, non essendo la nostra una relazione vera, piena e stabile, è come se ritenessi tutto questo una parte privata, mia, che non la coinvolgeva. Sono sincero, non so se glielo avrei mai confessato, ma data la frequenza ormai rada delle chat penso anche che sarebbe finita a poco a poco questa mia strana abitudine. Cosa mi consigliate di fare? Grazie ancora per l\'aiuto che potrà fornirmi

MIA MOGLIE NON HA INTERESSE PER IL SESSO MASCHILE ?


calimero Età: 42
Sono sposato da16 anni e mia moglie sin dall\'inizio non ha mai manifestato un grande voglia di avere rapporti sessuali, tant\'è che da 16 anni sono sempre io a chiederglielo e lei tra un no e l\'altro si concede il minimo indispensabile e devo essere sempre io a condurre \"il gioco\".
Questa situazione mi ha sempre procurato grande frustazione perchè non mi sento amato e desiderato. Ogni volta che ho provato ad affrontare il discorso lei evita dicendo che non è come dico io, che non è vero.....si è sempre rifiutata di rivolgersi ad un sessuologo/piscologo sia da sola che insieme a me....
Sono pure arrivato a pensare che non ha interesse per il sesso maschile...anche perchè in alcune circostanze ho notato che davanti ad una bella donna cambia atteggiamento (assume uno sguardo più attento e diventa leggermente euforica.)Quando ho provato ad aprire il discorso su questo argomento mi ha sempre liquidato con freddezza ma non si è mai particolarmente arrabbiata (se qualcuno mi desse dell\'omosessuale, essendo io esclusivamente eterosessuale, mi arrabbierei moltissimo..mentre lei no).
La ringrazio

PROBLEMATICHE VARIE CON MIO PADRE


perla Età: 32
Sono una donna sposata con una bimba di 3 anni senza grossi problemi all\'interno del mio nuovo nucleo familiare (io, mio marito, mia figlia). Nella mia famiglia di origine, invece, sussistono situazioni molto tristi. Mio padre sempre stato un uomo mansueto, calmo, amante della musica, ma incapace di prendere decisioni importanti di fronte alle necessità. Si abbatte facilmente e si rifugia nella musica. E’ stato sempre un uomo debole che se la prendeva con mia madre per ogni problema con i suoi 5 figli senza mai prendersi la responsabilità e agire seriamente per educarli meglio. Tuttavia, non è stato mai violento, nè con mia madre nè con noi figli che ci ricordiamo di aver ricevuto in rari casi qualche schiaffo da lui. E\' molto educato con le persone e non alza mai la voce. Da piccola avevo molta stima in lui e adorazione: mi raccontava storie fantastiche, mi cantava canzoncine, mi aiutava con i compiti fino alle scuole medie (però spesso mi dava indicazioni sbagliate), parlava anche in casa in italiano e non in dialetto come invece facevano i genitori dei miei compagni di scuola. Voleva apparire perfetto e lo era per me e lui era contento di me, dei miei fratelli più piccoli. 
Finchè un giorno l\'ho visto rubare alcuni flaconi di bagnoschiuma in un supermercato. Lui si giustificò dicendo che lo aveva fatto a causa della nostra situazione economica critica (infatti sia lui che mia madre avevano lavoro precario e potevamo permetterci solo lo stretto necessario) Ma da allora la mia fiducia e stima in lui sono andate scemando perchè avevo forti ideali di giustizia e onestà che mi erano stati trasmessi da mia mamma, dalla scuola, dallo stesso papà che professava benissimo. Mia mamma mi raccontò che c’erano stati altri precedenti di piccoli furti nei supermercati e che lo aveva fatto spesso con sua mamma (mia nonna paterna) e che una volta, all’estero, dove sono stati per un periodo emigrati per lavoro, la polizia li aveva fermati insieme, ma pare, senza conseguenze.
Mio padre aveva ed ha la passione per la musica, scrive testi e compone melodie ed ha sempre sognato di fare successo e per lei ha lasciato molti lavori duri e meno duri, a nero o meno, a svolgere i quali si sentiva frustrato. Poi aiutò mia mamma ad avviare un’attività in proprio, a nero, ma spesso non collaborava, spesso con la scusa che mio fratello non collaborasse (aveva 15-16 anni e non aveva voluto continuare gli studi dopo la scuola dell’obbligo nonostante i nostri incoraggiamenti e spesso non voleva alzarsi alle 4/5 del mattino per andare ad aiutare la mamma) e lasciava tutto il lavoro a mia mamma che invece non rinunciava mai al lavoro mentre lui rimaneva a letto o scriveva canzoni o provava nuove melodie. 
Mio padre era sempre insoddisfatto di qualsiasi lavoro, era felice solo quando cantava. 
Mia madre morì a causa di un incidente stradale in cui c’erano anche i miei due fratelli che, invece, non riportarono grosse ferite (almeno esteriormente). Siamo rimasti soli con questo padre irresponsabile, debole, che si piangeva addosso invece di dare sostegno ai figli. Io, sorella maggiore, volevo invece stare sempre con i miei fratelli e occuparmi di tutti i loro bisogni mentre continuavo con successo da casa gli studi universitari . A me dispiaceva anche di lui che era rimasto solo e spesso lo aiutavo ed ero gentile, comprensiva del suo dolore e lo incitavo a farsi forza per amore dei suoi figli piccoli che avevano perso una mamma stupenda e avevano più che mai bisogno di lui. Proprio questa consapevolezza aveva aiutato me, e solo dopo essermi occupata dei miei fratelli, dopo aver preparato loro il pranzo, la cena, aver fatto il bucato, riordinato casa, averli aiutati a fare i compiti, accompagnati a fare acquisti, solo dopo aver fatto tutto questo mi occupavo di me, del mio studio e del mio fidanzato (che si lamentava per il poco tempo e inferiore priorità assegnatagli e avevamo spesso scontri duri). 
Ma altrettanto spesso c’erano scontri tra me e papà, pretendeva che cucinassi, che lo aiutassi nell’attività lavorativa, che mi occupassi della casa e dei miei fratelli piccoli oltre che a scrivere i testi delle sue canzoni. Io mi sentivo spesso sfinita, oberata, sobbissata dagli impegni, soprattutto quando iniziai a lavorare, e sola. Si lamentava della situazione economica e voleva che anch’io contribuissi al reddito, d’altra parte anch’io volevo cominciare a lavorare e ad essere indipendente (anche se percepivo una lauta borsa di studio universitaria con cui coprivo totalmente i costi universitari e anche molte altre spese). Dopo 2 anni dalla morte della mamma, avevo trovato lavoro così che potei aiutare mio padre al sostentamento della famiglia (lui percepiva anche la pensione di reversibilità della mamma). Spesso facevo la spesa, compravo vestiti ai miei fratelli e in più davo un contributo ogni mese in denaro a mio padre. Nel frattempo lui aveva lasciato l’attività in proprio e per un periodo rimase a casa senza lavoro, mentre andava sempre elemosinando un impiego al municipio che alla fine gli fece avere un part-time da un’azienda privata (presso cui lavora a tutt’oggi). Anche a molte persone esterne alla famiglia dava e da spesso fastidio il suo modo di parlare (spesso è presuntuoso, soprattutto riguardo alla musica, pretende che la gente acquisti i suoi cd, ascolti la sua musica, lo premi per come abbia svolto la sua vita e per le sue canzoni, insiste e spesso usa vocaboli non adatti e sconfina in discorsi non pertinenti).
Mio padre non usava mai violenza fisica, manteneva sempre la calma, solo che il suo comportamento scialbo e le sue parole spesso mi ferivano e mandavano in bestia soprattutto quando non riuscivo ad ultimare la tesi di laurea dopo aver sostenuto tutti gli esami del piano di studi nei tempi giusti (passarono 4 anni dall’ultimo esame alla discussione della tesi) e mio padre non mi voleva più in casa, mi diceva che doveva trovarsi una donna e che quindi dovevamo presto uscire tutti di casa. Invidiava me che avevo un fidanzato e mio fratello che era sposato. 
Io lavoravo ormai full time oltre continui straordinari fino al venerdì, avevo piano piano allentato l’attaccamento ai miei fratelli per dare una direzione al mio futuro: mi laureai e mi sposai dopo pochi mesi. Mi dispiaceva per i miei fratelli anche se una aveva trovato un ragazzo bravissimo e l’altro andava molto d’accordo con mio padre. Sembravano felici. 
Mentre mia mamma era viva il mio fidanzato si accorse, più volte, che mancavano dei soldi dal suo portafogli dopo essere stato a casa mia. Aveva sospettato di mio fratello di 17 anni ma tutti sapevamo che non poteva che essere stato mio padre (nessun altro della mia famiglia aveva mai avuto simili precedenti e mai fino adoggi). Ed io ho dovuto confessare al mio fidanzato e cercare di fargli capire che papà era malato e perciò di perdonarlo.
Con papà sono stata sempre sincera, parlandogli dei miei sospetti e certezze riguardo ai suoi comportamenti abbietti ed implorandolo di non perpetrare negli errori, che potevamo ricominciare da capo che confidavo in una sua redenzione. A volte confessava e si giustificava col bisogno, a volte per pagare il produttore di cd. 
E continuava, ugualmente, ogni tanto, a rubare qualche soldo dal mio portafogli. Mentre smise o ridusse di molto il vizio di rubacchiare nei supermercati (non trovavamo più saponi o dentifrici nelle sue tasche). 
A papà mancava molto la mamma, anche sessualmente, si confidava spesso con me e con gli altri della famiglia (es. le sorelle, cognati) del bisogno di una nuova donna, che non ce la faceva più a stare da solo. Tutti gli rispondevano che poteva trovarsela l’importante che non la portasse subito a casa ma fuori poteva fare ciò che voleva. 
Ma perse la consapevolezza dei ruoli e della natura delle relazioni padre-figli: Cominciai a trovare dei miei reggiseni sporchi di sperma nei cassetti del mio armadio, tra i panni sporchi, nelle tasche delle sue giacche. Cominciai ad essere spiata mentre facevo la doccia ed io me ne accorgevo ogni volta, ero sconvolta e gli chiedevo spiegazioni. Cercai di spiegargli che ci sono dei limiti al parlare di certe cose con i figli, che era assurdo, innaturale voler guardare una figlia nuda ed eccitarsi annusando i suoi indumenti intimi. Lui non lo ammise mai chiaramente ma ribadiva in continuazione il suo bisogno di una donna al suo fianco. Riuscì ad avere relazioni solo di sesso con diverse donne, prostitute e anche una relazione di qualche mese con una straniera che lo lasciò perché aveva capito che lui non teneva veramente a lei. Una notte lo sentivo ansimare e credendo che stesse male mi sono alzata per andare a vedere. Ci siamo incrociati nel corridoio mentre andava in bagno e capii che era in preda ad altri suoi sfoghi sessuali. Sembrava in pena o forse era solo in estasi. Io lo salutai e tornai subito a letto e lui mi seguì e si sdraiò al mio fianco implorando il mio aiuto con tono disperato. Io gli chiesi come avrei potuto e lui voleva che gli dessi solo un dito, me lo prese e cercò di portarlo verso il suo pene ma io mi arretrai, lui insisteva, mi chiedeva aiuto, si avvicinava ai miei capelli per annusarli e accarezzarli. Ma io ero sconcertata e contrariata, credevo stessi sognando e lo respingevo e gli dicevo di andare via e che lo avrei denunciato alle autorità. Poi credo che abbia eiaculato e se ne tornò nella sua camera da letto. Il giorno dopo mi sono confidata con zie paterne, nonna, zia materna, chiedendo loro aiuto, consigli su come dovevo reagire, avevo due fratelli piccoli a casa e temevo per loro. Ma non l’ho denunciato, anche le zie paterne e la nonna non credevano fosse la soluzione migliore; era sempre stato un pò “stupido”, sciocco, dissennato ma non aveva mai usato violenza fisica, non credevamo potesse sbagliare di più, che potevamo risolvere stando più attenti mentre ci proposero di trasferirci da loro; io rifiutai perché non volevo che ci allontanassimo dalla ns casa, dove avevamo vissuto felici con la mamma e nonostante tutto volevo bene a papà, volevo che stesse bene, che continuasse a cantare e suonare, volevamo una famiglia normale, volevo aiutare papà a capire che doveva reagire diversamente ai problemi, che non doveva farsi schiavizzare da bisogni sessuali e di guardare chi stava affrontando gli stessi problemi in modo sano e sereno, che avrebbe potuto contare su di me. Ho avvertito i miei fratelli di fare attenzione e di confidarsi non appena avessero sospettato o notati comportamenti strani di papà sotto l’aspetto sessuale. Sono trascorsi parecchi anni da quegli avvenimenti (7/8 anni) durante i quali papà non ha più manifestato quelle tendenze fino all’anno scorso, quando la figlia di mio fratello di soli 5 anni, sconvolta, corse giù dal piano di sopra dove era stata con lui da sola che si era abbassato le mutande e le aveva chiesto più volte di toccargli il pene col dito. Erano tutti a tavola per il pranzo e rimasero scioccati dalle parole della bambina. Quando scese mio padre gli chiesero spiegazioni e lui rispose che non era vero, che stava giocando mentre aveva il pantalone bucato. Non era chiaro nel parlare, diceva che la bambina lo aveva trovato con la mutanda bucata e che si era incuriosita ed ebbi la sensazione che intendeva giocare con la bambina col pene come se fosse una qualsiasi altra parte del corpo, che non doveva avere paura. Io raccontai la mia esperienza a mio fratello (che era l’unico a cui non avevo raccontato quello che mi era successo perché era stato tanti anni fuori e solo a causa della crisi circa 18 mesi fa decise di tornare e mio padre lo stava ospitando) .
Mio fratello decise di allontanarsi dalla casa di papà e prese in affitto un appartamento, stare alle dovute distanze da lui, non si fidava di lui. Ma non sapevamo bene quali provvedimenti adottare verso di lui, eravamo tutti confusi, mio padre si era comportato così stranamente ma lo conoscevamo da sempre, era stato sempre strano, con la sua sensibilità, vittimismo, vicissitudini, ma sempre con la voglia di fare musica, le sue belle canzoni, il suo continuo giocherellare, essere bambino, la sua mansuetudine, non violenza. Eravamo tutti addolorati e confusi. 
Lo criticammo fortemente esprimendogli il nostro dolore e disaprovvazione ma anche quella volta lo perdonammo, permettendogli di riavvicinarsi a noi. È passato un anno da quel giorno e qualche giorno fa, mentre la figlia di mio fratello giocava al cavalluccio sul divano, raccontò alla mamma il modo in cui aveva giocato al cavalluccio col nonno qualche tempo prima. Disse che erano in bagno, con le mutande abbassate ed il nonno era appoggiato dietro di lei e si muoveva come un cavalluccio. Disse che una volta c’era anche mia figlia. 
Questo racconto ha riaperto in noi le ferite e le paure e la confusione. Non capivamo come avessero potuto ripetersi quei fatti dato che eravamo stati ben attenti a non lasciare più le bambine sole con lui se non per pochissimi minuti. Rimane il dubbio che questi nuovi fatti raccontati dalla bambina siamo avvenuti precedentemente il primo episodio ma che la bambina non avesse raccontato a suo tempo perché dimenticato o sfuggito e le sia venuto in mente solo adesso. Oppure è possibile che la bambina se lo sia inventato, sognato, o che siano implicate altre persone come i suoi compagni di asilo e che faccia lei stessa confusione, volontariamente o inconsciamente? Mia cognata e mio fratello, dopo il racconto della bambina, sono corsi subito da mio padre ad insultarlo e minacciarlo di non avvicinarsi più alla loro famiglia. 
Siamo affranti. Cosa ci consiglia di fare per risolvere questi problemi?? Quali i provvedimenti da adottare verso mio padre? Potrà guarire se preso in cura da uno psicologo o psichiatra? Dovremmo denunciarlo sebbene non avesse mai agito con violenza fisica? Rappresenta un potenziale pedofilo? C’è pericolo che si scateni in lui la violenza?
Intanto continua a scrivere canzoni ed incidere dischi….